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Venerdì, 26 Aprile 2024
Cronaca

Inps e minacce, Bove tace col gip

BRINDISI - Non una sola parola, in attesa di presentare al gip una memoria difensiva. Si è avvalso della facoltà di non rispondere stamani l’ex direttore dell’Inps Cesare Bove, 62 anni, sottoposto alla misura cautelare del divieto di avvicinamento alla persona offesa.

BRINDISI - Non una sola parola, in attesa di presentare al gip una memoria difensiva. Si è avvalso della facoltà di non rispondere stamani l’ex direttore dell’Inps Cesare Bove, 62 anni, sottoposto alla misura cautelare del divieto di avvicinamento alla persona offesa (il suo successore) per via delle pesanti minacce proferitegli. Bove, al fianco del suo avvocato difensore, Massimo Manfreda, ha preferito quindi il silenzio nell’interrogatorio di garanzia. E’ accusato di minaccia aggravata a pubblico ufficiale.

Vanno intanto avanti le indagini sul suo conto, mentre permane l’obbligo stabilito dal gip Valerio Fracassi sul richiesta del pm Milto Stefano De Nozza (che aveva richiesto gli arresti domiciliari) di mantenersi ad almeno 100 metri di distanza dall’attuale presidente dell’Inps al quale aveva telefonato per intimidirlo, dopo che questi aveva collaborato con l’autorità giudiziaria. ”Ti faccio trovare morto steso su un letto’ gli avrebbe Bove, in carica fino al 30 settembre 2011, dopo che il successore aveva consegnato ai carabinieri e alla magistratura gli esiti di un’inchiesta interna nella quale si ravvisavano presunti abusi nella gestione dell’ente, oltre che per convincerlo a garantire alla sua compagna un avanzamento di carriera.

Il 62enne ormai non più al timone dell’ente di piazza Vittoria è anche coinvolto in un’inchiesta per concorso in corruzione continuata a carico di 5 persone (tra cui anche l’ex presidente dell’Enel Basket Brindisi Antonio Corlianò) per una serie di assunzioni e favori che ricomprendevano la cessione di abbonamenti per seguire le partite di serie A di basket e per le stagioni teatrali al teatro Verdi di Brindisi. Il già direttore dell’Inps, secondo l’accusa, avrebbe proferito al telefono una serie di intimidazioni finalizzate a costringere la vittima a compiere atti contrari ai doveri d’ufficio, oltre che invettive e insulti, avrebbe anche affermato che ”Brindisi era la sua città e nessuno si poteva permettere di ostacolare i suoi interessi”.

Secondo il giudice per le indagini preliminari, Valerio Fracassi, questi avrebbe attuato un atteggiamento violento ”al chiaro scopo di poter continuare a gestire, insieme alla compagna, i suoi interessi e le sue amicizie”.

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