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Lunedì, 29 Aprile 2024
Cronaca

I medici si interrogano su come va fatta un'indagine epidemiologica

Le criticità legislative legate la binomio ambiente-salute, tema particolarmente sentito a Brindisi, saranno al centro di un convegno che il 21 e il 22 novembre si svolgerà nella sede degli Ordine dei medici di via Palmiro Togliatti 2. Una serie di incontri sulla questione si sono già svolti in altre città italiane

BRINDISI – Le criticità legislative legate la binomio ambiente-salute, tema particolarmente sentito a Brindisi, saranno al centro di un convegno che il 21 e il 22 novembre si svolgerà nella sede degli Ordine dei medici di via Palmiro Togliatti 2. Una  serie di incontri sulla questione si sono già svolti in altre città italiane.

 Promossa in collaborazione con Isde-Italia (Italia medici per l’ambiente),  Fnom&o (Federazione nazionale dei medici chirurgi) e il gruppo di lavoro “Professione, Ambiente e Salute, Sviluppo”,l’iniziativa è stata concepita  con l’obiettivo di di” impegnare tutta la  professione medica, in qualsiasi sede essa operi, a dare il miglior contributo alla conoscenza scientifica, alla governance sostenibile e alla coesione sociale generale e locale, nella prospettiva della tutela della salute individuale e collettiva negli ambienti di vita e di lavoro”.
SI riporta di seguito una nota dell’Ordine dei medici. 

Nessuna persona e comunità, nessun governo e organizzazione internazionale può ignorare che l'essere umano è parte integrante di un più vasto mondo biologico e che la sua vita dipende dalle condizioni dell'ecosistema in cui è inserito.

Negli ultimi decenni  si è assistito ad uno sviluppo esponenziale degli studi epidemiologici sulle interazioni tra ambiente e salute, che hanno richiamato l'attenzione pubblica sugli effetti potenzialmente dannosi derivanti dalle attività antropiche (produzione di energia, gestione dei rifiuti, sistema della mobilità, qualità dell'acqua e dell’aria, pratiche agricole, campi elettromagnetici), in particolare sulle ricadute a lungo termine sulla salute, ossia quelle meno evidenti ma, una volta che si verificano, più difficili da tenere sotto controllo.

Non di rado sono state rese pubbliche, non solo tramite i mass media,  informazioni contrastanti, “allarmanti o rasserenanti”, sulle interazioni tra ambiente e salute di intere popolazioni, derivanti da indagini e/o perizie tecniche, basati su studi epidemiologici effettuati con metodologie statistiche spesso diverse e divergenti.
Negli ultimi anni tecniche innovative di indagine dei meccanismi molecolari e di sequenziamento genomico hanno permesso di approfondire la conoscenza di molti fenomeni biologici: dallo sviluppo ontogenetico (dall’uovo fecondato all’individuo) e filogenetico (relativo all’evoluzione della specie) sino all'acquisizione delle forme, dai processi fisiologici alle alterazioni patologiche e ai cosiddetti effetti epigenetici, ossia le modificazioni nell’espressione dei geni ma non nella sequenza del DNA. Tali ricerche e studi hanno documentato le evidenze sulla esistenza di alterazioni ambientali di origine antropica e l’insorgere di patologie e di modifiche ereditabili nell’espressione dei geni.

Nell'ambito di una sempre più proficua collaborazione l'Isde-Italia e Fnomc&O,  il Gruppo di lavoro “Professione, Ambiente e Salute, Sviluppo” e gli OMCeO Provinciali, hanno promosso l'organizzazione in molte città d’Italia (negli ultimi mesi a Savona, Arezzo, Taranto, Campobasso, Udine) di convegni e incontri, che hanno rappresentato  momenti importanti di riflessione, a partire dalla constatazione che molte delle aree del nostro Paese, classificate “a rischio di crisi ambientale” dal DPR 23/09/98, possono ormai essere definite “aree di disastro ambientale”, in quanto il danno alla salute della popolazione provocato da attività altamente inquinanti e clima-alteranti è stato ampiamente documentato da studi e ricerche, nonché da indagini della Magistratura.    

Da quanto sopra detto,  si possono trarre alcune considerazioni:

gli studi epidemiologici devono essere condotti sulla base di un aperto confronto sulle migliori evidenze scientifiche in merito alla valutazione delle fonti, dei metodi e dell'analisi  dei dati anche alla luce delle più recenti acquisizioni biomolecolari, genetiche ed epigenetiche, in materia di associazioni tra alterazioni ambientali e insorgenza di patologie.

La legislazione e le normative vigenti in materia di autorizzazioni delle varie attività antropiche e i relativi sistemi  di controllo effettuato dalle strutture attuali (ARPA; Dipartimenti di Prevenzione delle ASL) si sono rivelati spesso  inadeguati a garantire la prevenzione dei danni alla salute individuale e collettiva, negli ambienti di vita e di lavoro.

Troppo spesso, i temi inerenti la protezione ambientale e la tutela della salute sono stati invocati solo per fronteggiare situazioni acute e drammatiche di crisi sanitarie e sociali, senza mai diventare l'oggetto di un approfondita riflessione e di una efficacia opera di prevenzione degli effetti a livello sanitario e sociale.,

Lo scopo del Convegno, pertanto è quello di contribuire ad una riflessione comune su questi temi con il coinvolgimento di tutti i soggetti professionali coinvolti istituzionalmente, al fine di attuare: la Valutazione di Impatto sulla Salute (VIS), ovvero “una combinazione di procedure, metodi e strumenti tramite i quali una politica, un programma o un progetto possono essere giudicati sotto il profilo dei loro potenziali effetti sulla salute della popolazione e della loro distribuzione nell’ambito della stessa popolazione” (Congresso di Goteborg 1999); ll potenziamento, l'integrazione e il coordinamento di tutte le strutture organizzative, sanitarie e ambientali, al fine di gestire procedure e controlli finalizzati prioritariamente alla valutazione e alla prevenzione, oltre che alla repressione, delle patologie ambiente-correlate.

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