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Cronaca

Festino a luci rosse, riprende il processo a Mele

ROMA - Dovrebbe riprendere domani il processo a Cosimo Mele, ex deputato dell'Udc, attualmente dell'Alleanza di Centro. E' accusato di avere procurato la cocaina che utilizzò assieme alla escort romana Francesca Zenobi nella notte di sesso nella suite dell'Hotel Flora, in via Veneto, a Roma, che si concluse con il trasporto della ragazza in ospedale per un malore. Nell'ultima udienza fu interrogata per ben tre ore la Zenobi. Durante la deposizione la escort più volte fu colta dalle lacrime. "Per la tensione e per il ricordo di quella notte", si giustificò.

ROMA -Dovrebbe riprendere domani il processo a Cosimo Mele, ex deputato dell'Udc, attualmente dell'Alleanza di Centro. E' accusato di avere procurato la cocaina che utilizzò assieme alla escort romana Francesca Zenobi nella notte di sesso nella suite dell'Hotel Flora, in via Veneto, a Roma, che si concluse con il trasporto della ragazza in ospedale per un malore. Nell'ultima udienza fu interrogata per ben tre ore la Zenobi. Durante la deposizione la escort più volte fu colta dalle lacrime. "Per la tensione e per il ricordo di quella notte", si giustificò.

Di Mele, peraltro, si è tornato a parlare nei giorni scorsi per la separazione dalla moglie Adele Schena che proprio nei giorni dello scandalo diede alla luce una bambina. Era la notte tra il 28 e il 29 luglio del 2007. Mele e un altro parlamentare pugliese andarono a cena in un ristorante romano, in piazza Farnese, con due escort: la Zenobi e una ragazza russa. "Passammo da casa di Mele - disse ai giudici la Zenobi -, dove andammo in taxi, e prese la cocaina. Stava in una bottiglietta che portò con sé all'Hotel Flora".

Mele all'epoca ammise di avere partecipato al festino a luci rosse ma di non avere visto né usato la droga. Secondo la teste, il politico non solo avrebbe usato la droga, ma avrebbe fatto sesso con lei in modo forsennato, dando anche sfogo a delle inclinazioni molto personali, come quella di fare telefonate durante i rapporti sessuali. Il Tribunale ha  disposto l'acquisizione delle schede telefoniche per verificare la veridicità di queste affermazioni.

Dal canto suo, Mele, difeso dall'avvocato Mario Guagliani, ha sempre sostenuto di essere stato incastrato. Non c'era droga quella sera, ma due ragazze. Lui fece sesso ma con l'altra, quella russa, mentre Zenobi stava in un'altra stanza. Mele sostiene che la Zenobi non sapeva che lui era un politico e che quando l'ha scoperto è scattata la trappola.

Il Tribunale, ovviamente, sta cercando di stabilire quale sia la verità. Nel frattempo Mele, che nella fase istruttoria delle indagini era accusato anche di omissione di soccorso, si è scrollato di dosso questa accusa. La escort, subito dopo l'arrivo in ospedale e nei giorni successivi agli investigatori, disse che Mele, una volta che lei aveva cominciato ad avvertire il malore, l'aveva lasciata in quella stanza d'albergo ed era andato via. Secondo la versione della Zenobi, fu soccorsa perché lei riuscì a telefonare ad un amico.

Ma questa ricostruzione non ha retto ed è quindi scomparsa dal processo perché non era vera. Era stato, infatti, Mele a darsi da fare, chiamando la reception per far arrivare un'ambulanza. Storia di sesso, droga, ma anche intrighi?. Non è detto che nell'udienza di domani si facciano passi avanti. Il presidente della sezione che giudica Mele si era messo in aspettativa e quindi non è certo che l'udienza si tenga.

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