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Cronaca

Blitz Comune-Capitaneria accanto a Guna Beach su esposto Torre Guaceto

“Paesaggio trasformato e habitat naturale distrutto”, si legge nella segnalazione del Consorzio di gestione. Massimiliano Di Cicco: “Il Guna non c’entra niente, da noi tutto in regola. E in quel nostro terreno tutto è come prima”

BRINDISI – C’è un esposto notificato al Comune di Brindisi e ai vigili urbani sull’area di proprietà privata che costeggia il “Guna Beach” e c’è un album fotografico in allegato a titolo di documentazione: “Al confine Sud della Riserva naturale di Torre Guaceto c’è stata una profonda trasformazione dei luoghi, con eliminazione della vegetazione presente e progressiva riduzione dell’habitat, azioni in contrasto con il piano paesaggistico territoriale regionale”.

guna 5-2La firma della segnalazione è del direttore del Consorzio di gestione dell’Area marina protetta di Torre Guaceto, Alessandro Ciccolella, e risale allo scorso 11 maggio, “a seguito di un sopralluogo. Oggi, a distanza di più di due mesi, è stata disposta una verifica, affidata ai tecnici dell’Amministrazione cittadina e agli uomini della Capitaneria di porto, arrivati sul posto per accertare  la corrispondenza o meno tra quanto sostenuto nell’esposto e quanto effettivamente realizzato nell’area di proprietà di Massimiliano Di Cicco, imprenditore brindisino molto conosciuto in città anche perché il suo nome viene accostato allo stabilimento balneare Guna Beach, della società “Accadueo”.

Il lido è uno dei quattro che il Comune ha autorizzato per l’apertura in prima battuta, lo scorso mese di giugno. Salvo poi dover prendere atto della pronuncia dei giudici del Tar a cui hanno fatto ricorsi gli altri, costretti a fare i conti con il rischio di chiusura. Perfettamente in regola, sul fronte delle disposizioni di legge in materia di apertura degli stabilimenti balneari, è il Guna. Il nodo sollevato nell’esposto è altro: attiene a due “particelle”, quei numeri che indicano gli appezzamenti di terra, che si trovano accanto al lido.

Ed è qui che si gioca la partita che sembra destinata ad avere appendici legali, casus belli nel quale resta coinvolto Di Cicco proprio per  la vicinanza geografica dei terreni al lido. Che, a sua volta, confina con un altro stabilimento balneare, il Boa Gialla di Giovanni Conte. “L’area in oggetto, come si evince dalle foto, è stata interessata da una profonda trasformazione dei luoghi, con eliminazione della vegetazione e l’apporto di materiale per il rilevato e la pavimentazione con stabilizzato per la costruzione di nuove strade”, si legge nell’esposto di Ciccolella.

“Tali azioni paiono in contrasto con quanto definito nel Piano paesaggistico territoriale regionale adottato con delibera nel 2013  e approvato nel 2015”, il cui contenuto è ricordato nel passaggio successivo, lì dove si afferma che “non sono ammissibili progetti che comportano una trasformazione profonda dei suoli, il dissodamento o il movimento di terre o qualsiasi intervento che turbi gli equilibri idrogeologici o alteri il profilo del terreno”. Né tanto meno sono ammessi, disposizioni di legge alla mano, “recinzioni che riducono l’accessibilità alla costa e la sua fruibilità visiva e l’apertura di nuovi accessi al mare che danneggiano le formazioni naturali rocciose o dunali”. Non è consentito, inoltre, “eliminare dei complessi vegetazionali naturali che caratterizzano il paesaggio costiero”.

“Relativamente a quest’ultimo punto, si osserva che l’area in oggetto è una zona umida retrodunale che ha subìto negli ultimi anni la progressiva riduzione dell’habitat, sino a” diventare “una superficie arata che inonda nei periodi invernali”, è scritto nell’esposto. “Nel novembre 2013 è stato realizzato un canale che connette l’aera umida alla costa, come tentativo di drenaggio delle acque superficiali”. In ultimo il direttore del Consorzio ricorda che la “componente delle aree umide rientra nelle osservazioni al piano paesaggistico territoriale regionale, presentate a fine 2014 e che la situazione è stata segnalata ai vigili urbani e al settore edilizia del Comune di Brindisi”.

guna 1-2Di fronte a tali dubbi, Ciccolella, ha chiesto: “la verifica del rilascio dell’autorizzazione paesaggistica, essendo l’area ricompresa in un territorio costiero e contermine a un parco, la valutazione di incidenza, uno studio di compatibilità geologica e geotecnica nonché la compatibilità con il piano paesaggistico della Regione Puglia”.

“Il Guna Beach non c’entra niente in questa storia, ha tutta la documentazione a posto”, replica Di Cicco dopo essersi congedato dai tecnici del Comune e dagli uomini della Capitaneria. “Per quello che ci risulta, la questione riguarda una porzione della nostra proprietà privata che era suolo agricolo seminativo e tale è rimasta, come si legge in questo documento”, continua mostrando il certificato di destinazione urbanistica (Cdu) rilasciato dagli uffici tecnici di Palazzo di città il 13 novembre 2012 e mai contestato.

“I luoghi quelli erano e così sono, nessuno ha stravolto niente. Spiace dover constatare che, ancora una volta, chi lavora è costretto a fare i conti con situazioni del genere che sicuramente piacevoli non sono. In ogni caso, dal sopralluogo non è emerso nulla, tanto è vero che non ci è stato notificato alcun provvedimento. Se così dovesse essere in futuro, siamo pronti ad adire le vie legali per dimostrare che tutto è come deve essere perché siamo rispettosi delle regole”. Per il momento resta confermato l’incarico affidato all’avvocato Annamaria Ciardo del foro di Lecce.

“L’unica cosa su cui hanno avuto da ridire è legata ai lettini che ci hanno fatto spostare: erano stati lasciati dai clienti in una zona non coperta da concessione. Ce li siamo trovati lì a fine giornata e non abbiamo avuto il tempo di spostarli. Tutto qui. Piuttosto mi chiedo che fine abbia fatto l’esposto contro ignoti che noi abbiamo presentato alla Guardia di Finanza il 16 agosto 2010, segnalando che qui in zona c’era stata una movimentazione di terra con possibile alterazione dello stato dei luoghi”. Di Cicco è ancora in attesa di capire chi sono gli “ignoti” e a cosa siano serviti quei lavori.

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