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Lunedì, 29 Aprile 2024
Cronaca

Il Natale amaro dei 26 della Ionian

BRINDISI - Stanno ricevendo qualche panettone e le bottiglie per brindare. Perché anche per loro, i 26 marittimi bloccati sulla Ionian Spirit dal 17 settembre scorso, il Natale che arriva sia dignitoso, visto che non potrà essere felice. I membri dell’equipaggio della nave traghetto dell'Agoudimos che è ferma nel Seno di Levante perché soggetta a un pignoramento (non è mai stata sotto sequestro), questione per altro risolta da un pezzo, trascorreranno le festività lontano dalle proprie famiglie, in una terra straniera.

BRINDISI - Stanno ricevendo qualche panettone e le bottiglie per brindare. Perché anche per loro, i 26 marittimi bloccati sulla Ionian Spirit dal 17 settembre scorso, il Natale che arriva sia dignitoso, visto che non potrà essere felice. I membri dell’equipaggio della nave traghetto dell'Agoudimos che è ferma nel Seno di Levante perché soggetta a un pignoramento (non è mai stata sotto sequestro), questione per altro risolta da un pezzo, trascorreranno le festività lontano dalle proprie famiglie, in una terra straniera.

Stanno centellinando l’uso d’acqua e di energia elettrica, perché per tutti i servizi a bordo, incluso il riscaldamento, è necessario del carburante che sta per finire. I viveri basteranno ancora per qualche giorno, poi, ci sarà emergenza anche per la sopravvivenza del personale che attende di incassare le somme che gli spettano di diritto.

Si tratta, stando a quanto spiega Franco Aversa, l’agente marittimo della Ionian Spirit, di una cifra pari a 150 – 200 mila euro. Ieri negli uffici della Capitaneria di porto di Brindisi è giunta l’ennesima segnalazione con cui si chiedono interventi immediati. Nei giorni scorsi in una riunione del comitato territoriale del Welfare della gente di mare, convocata presso gli uffici della Capitaneria di porto sono state esaminate le condizioni di vivibilità del personale che, secondo quanto ha scritto Aversa in una nota inviata alle autorità interessate, è al di sotto dei livelli minimi.

La situazione, spiega l’agente marittimo, è critica e rischia di aggravarsi nei prossimi giorni. Il problema più grave è quello che riguarda gli stipendi che non ricevono da settembre e che sono necessari per il sostentamento delle rispettive famiglie che si trovano nei luoghi di origine. Oltre a questo si aggiungono le difficoltà economiche e l’impossibilità di acquistare ricariche telefoniche per mettersi in contatto con i propri cari. Ai 26 stranieri che vivono ormai da tre mesi sulla Ionian Spirit l’Avvisatore marittimo del porto di Brindisi sta concedendo l’utilizzo della rete internet proprio per i contatti con i parenti.

Per Natale, non c’è nulla da fare. Dai contatti con l’armatore è giunta di recente qualche buona notizia, ossia l’impegno a versare parte dell’importo dovuto entro la prossima settimana. Prima del nuovo anno. Si tratterà comunque di un anticipo che non risolverà del tutto la questione.

Anche superato l’impedimento che ha costretto la motonave nel porto di Brindisi, priva dell’autorizzazione a ripartire, vi saranno altri impicci da risolvere. Garanzie e debiti da saldare. Finché non otterranno tutto quel che spetta loro in termini di danaro i membri dell’equipaggio non metteranno piede sulla terraferma, quando lo faranno bisognerà provvedere ai biglietti per il loro rimpatrio.

La Capitaneria di Porto, con il comandante Giuseppe Minotauro, sta seguendo la vicenda garantendo un impegno costante per la risoluzione. I 26, montenegrini, egiziani, greci, rumeni e albanesi, hanno esposto giorni fa uno striscione. “Crew need help”. Al di là dei panettoni inviati dal console del Montenegro, dall’Autorità Portuale e da qualche altro operatore portuale brindisino, l’aiuto sperato non è ancora stato loro fornito.

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