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Domenica, 28 Aprile 2024
Cronaca

I cani non fiutano l'operaio scomparso, il pm da via libera alle ruspe

BRINDISI – Sepolto sotto una valanga di detriti durante lo sbancamento di una cava per l’estrazione di materiale inerte. E’ questo il terribile sospetto che aleggia attorno alla scomparsa del 47enne Salvatore Di Latte, operaio specializzato dell’impresa Semes, di Raffaele Angelo Peciccia.

BRINDISI – Sepolto sotto una valanga di detriti durante lo sbancamento di una cava per l’estrazione di materiale inerte. E’ questo il terribile sospetto che aleggia attorno alla scomparsa del 47enne Salvatore Di Latte, operaio specializzato dell’impresa Semes, di Raffaele Angelo Peciccia.

La cava di contrada Mascava – situata al confine tra Brindisi e San Vito dei Normanni - era chiusa questa mattina per consentire lo sbancamento di un costone di roccia attraverso l’esplosione di polvere da mina che ha fatto crollare un quantitativo di circa un migliaio di metri cubi di detriti sotto i quali potrebbe essere finito il 47enne, padre di tre figlie femmine di 18, 19 e 21 anni.

Sono circa 12 quando avviene l’esplosione: “Secondo la procedura vengono prima piazzate le cariche di dinamite, poi scatta la segnalazione del pericolo con le bandiere ed infine viene fatto suonare l’allarme”, spiega Nicola Silletti (ex vice sindaco di Ostuni) uno dei responsabili dell'azienda. Anche questa mattina l’operazione sembrava rientrare nella regolare routine produttiva del sito.

Dopo l’esplosione però, il “fuochino”, così si chiama la figura incaricata di gestire l’operazione di brillamento, si affaccia per verificare se tutte le cariche fossero scoppiate e nota una Panda rossa parcheggiata nei pressi dei cumuli di roccia franati. Da qui il panico e l’angoscia per la possibile presenza di qualcuno sotto i cumuli di roccia. Qualcuno che potrebbe essere proprio Salvatore Di Latte, proprietario dell'auto che questa mattina si era recato in azienda per svolgere il suo turno di lavoro dalle 6 alle 14.

Non è ancora chiaro per quale motivo l'uomo fosse sul posto, dal momento che lavorava in un'altra zona della cava. Forse, ipotizza qualche conoscente, era sceso per cercare qualche pietra da utilizzare per edificare qualche muretto per la sua abitazione di campagna. Sul posto sono immediatamente arrivati gli agenti della squadra mobile – diretti dal vice questore Francesco Barnaba che hanno la titolarità delle indagini – i carabinieri del nucleo operativo del capoluogo comandati dal tenente Alessio Gallucci – i vigili del fuoco del comando provinciale che hanno portato anche due unità cinofile per la ricerca dei dispersi anche in caso di terremoto.

Sul luogo, infine, gli ispettori dello Spesal ed il magistrato Giuseppe De Nozza. Non essendo i cani riusciti a fiutare la presenza dell’uomo, il magistrato ha disposto l’inizio dei lavori di rimozione dei detriti con la speranza di ritrovarlo: le operazioni sono iniziate con i mezzi della stessa azienda intorno alle 15 con due ragni, un caterpillar ed una escavatrice, oltre ad altri mezzi per la raccolta del pietrisco, con la speranza di riuscire a ritrovare il 47enne. Le ricerche proseguono.

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