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Cronaca

Quando lo stalker è vicino di casa: brindisino finisce in carcere

Un uomo di 48 anni aveva violato il divieto di avvicinamento, poi ai domiciliari continuava a perseguitare dalla finestra la ex compagna

BRINDISI – Si può considerare finito l’incubo degli atti persecutori, se il persecutore di turno, pur colpito prima da divieto di avvicinamento, poi anche dalla misura degli arresti domiciliari, abita accanto al domicilio della donna vittima di questa spirale? Pare proprio di no, e dopo tre anni circa di divieti del magistrato ignorati e violati, un brindisino di 48 anni, che proprio non voleva cessare di infastidire e offendere la ex compagna, è finito in carcere. Giovedì 23 maggio, infatti, personale della Sezione Volanti ha proceduto all’arresto di A.A., trasferendo alla casa circondariale di via Appia dopo avergli notificato un’ordinanza di aggravamento della custodia cautelare in casa.

Allo stalker in questione nel 2016 era stata applicata la misura coercitiva personale del divieto di avvicinarsi ai luoghi abitualmente frequentati dall’ex compagna, con proibizione di comunicare con la stessa anche in forma scritta, a mezzo telefono o rete internet. Prescrizioni violate nel corso degli ultimi tre anni. Si erano infatti verificati vari tentativi di contattare telefonicamente la parte offesa. Non solo: dalla vicina abitazione, affacciato alla finestra, l’uomo aveva ripetutamente lanciati offese verbali contro la donna, costringendola a sporgere ulteriori denunce per stalking.

Il divieto di avvicinamento era stato pertanto ritenuto una misura non sufficiente a frenare il personaggio, e il mese scorso il magistrato competente aveva ritenuto opportuno aggravare la sottoponendo l’uomo al regime degli arresti domiciliari. Niente da fare: anche questa barriera prevista dalla legge in materia è stata violata più volte; A.A., sempre dalla propria abitazione, ha continuato ad inveire nei confronti della ex compagna. Alla donna non è rimasto altro da fare che sporgere altre denunce la parte lesa ha sporto ulteriori denunce, convincendo il magistrato che l’ultima chance era quella del proseguimento in carcere della custodia cautelare dello stalker brindisino.

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