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Cronaca Erchie

"Fino a 85 ore di assenza in un mese, auto blu e carburante a sbafo"

E' stata una dipendente part-time del Comune di Erchie ad innescare le indagini della Guardia di Finanza, e la bomba che è esplosa questa mattina con la notifica dell'interdizione per quattro mesi dall'esercizio del pubblico ufficio per quattro dirigenti del Comune di Erchie, e per tre mesi per altri due

ERCHIE – E’ stata una dipendente part-time del Comune di Erchie ad innescare le indagini della Guardia di Finanza, e la bomba che è esplosa questa mattina con la notifica dell’interdizione per quattro mesi dall’esercizio del pubblico ufficio per quattro dirigenti del Comune di Erchie, e per tre mesi per altri due, mentre per altri nove il gip Stefania De Angeli deciderà l’applicazione di analogo provvedimento all’esito degli interrogatori.

Ma gli indagati sono 20, e non si tratta solo di truffa aggravata ai danni della pubblica amministrazione per assenze ingiustificate, condite in alcune circostanze anche dal falso ideologico e dal falso materiale commessi da pubblico ufficiale con maldestri tentativi di coprire l’abbandono del posto di lavoro: c’è anche il peculato perché, secondo gli investigatori della Guardia di Finanza, il pm ma anche il gip, i buoni carburante del Comune e le auto di servizio, una Lancia Lybra e una Dacia Lodgy (Erchie è un piccolo municipio), erano oggetto di usi personali talvolta esagerati.

Indagato pure il sindaco - E per l’uso delle auto di servizio per motivi non legati alle mansioni e alla carica, risulta in pole position proprio il sindaco Giuseppe Margheriti, che figura nell’elenco dei 20 indagati di questa operazione, assieme al presidente del consiglio comunale e alla vice sindaco. E dire che i finanzieri della compagnia di Francavilla Fontana hanno tenuto sotto osservazione il municipio di Erchie per poco più di un mese, non solo con osservazioni e pedinamenti, e verifiche sulle marcature dei cartellini, ma anche con videocamere tenute in funzione dal 12 dicembre del 2015 al 17 gennaio 2016, e per un paio di giorni ancora verso la fine di quello stesso mese.

Eppure in quel lasso di tempo, a parte le uscite frequenti in Lancia Lybra e Dacia Lodgy di amministratori e dipendenti, la dirigente degli affari generali ha totalizzato 85 ore di assenze che per gli inquirenti sono ingiustificate, incorrendo oltre che nell’ipotesi di truffa aggravata anche in quella di falso ideologico e materiale in concorso con un dipendente.

Le assenze “mal giustificate” - Questi fu spedito di corsa a compilare una domanda di ferie fasulla a proprio nome, e con firma apocrifa applicata dallo stesso, essendo la predetta dirigente preoccupata dal fatto che il 23 dicembre 2015 in Comune si erano presentati i carabinieri. Allora bisognava simulare, dicono gli investigatori, quelle assenze ingiustificate con un paio di giorni di ferie, nei giorni 22 e 23 dicembre. Ma è solo uno dei tanti esempi.

Tra gli indagati per truffa aggravata ci sono il responsabile del settore lavori pubblici, la comandante della polizia municipale, la dirigente dei servizi sociali (61 ore di assenza), il dirigente del settore urbanistica e ufficio tecnico (anche lui indagato anche per falso ideologico perché tentava di giustificare la mancata marcatura del badge in uscita con un malfunzionamento elettrico del marcatempo), un’assistente sociale, un impiegato addetto al protocollo, un vigile urbano e una vigilessa, e altri due loro colleghi della polizia locale risultano indagati per l’uso abusivo delle auto in concorso con una dipendente dei servizi sociali.

Carburante a sbafo - Ma non è tutto. Che dire dello stesso responsabile dei lavori pubblici e del presidente del consiglio comunale che facevano gasolio con la carta carburanti del Comune, ma non alle auto di servizio? Insomma, la segnalazione di palesi irregolarità fatte al numero 117 della Guardia di Finanza l’8 ottobre 2015 dalla dipendente che, lavorando in un ufficio strategico, ne vedeva di tutti i colori, ha smantellato una situazione che ora gli interessati sono chiamati a giustificare dettagliatamente.

C’erano 8 richieste di arresto - Qualcuno dice che i gip non fanno altro che ratificare le richieste delle procure. Così non è, e ben otto dei 20 indagati si sono risparmiati un’ordinanza di custodia cautelare agli arresti domiciliari perché il giudice delle indagini preliminari, Stefania De Angelis, nel valutare la richiesta del pm Valeria Farina Valaori ha ritenuto che a impedire la reiterazione del reato fosse sufficiente l’interdizione.

Gli indagati - Quelli interdetti per quattro mesi sono Carmelo Ciccarese, responsabile settore lavori pubblici, Lucia Fanuli, responsabile servizi sociali, Antonello Gennaro impiegato ufficio protocollo, e Agata Rodi dirigente affari generali. Interdetti per tre mesi Alda Anna Maria Tanzariello, assistente sociale,  e Antonio Gigli responsabile ufficio urbanistica e ufficio tecnico.

Misura interdittiva da valutare all’esito degli interrogatori, invece, per Vincenzo Colaci, dipendente, Maria Rosaria Coppola, comandante polizia municipale, Cosimo Fanuli, dipendente, Nicola Leo, dipendente, Ercole Margheriti, dipendente, Domenico Melechì, dipendente, Giuseppe Morleo, vigile urbano, Antonella Resta, vigile urbano, Giovanni Urselli, dipendente.

Nessun provvedimento interdittivo per il sindaco Margheriti, per il presidente del consiglio comunale Ivan Volpe, per il vicesindaco Chiara Saracino, per il vigile urbano Gaetano Indraccolo, e per l’Lsu Pasquale Pellicani. Gli atti dell’indagine andranno alla procura presso la Corte dei Conti di Bari per gli adempimenti di competenza.

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