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Cronaca Oria / Via Latiano

Carluccio morto per uno schock emorragico, venerdì i funerali a Oria

Eseguita l'autopsia sul corpo del 45enne di Torre Santa Susanna ucciso dall'avvocato Calò al culmine di una lite riguardante una pratica assicurativa

ORIA – E’ stato uno shock emorragico a causare la morte di Arnaldo Carluccio, il 45enne di Torre Santa Susanna, residente da tempo a Oria, che lo scorso 30 marso è stato ucciso dal suo avvocato, il 47enne Fortunato Calò, all’interno dello studio legale “Pomarico e Calò” situato in via Latiano, a Oria.

Nel corso dell’autopsia effettuata fra le ore 21 e mezzanotte di ieri (5 aprile) dal medico legale Antonio Carusi sono emerse lesioni all’aorta e ai polmoni. L’avvocato ha scaricato contro il torrese l’intero caricatore di una pistola semiautomatica Beretta calibro 9. Dei 14 colpi esplosi, solo uno non è andato a bersaglio. All’autopsia erano presenti anche i periti di parte: il dottor Alessandro Bocchini per Fortunato Calò, difeso dall’avvocato Pasquale Annicchiarico; Donato Sardano per i famigliari di Carluccio, padre di quattro figli.

Subito dopo l’esame autoptico, effettuato presso la camera mortuaria del cimitero di Francavilla Fontana, il pm che coordina le indagini, Raffaele Casto, ha restituito la salma ai famigliari. Le esequie del 45enne saranno celebrate venerdì pomeriggio (7 aprile) presso la chiesa di San Francesco di Paola in San Barsanofio, a Oria.

Nei prossimi giorni verranno effettuati ulteriori accertamenti investigativi da parte dei carabinieri della stazioni di Oria e della compagnia di Francavilla Fontana.  L’omicidio ha segnato il tragico epilogo di una lite scaturita da una pratica assicurativa per un incidente stradale avvenuto nel 2010, la cui causa non si è ancora conclusa. Calò ha sostenuto davanti al magistrato e al gip che il suo cliente da giorni pretendeva una somma di 30mila euro come anticipo del risarcimento danni. Tale richiesta, a detta dell’avvocato, era accompagnata da minacce di morte nei confronti dello stesso Calò e dei suoi figli.

Le indagini sul movente e sulla dinamica dei fatti, ad ogni modo, sono ancora in corso. Calò è accusato di omicidio volontario aggravato dalla premeditazione e di porto abusivo di arma da fuoco (la pistola era infatti legalmente detenuta, ma Calò non era autorizzato a circolare armato eccetto che per raggiungere il poligono indicato, in quanto in possesso di un porto per uso sportivo).

 

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