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Cronaca

Comune di Brindisi, nomina dirigente senza selezione: processo per Consales e Carluccio

Gli ex sindaci sono accusati di abuso d’ufficio e falso: “Nessuna evidenza pubblica”. L’Amministrazione chiede danni per 100mila euro. La difesa: “Vicenda legittima”

BRINDISI – La nomina del dirigente dell’Ufficio di piano dell’Ambito territoriale Brindisi 1, contestata dalla Procura perché avvenuta “senza alcuna selezione”, sarà al centro del processo in cui sono imputati due ex sindaci di Brindisi: Mimmo Consales e Angela Carluccio, il primo a capo di una Giunta a trazione Pd, l’altra dell’esecutivo centrista, sono entrambi accusati di abuso d’ufficio e falsità ideologica commessa da pubblico ufficiale

L’udienza preliminare

Il giuramento di Angela Carluccio-3Il rinvio a giudizio di entrambi è stato disposto questa mattina, 17 gennaio 2019, a conclusione dell’udienza preliminare di fronte al gup Giuseppe Biondi del Tribunale di Brindisi. Presente in aula Angela Carluccio, nel frattempo tornata ad esercitare la professione di avvocato, dopo la caduta della sua Amministrazione per effetto delle dimissioni di 17 consiglieri. Assente, invece, Consales, per il quale resta confermata la difesa affidata al penalista Massimo Manfreda.

Il pubblico ministero titolare del fascicolo, Pierpaolo Montinaro ha chiesto il processo per entrambi, riconoscendo il Comune come parte lesa, dopo la denuncia sporta dagli ex consiglieri comunali del movimento CinqueStelle, Stefano Alparone ed Elena Giglio   il 25 maggio 2017, integrata il successivo 20 luglio. Il sostituto di udienza, Giuseppe De Nozza, ha confermato l’impostazione iniziale.

Il Comune di Brindisi

Né Consales, né Carluccio hanno chiesto di essere ammessi a riti alternativi, di conseguenza affronteranno il dibattimento. Prima udienza il prossimo mese di giugno, davanti al Tribunale in composizione collegiale, presidente Gienantonio Chiarelli.

albino quarta-2Il Comune di  Brindisi si è costituito parte civile con richiesta di risarcimento danno, in caso di condanna, a 100mila euro. L’Ente sarà rappresentato al processo dall’avvocato Albino Quarta del foro di  Brindisi (foto accanto), al quale è stato conferito incarico con delibera della Giunta. Provvedimento last minute adottato dall’esecutivo del sindaco Riccardo Rossi, nella mattinata di ieri, 24 ore prima dell’udienza preliminare. La proposta è stata illustrata dall’assessore al Contenzioso, Mauro Masiello.

Quarta ha precisato che la somma è stata indicata in via generale a titolo di ristoro per danni patrimoniali conteggiati partendo dalle contestazioni mosse nel capo di imputazione, ai quali dovranno essere aggiunti danni legati alla conseguente lesioni dell’immagine dell’Amministrazione cittadina.

I capi d'imputazione

La nomina alla guida dell’ufficio riguardava Maria Rosaria Rubino, già in servizio presso il settore Servizi sociali del Comune. Nomina che, secondo quanto contestato, è avvenuta senza passare da alcuna procedura di selezione. Stando ai conteggi del pubblico ministero, quel conferimento di incarico portò un raddoppio dello stipendio in favore della dipendente: da 26.364 euro a 52.551,72 l’anno, essendoci stato un salto di categoria. Rubino è assolutamente estranea all'inchiesta.

Secondo il pm, Consales prima e Carluccio poi “in qualità di sindaco pro-tempo del Comune di Brindisi, intenzionalmente procuravano a Rubino, dipendente dell’Ente, un ingiusto vantaggio patrimoniale, rappresentato dalla variazione del profilo di responsabilità”, si legge nel capo di imputazione. Il cambiamento sarebbe avvenuto “mediante la nomina a tempo determinato a dirigente dell’ufficio di Piano dell’Ambito territoriale Brindisi 1”.

Stefano Alparone ed Elena Giglio-3La prima nomina risale al 5 novembre 2013, rinnovata sino al 31 marzo 2016 e poi ancora il 17 agosto dello stesso anno. In tal modo, sarebbe stato possibile un “aumento dei compensi stipendiali in violazione del Testo unico delle leggi sull’ordinamento degli Enti locali, che stabilisce che i dirigenti debbano essere nominati tramite procedura ad evidenza pubblica”, è scritto ancora. “Evidenza pubblica che, nel caso di specie, non veniva effettuata”. (Nella foto accanto i due ex consiglieri comunali, Alparone e Giglio).

I due ex amministratori sono anche accusati di falso perché “attestavano che nella delibera di Giunta Maria Rosaria Rubino, dirigente nominata a tempo determinato, era stata già indicata come responsabile dell’ufficio di Piano, circostanza questa non rispondente al vero”. In base alle condotte contestate, il pm sostiene che sia stato “indotto in errore l’Ufficio di Piano dell’Ambito territoriale, la cui commissione di coordinamento, procedeva all’adozione del verbale di deliberazione in cui attestava che Rubino, dirigente nominata a tempo determinato, era stata già indicata come responsabile”. Con “conseguente formazione di un atto falso, poiché adottato in presenza di presupposti falsi e comunque inesistenti”.

La difesa

Consales, primo cittadino eletto a capo di una coalizione di centrosinistra nella primavera del 2012 e rimasto in carica sino all’arresto del 6 febbraio 2016, è pronto a chiarire la propria posizione. “Siamo  convinti della bontà della vicenda”, dice l’avvocato Manfreda. “L’iter seguito, a nostro avviso, è legittimo”. E’ lo stesso penalista che lo ha difeso nei due processi, ancora pendenti.  Carluccio, il primo sindaco donna di Brindisi, rimase a Palazzo di città  per dieci mesi appena, eletta nel 2016 e sfiduciata fuori dall’Aula consiliare dall’opposizione e da un esponente della maggioranza centrista. L’ex prima cittadina seguì la stessa strada del suo predecessore, confermando la nomina di Maria Rosaria Rubino come dirigente. E’ difesa dall’avvocato Tolomeo. Le ultime informative di reato sono state depositate lo scorso 21 giugno dai carabinieri.

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