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Lunedì, 29 Aprile 2024
Cronaca Erchie

Indagini sui membri della Giunta: revocato l'obbligo di dimora per l'ex assessora Melechì

La decisione del gip del Tribunale di Brindisi su istanza degli avvocati: dopo le sue dimissioni anche da consigliera comunale vengono meno le esigenze cautelari

BRINDISI - A poco meno di tre giorni dall'annuncio delle dimissioni, il gip del Tribunale di Brindisi ha disposto la revoca dell'obbligo di dimora nei confronti dell'ex assessora del Comune di Erchie, Pamela Melechì. Un'inchiesta della Procura di Brindisi aveva portato esattamente un mese fa - era il 9 gennaio - agli arresti domiciliari per l'ex sindaco (anche lui si è dimesso) Pasquale Nicolì e per l'assessore Vito Oronzo Bernardi, arresti disposti con ordinanza firmata dalla giudice Nestore. Obbligo di dimora, invece, per l'assessora Melechì e per l'ex responsabile dell'area tecnico amministrativa del Comune, Ciriaco Ciro Pasquale.

I due legali di Pamela Melechì, gli avvocati Cosimo Lodeserto e Aldo De Rinaldis, avevano presentato istanza di revoca della misura cautelare dell'obbligo di dimora. Per la gip, visto il parere degli inquirenti, l'istanza può essere accolta: i legali Lodeserto e De Rinaldis hanno poggiato la propria richiesta sul venire meno delle esigenze cautelari, viste le dimissioni irrevocabili presentate da Melechì. E infatti la gip sottolinea che il pericolo di una eventuale reiterazione dei reati contestati poggiava proprio sul ruolo amministrativo dell'ormai ex assessora. Venuto meno il ruolo, venuta meno l'eventualità del pericolo. La revoca della misura porta in calce la data di oggi (venerdì 9 febbraio 2024.

Pamela Melechì

Tornando alle indagini sull'Amministrazione di Erchie, la gip del Tribunale di Brindisi, Barbara Nestore, aveva disposto le misure cautelari su richiesta del procuratore aggiunto Antonio Negro e dei sostituti Giovanni Marino e Pierpaolo Montinaro. Per quanto riguarda la posizione dell'ex assessora, sono cinque i capi di imputazione che le vengono contestati: un presunto caso di abuso d'ufficio (insieme al resto della Giunta), una falsità materiale commessa dal pubblico ufficiale in atti pubblici (sempre insieme al resto della Giunta), una tentata concussione in concorso con l'ex sindaco, un altro presunto episodio di falso in atto pubblico e un tentativo di abuso d'ufficio contestato anche all'ex primo cittadino.

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