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Cronaca

“Confronto politico entro 48 ore, altrimenti Giunta da azzerare”

Messaggio-ultimatum da Flores, per i Democratici e socialisti, alla sindaca: "Necessaria riunione di maggioranza per correggere il tiro dell'Amministrazione". Da oggi gli assessori Brigante e Greco disertano la Giunta: braccio di ferro in vista dell'adozione del bilancio, servono 17 voti

BRINDISI – “Se qualcuno pensa di giocare con i Democratici e socialisti, si sbaglia: chiediamo un confronto con le forze di coalizione a stretto giro, entro 48 ore, altrimenti non c’è altro da fare se non presentare in maniera ufficiale la richiesta di azzeramento della Giunta”.

Damiano Flores-2L’ultimatum arriva dal coordinatore cittadino dei Democratici e socialisti, Damiano Flores, dopo la riunione serale, in un locale del capoluogo, con il gruppo consiliare guidato da Luciano Loiacono, di ritorno dalla Bit di Milano, e gli assessori Salvatore Brigante e Maria Greco, entrambi da oggi assenti dalla Giunta in segno di contestazione. Non sono dimissionari, è bene sottolineare: ieri sera hanno consegnato le deleghe, rispettivamente ai Lavori Pubblici e all’Organizzazione scolastica, nelle mani di Flores. Cosa vuol dire? Il significato è questo: se la sindaca Angela Carluccio, alla quale è rivolto il messaggio, non dovesse confrontarsi con i Democratici e le altre forze della cosiddetta Grande Coalizione, il coordinatore restituirà le deleghe alla prima città. E sarà crisi a tutti gli effetti, ufficialmente.

In altri termini è in atto un braccio di ferro, per la verità non il primo da quando Angela Carluccio è stata eletta. Fatto sta che va in scena in un momento delicato per l’Amministrazione visto che la Giunta proprio oggi si riuniva per deliberare il bilancio di previsione, versione 2017, con un certo ritardo rispetto alla tabella di marcia stabilita dal Governo. Non è una novità a Palazzo di città, tenuto conto dei precedenti e delle puntuali note arrivate dalla Prefettura: prima come invito ad adottare il documento di previsione in tempi brevi e poi nelle forme di una diffida vera e propria, dalla quale decorrono i venti giorni che il rappresentante dello Stato riconosce all’Amministrazione comunale per procedere, altrimenti c’è la nomina di un commissario ad acta e di conseguenza  lo scioglimento del Consiglio.

I contestatori, vale a dire i consiglieri di opposizione, scommettono che si tratta dell’ennesima prova di forza muscolare (intesa sul piano politico) finalizzata a dimostrare nei confronti della stessa sindaca e dei partner che il contributo offerto dai Democratici e socialisti è determinate. A conti fatti, servono i cinque voti del gruppo per approvare il bilancio in Assise e scongiurare il rischio del ritorno alle urne. Di tornare a casa, sempre secondo questa corrente di pensiero, non parla nessuno. E allora cosa chiedono davvero i consiglieri capitanati da Flores, passato nella storia recente di Palazzo di città per aver lasciato il Pd all’opposizione per passare nel gruppo di maggioranza? La risposta ricorrente è legata a nuovi incarichi. Ma a questo punto sono gli stessi partner ad arricciare il naso perché i Democratici e socialisti, allo stato, sono i più ripagati: hanno le presidenze della Multiservizi, con Vito Camassa in quota a Umberto Ribezzi e della Farmacia, affidata a Teresa Bataccia su proposta di Maurizio Colella, c’è la delega speciale a Luciano Loiacono per le iniziative turistiche e culturali e ancora una delega speciale per Luigi Sergi all’emergenza abitativa e ci sono due assessori. La richiesta sarebbe per lo stesso Flores come terzo assessore.

“Non è affatto vero”, smentisce Flores. “Queste sono chiacchiere che non mi interessano, noi siamo interessati al futuro di questa città che sembra immobile. O ci diamo una mossa, altrimenti fine della storia. L’ho detto ieri e lo ripeto: assessori tecnici per le materie complesse. La sindaca risponda, in caso contrario noi chiediamo l’azzeramento”.

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