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Lunedì, 29 Aprile 2024
Cronaca

"Falsa cieca" non vede sul serio: archiviazione

MESAGNE - Colpo di scena: la "falsa cieca" è non vedente sul serio, lo è dall’età di 14 anni e nel tempo che ha trascorso nel buio quasi assoluto ha sviluppato una sopraffina capacità di muoversi in autonomia, di riconoscere gli spiccioli, di fare la spesa e individuare le persone amiche per strada. Inchiesta archiviata.

MESAGNE - Colpo di scena: la "falsa cieca" è non vedente sul serio, lo è dall’età di 14 anni e nel tempo che ha trascorso nel buio quasi assoluto ha sviluppato una sopraffina capacità di muoversi in autonomia, di riconoscere gli spiccioli, di fare la spesa e individuare le persone amiche per strada. E' stata quindi archiviata l’inchiesta per truffa ai danni dell’Inps che coinvolgeva una donna di 60 anni di Mesagne, difesa dall’avvocato Carmelo Molfetta, che ha potuto dimostrare di non aver percepito ingiustamente un solo euro della pensione di invalidità che le era stata assegnata nel 1998.

La donna era stata fotografata e seguita per mesi: si riteneva che avesse sottratto all’Inps una cifra pari a 117.000 euro, ma – c’è il sigillo del pm e del gip - non era accaduto nulla di simile, come dimostrato prima da una perizia di parte e poi da una consulenza tecnica disposta dal gip Paola Liaci in un incidente probatorio. Nel novembre del 2012 la notifica di un avviso di conclusione delle indagini preliminari per truffa da parte dei carabinieri.

Il consulente di parte, Carlo Sborgia, ordinario di oftalmologia all’Università di Bari, ha poi accertato che la donna aveva maturato il difetto grave all’età di 14 anni e nonostante un "residuo visivo" all’occhio destro è ancora oggi una “cieca totale” che necessita di accompagnamento. Ha anche spiegato, nella sua relazione, che durante gli anni trascorsi senza l’uso della vista aveva potuto sviluppare “fenomeni di organizzazione spaziale” tali da farla apparire una persona priva di qualsiasi problematica.

Le osservazioni sono state poi condivise dal consulente del gip. Il pm Luca Buccheri ha chiesto quindi l’archiviazione del procedimento, non essendovi elementi per poter sostenere a giudizio l’ipotesi di truffa contestata. Ora, conseguenza inevitabile, la persona sottoposta alla gogna mediatica, chiederà i dovuti risarcimenti a chi le ha puntato contro il dito scambiando la sua straordinaria abilità e l’autonomia assoluta, nonostante la disabilità, per una presa in giro in danno dell’ente previdenziale.

 

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