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Lunedì, 29 Aprile 2024
Cronaca

Furti: "A Brindisi ci sono poliziotti che sono prima di tutto delle belle persone"

Un cittadino in una lettera aperta destinata al questore di Brindisi Annino Gargano, racconta quanto sta avvenendo nel quartiere Paradiso negli ultimi tempi, ringraziando gli agenti delle Volanti per il ritrovamento della refurtiva

Storie di furti, ricatti, omertà e paura, poliziotti che promettono di trovare i responsabili e che ci riescono. Cittadini scoraggiati che ritrovano fiducia nelle forze dell’ordine, in questo caso nella polizia, e che cominciano a collaborare. Un quartiere abbandonato a sé stesso e alla criminalità, sotto scacco di una banda senza pietà che ruba di tutto e agli stessi cittadini del quartiere in cui vive, alle stesse persone che incontra per strada e in tabaccheria o al bar, e che la polizia sta smantellando giorno dopo giorno. Questo almeno secondo le fonti ufficiose. Storie che devono essere raccontate per rendere giustizia a chi si impegna giorno dopo giorno per la sicurezza della città. Da qualche tempo si hanno notizie di arresti di ladri in città, di denunce per ricettazione, di merce rubata, ritrovata e restituita ai proprietari ma al momento nessuna comunicazione ufficiale da parte degli addetti ai lavori è giunta alle redazioni dei giornali. Ma ci sono fatti di cronaca che devono essere resi noti, specie se le vittime sono semplici cittadini che si ritrovano con scantinati saccheggiati. Uno di essi, una delle vittime di questi furti che ha avuto la fortuna di incrociare una squadra di poliziotti intenzionata a trovare questi criminali, in una lettera aperta destinata al questore di Brindisi Annino Gargano, racconta quanto sta avvenendo negli ultimi tempi nel quartiere Paradiso, l’impegno di questa squadra di poliziotti, Giulio Ancora (Sovraintendente Capo -  Sottufficiale), Vincenzo Negro (Assistente Capo), Simone Scogna (Assistente) e Francesco Brunetti (Assistente Capo), a restituire serenità alla città, “a costo di non dormire la notte” e la grande soddisfazione nel riavere quanto gli è stato asportato. Di seguito la lettera che racconta tutta questa storia 

Egregio signor questore, il quartiere Paradiso nel passato è sempre stato identificato come un rione difficile e posto ai margini, noto altresì come grande bacino “raccogli voti”, già perché le anime sul Rione sono più di 1000, abbastanza per determinarne per esempio la vittoria di un candidato sindaco. Durante le campagne elettorali gli abitanti del rione vede e sente in giro le promesse del millantatore di turno di destra come di sinistra che promette una serie di interventi “importanti ed essenziali” sul quartiere, puntualmente la gente speranzosa ci casca e ovviamente poi non succede mai nulla. Le piazze rimangono non curate, le vie nel degrado più totale, le strade dissestate fino al punto da esserne impercorribili. Il “Paradiso” appare un rione particolarmente silenzioso, più che un “Paradiso” sembra un cimitero, silenzioso e quasi invisibile, ideale per faccendieri di diverse attività illegali. Solitamente la gente del rione deve sopportare annualmente una moltitudine di furti nelle proprie case, garage e attività commerciali.

Questo 2023 è stato decisamente l’anno in cui il quartiere ha subito un ladrocinio senza precedenti. La gente rassegnata e delusa già dal comportamento di totale abbandono da parte delle istituzioni che si sono succedute “a destra come a sinistra” ha pensato che le forze dell’ordine non facessero eccezione. In passato quando qualcuno fiducioso si era recato a sporgere denuncia presso i carabinieri piuttosto che in questura, ha ricevuto sempre lo stesso trattamento e subito da prima la rassegnazione di chi ti redigeva il verbale, con la classica espressione “glielo dico già è difficile che si possano ritrovare le sue cose”.

Una bella firma su un foglio e punto. Per cui la gente si è fatta l’idea che tanto non valeva la pena andare a denunciare il furto subito. Invece questo martedì 7 novembre è successo qualcosa di diverso. Verso le 17 una pattuglia della polizia con a bordo il sovrintendente capo Giulio Ancora e i suoi assistenti si sono fatti vedere nei pressi dei palazzoni del quartiere, nel tentativo di recuperare qualche informazione in merito ai furti che erano avvenuti la settimana prima e che erano continuati senza sosta fino alla notte appena passata.

L’approccio degli agenti nei confronti di alcuni abitanti del rione e del sottoscritto è stata sicuramente inusuale, differente da quello che un po’ tutti ricordavamo dagli agenti del passato. Gentili e sicuramente empatici, ma decisamente determinati nel diffondere la fiducia nelle forze dell’ordine, Giulio Ancora e i suoi ci tenevano moltissimo a far capire che si sarebbero impegnati al massimo per poter dimostrare quanto tenessero alla questione, fino al punto che si sono presi la responsabilità di una “promessa”.

Le persone hanno apprezzato lo sforzo ma ugualmente riponendo poca speranza. Invece succede che nell’arco di un solo giorno e quasi una notte questa squadra di poliziotti “nuovi” per tanti non hanno disatteso la “promessa”. Giovedì alle 3:20, arriva la notizia da parte del sottufficiale Ancora che è stata recuperata una parte della refurtiva e che ne stanno recuperando dell’altra. Così alle 5 quando sono salito al terzo piano della Questura, ho conosciuto meglio quei ragazzi, avevano gli occhi rossi dalla stanchezza e dal sonno, ma il viso di chi con fierezza aveva fatto qualcosa di utile per la comunità. Personalmente ho espresso la mia gratitudine e scoperto che a Brindisi c’è una squadra composta da poliziotti che sono prima di tutto delle belle persone e degli agenti che fanno sentire la loro presenza sul quartiere, oggi gradita più che mai.

Ho diffuso la notizia tra amici e conoscenti che al terzo piano della Questura di Brindisi, c’erano moltissimi oggetti recuperati. Parecchia gente che non aveva denunciato il furto si è recata al palazzo della Polizia in via Perrino 1, nella speranza di trovare il suo oggetto. Da alcuni amici ho racconto le testimonianze di sorpresa e di soddisfazione quando si è visto riconsegnare il proprio oggetto. Per esempio Leo un ragazzo che conosco, ha recuperato l’attrezzatura del suo lavoro comprata con tanti sacrifici. Ho saputo che tanti hanno ringraziato quei ragazzi della Questura ed anche quando, i tanti che non hanno trovato le loro cose, hanno ringraziato ugualmente perché quello che ha dato soddisfazione è stata la prontezza e la vicinanza.

Questa esperienza all’apparenza può sembrare qualcosa di non particolarmente “straordinario”, invece secondo il mio modestissimo pensiero va vista sotto un altro punto di vista. Potrebbe essere la prima pietra dove costruire la fiducia tra il cittadino e le forze dell’ordine. Sugli altri rioni non le saprei dire che aria tira, le posso dire però con assoluta certezza che al “Paradiso” la fiducia manca da molti anni. La riconoscenza delle persone si è palesata nella misura in cui hanno voluto conoscere i nomi dei poliziotti non solo per congratularsi ma per poterli salutare ogni qualvolta ci si vedeva sul quartiere Paradiso. Complimenti a Lei signor Questore e ai suoi ragazzi da parte mia e dalla stragrande maggioranza degli abitanti del Rione Paradiso

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