rotate-mobile
Lunedì, 29 Aprile 2024
Cronaca Oria

Morte del capitano Ruello: "Poligono abusivo, altezza del terrapieno inadeguata"

Due condanne e cinque assoluzioni per la morte del carabiniere che nel maggio 2016 fu colpito da un proiettile alla testa, durante una gara di tiro dinamico: le motivazioni della sentenza

ORIA – “Altezza del terrapieno obiettivamene inadeguata a tutelare l’incolumità degli utenti della struttura”. Lo scrive il giudice del tribunale di Brindisi, Simone Orazio, nelle motivazioni della sentenza emessa al termine del processo sulla morte di Gianbruno Ruello, capitano dell’Arma dei carabinieri che la mattina del 28 maggio 2016 fu colpito alla nuca da un proiettile, durante una gara sportiva di tiro dinamico che si stava svolgendo presso il poligono situato fra il centro abitato di Oria e il santuario di San Cosimo e Damiano, sulla strada provinciale 58.

Secondo il gudice sono emerse delle responsabilità solo a carico di Francesco De Pace, presidente dell’associazione sportiva Dynamic Shooting Club Federico II, condannato alla pena di un anno e otto mesi di reclusione (richiesta pari a 2 anni e 6 mesi),e Francesco Tancredi, consigliere della stessa associazione e responsabile del campo, condannato a un anno e tre mesi di reclusione (richiesta pari a 2 anni e 3 mesi di reclusione), mentre, nonostante le richieste di condanna formulate dal pm Raffaele Casto, sono stati assolti, perché il fatto non costituisce reato, gli altri cinque imputati.  Si tratta di: Pietro Apuzzo, giocatore che ha esploso il colpo di pistola fatale mentre partecipava alla gara, difeso dagli avvocati Claudio Sgambato, Domenico Attanasi e Gianni Iacobelli; Graziantonio Prudentino, vice presidente e arbitro del percorso in cui si trovava Apuzzo, difeso da Daniele Ancora e Orazio Vesco; Salvatore Castellana e Alfonso Passiante, consiglieri dell’associazione, difesi rispettivamente da Marianna Lazzaro e Ylenia Ammaturo; Cosimo Leone, responsabile degli arbitri, difeso da Daniele Ancora e Orazio Vesco.

Ruello, arbitro della gara, si trovava nello stage 2. Colpito accidentalmente da un proiettile Glock calibro 9, morì meno di 24 ore dopo, presso l'ospedale Perrino di Brindisi. L’arma era impugnata da un tiratore, Pietro Apuzzo, che stava effettuando la sua gara nello stage 1. I due percorsi erano divisi da un terrapieno sovrastato da pneumatici fuori uso. Tale barriera, però, da quanto si evince dalle motivazioni della sentenza, non era abbastanza alta. “Le prove raccolte in merito alla conformazione del poligono di tiro e, segnatamente, dall’elemento divisorio posto tra gli stages 1 e 2 hanno dimostrato, senza tema di smentita  - scrive il giudice – che l’altezza del terrapieno fosse obiettivamente inadeguata a tutelare l’incolumità degli utenti della struttura, perché essa variava da 1,35 a 1,61 metri ed al riguardo non può essere valutata, in aggiunta, l’altezza degli pneumatici che sovrastavano il terrapieno in parola, essendo emerso che questi ultimi fossero vuoti e, quindi, del tutto inadatti ad arrestare o trattenere i proiettili”.

Il giudice rimarca inoltre come “tale soluzione inidonea fosse presente solo tra gli stages 1 e 2, mentre per tutti i restanti box di tiro l’elemento divisore fosse costituito da un muro in cemento alto oltre due metri”. Tutto ciò all’interno di un poligono “pacificamente abusivo”, si legge ancora nella sentenza.  A tali conclusioni si è arrivati sulla base dei rilievi dei carabinieri del Sis (Sezioni investigative scientifiche) di Bari e degli accertamenti effettuati da un geometra nominato dall’accusa. Bocciate, invece, le valutazioni dei consulenti tecnici della difesa. 

Gli unici responsabili dell’accaduto, dunque, sarebbero il presidente, nonché legale rappresentante dell’associazione, Francesco De Pace, difeso dall’avvocato Pasquale Annicchiarico, e il responsabile del campo di tiro, Francesco Tancredi, difeso da Raffaele Missere. “L’istruttoria – si legge ancora nella sentenza – ha dimostrato l’assenza di qualunque controllo o verifica in merito all’altezza del terrapieno in questione prima della celebrazione della gara". Nei riguardi dei due imputati il giudice ha dispoto la sospenione della pena e la non menzione ai termini e alle condozioni di legge. Entrambi dovranno risarcire i danni sofferti dalla moglie e da due figli di Ruello (assistiti dagli avvocati Massimo e Riccardo Manfreda), da liquidarsi in separata sede, oltre al pagamento di una provvisionale pari a 20mila euro in favore di ciascuno di loro. 

Si parla di

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Morte del capitano Ruello: "Poligono abusivo, altezza del terrapieno inadeguata"

BrindisiReport è in caricamento