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Cronaca

Palazzina sulla fontana di Tancredi: la verità della ditta

Riceviamo e pubblichiamo una nota di Vito Micaletti, amministratore unico della società "Edilmic Srl con sede in Brindisi", riguardo la realizzazione di una palazzina sulla fontana di Tancredi

Riceviamo e pubblichiamo una nota di Vito Micaletti, amministratore unico della società  "Edilmic Srl  con sede in Brindisi",  riguardo la realizzazione di una palazzina sulla fontana di Tancredi.

Si fa presente che la mia società, la Edilmic Srl, ha acquistato dal sig. Labate Giuseppe un’area edificabile con concessione edilizia ubicata  in Brindisi alla via del Lavoro, angolo via della Vite, nel mese di settembre 2015. La decisione all’acquisto è scaturita dalla sentenza del  Consiglio di Stato che annullava il vincolo di inedificabilità indiretta che la Sovraintendenza dei Beni Archeologici aveva imposto sull’area nel 2010 al vecchio proprietario e dopo che l’ufficio tecnico del Comune di Brindisi aveva provveduto alla proroga del titolo edificatorio.

Iniziate le attività di costruzione, varie associazioni ambientaliste hanno palesemente esposto il loro disappunto sulla costruzione, generando anche una lapidazione mediatica contro la mia società e dipingendola come l’artefice di eco-mostro e senza alcuna coscienza civica.

Si precisa che, la Edilic srl , dopo consulto con i tecnici comunali, sin da subito ha volontariamente sospeso temporaneamente i lavori al fine di scongiurare qualsiasi problema al monumento vicino, senza badare ai danni economici che tale sospensione potesse generare ed effettuando ulteriori accertamenti idrogeologici sul territorio.

Già in tale periodo, con l’allora sindaco Consales ed i dirigenti dell’ufficio  Urbanistica si era vagliata la proposta di delocalizzare l’oggetto dell’intervento edilizio, a cui avevo dato la mia totale disponibilità.

Intanto, a gennaio 2016, la Provincia di Brindisi, dopo esposto presentato  dall’avvocato  Latini per conto delle associazioni ambientaliste, avvia un procedimento per vagliare la regolarità dell’operato del Comune al fine di identificare eventuali vizzi nell’emissione della concessione edilizia rilasciata nel 2010 al sig Labate.

Mi viene, pertanto, ordinata una sospensione dei lavori di mesi 6 per valutare tutta la documentazione che nel frattempo il Comune di Brindisi avrebbe dovuto produrre sulla vicenda, come poi effettivamente è accaduto.

Intanto , il sindaco viene sostituito dal Commissario prefettizio, che anche esso sollecitato dalle associazioni a trovare una soluzione alla vicenda, mi chiede un incontro. In tale circostanza, raggiungiamo un accordo su una possibile soluzione che portava ad una perequazione dell’area con un’altra. Inoltre, sotto richiesta del Commissario, realizzo un progetto per la realizzazione di un parco pubblico e sottostante area da destinare a museo al fine di reimpiegare l’area dove sarebbe dovuto sorgere il fabbricato .

Sembrava che le cose fossero ormai definite, ma a giugno il Commissario viene sostituito dall’attuale Sindaca ed il nuovo dirigente del settore Urbanistica, non conoscendo la vicenda, temporeggia al fine di documentarsi.

Di fatto, la sospensione da parte della Provincia di Brindisi era scaduta a luglio scorso, ma non si è ridato tempestivo avvio alle operazioni di costruzione proprio perché in attesa di strade alternative alla soluzione.

Infatti, da un incontro avvenuto tra me, la sindaca, l’ing. dell’Uff. Urbanistico Padula e architetto Lacinio, si era trovata un accordo allo spostamento dell’area su un terreno di proprietà comunale sito in Brindisi alla via Cappuccini. A seguito di questo incontro, il dirigente aveva chiesto una valutazione estimativa del valore del terreno oggetto di scambio presso l’agenzia del territorio.

Ad oggi, la Provincia di Brindisi, ha chiesto al Comune , in ottemperanza alla sua funzione di controllo dell’operato della Pubblica amministrazione, l’annullamento del permesso a costruire.

Si precisa che , se lo stesso fosse accolto, e quindi il Comune ritirasse il titolo edificatorio, ovviamente la mia società, immediatamente chiamerebbe tutti gli attori della vicenda  al risarcimento del danno causato, danno che deve tener conto non solo dei costi sin d’ora sostenuti per il cantiere ma anche per il mancato guadagno (ricordando che la società svolge attività di impresa), per la sospensione di 1’anno dell’attività lavorativa, nonché per l’immagine lesa di una società edile che con estrema serietà che opera su Brindisi da tre generazioni.

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