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Lunedì, 29 Aprile 2024
Cronaca Carovigno

Precedenti per mafia del marito non giustificano interdittiva: il chiosco può riaprire

Il Consiglio di Stato conferma la sentenza del Tar: illegittima una interdittiva antimafia emessa a carico della titolare di un esercizio commerciale sul litorale di Carovigno

CAROVIGNO - Il Consiglio di Stato, confermando una sentenza del Tar Lecce, ha affermato la illegittimità di un decreto prefettizio e della connessa deliberazione del Ministero dell’Interno concernenti una interdittiva antimafia a carico della titolare di un chiosco in località marina del Comune di Carovigno. Il giudice amministrativo ha condiviso gli argomenti difensivi svolti dall’avvocato Pietro Quinto nell’interesse della titolare dell’impresa insistente su un’area concessa dal Comune, che, a sua volta, aveva disposto la revoca della concessione e dell’autorizzazione amministrativa.

Sia nel giudizio innanzi al Tar che innanzi al Consiglio di Stato, a seguito dell’appello proposto dall’amministrazione statale, l’avvocato Quinto ha fatto valere la violazione dei principi che possano giustificare una interdittiva con la limitazione di diritti imprenditoriali tutelati dalla Costituzione.

Nel caso in esame non v’era alcuna contestazione a carico della titolare dell’esercizio, bensì il richiamo a precedenti penali del coniuge, che, in anni remoti, aveva riportato condanne per reati di stampo mafioso. Con la presupposizione, quindi, che la presenza del coniuge nell’attività imprenditoriale potesse fare ipotizzare un pericolo di infiltrazioni mafiose. Il rapporto di coniugio – ha sostenuto l’avvocato Quinto – di per sé non può riverberarsi sull’attività dell’impresa. I precedenti penale del coniuge, risalenti nel tempo, non sono idonei a dimostrare nell’attualità il pericolo di infiltrazioni malavitose, in mancanza di elementi fattuali di segno contrario. Ed anzi il coinvolgimento del coniuge nella gestione dell’impresa “una volta venuta meno, per mancanza di elementi, la connotazione negativa attuale del soggetto, costituisce elemento integrativo del percorso riabilitativo della persona”. 

“Si tratta di principi di diritto - ha evidenziato l’avvocato Quinto – che assumono una valenza di carattere generale in situazioni analoghe”. “Se è infatti interesse generale contrastare l’influenza mafiosa nel settore dell’imprenditoria avuto riguardo a rilevanti interessi economici, per altro verso è necessaria la ricerca di un prudente punto di equilibrio per non svuotare di contenuto diritti inalienabili, insopprimibili ed incomprimibili”.

L’esercizio commerciale potrà quindi riprendere l’attività con la nuova stagione turistica.

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