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Cronaca

Asl Brindisi, appalti truccati: arriva la prescrizione per 34 imputati

Sentenza di non luogo a procedere emessa dal tribunale di Brindisi. In Appello cinque ex manager erano stati assolti

BRINDISI – Pioggia di prescrizioni nel processo sui presunti appalti truccati nell’Asl Brindisi. Il tribunale di Brindisi, con sentenza emessa stamani (mercoledì 27 febbraio), ha dichiarato il non doversi a procedere nei confronti di 34 imputati, per i quali non c'è stata rinuncia alla prescrizione come causa di estinzione dei reati contestati. Il processo, invece, prosegue nei confronti di chi ha chiesto una pronuncia nel merito.

Gli imputati

Prescrizione per:  Vincenzo Albonico, Cosimo Bagnato, Massimiliano Bellinfante, Roberto Borracino, Roberto Braga, Antonio Camassa, Cosimino Canone, Fenicia Cicerelli, Grazia Cito, Alberto Corso, Vincenzo Corso, Massimo Cremonini, Monica Crescenzo, Mauro De Feudis, M. G., Ivo Grifoni, Riccardo Infante, Vincenzo Izzo, C. L., Vittorio Marra, Antonio Miglietta, Giancarlo Nuzzaci. 

Prescrizione anche per: Roberto Paini, Francesco Perrino, Cesarino Perrone, Brenno Peterlini, Emilio Piliego, Gianluca Pisani, Giovanni Rana, Adolfo Rizzo, Giuseppe Rossetti, Cosimo Saracino, Antonio Sirena, Tommaso Vigneri. 

L'inchiesta

Il processo è scaturito dall’inchiesta chiamata Virus, che il 12 novembre 2013 portò all’emissione di 22 ordinanze di custodia cautelare nei confronti di dirigenti e impiegati della Asl e manager di diverse aziende, accusati di aver fatto parte di un’associazione per delinquere finalizzata al compimento di atti che avrebbero avuto ripercussione sull’aggiudicazione degli appalti, da quelli per la fornitura di pannolini alla gestione informatica. Prescrizione anche per il reato associativo: in 12 erano accusati di aver fatto parte di un sodalizio  finalizzata al compimento di atti corruttivi contrari ai doveri d’ufficio.

Tutto cancellato. Un colpo di spugna a una delle inchieste che fece molto scalpore. Alla fine, quindi, a fare la differenza è stato il trascorrere del tempo, rischio che era stato evidenziato dal rappresentante della pubblica accusa, Giuseppe De Nozza in una delle ultime udienze incardinate dinanzi al collegio presieduto da Domenico Cucchiara. Le motivazioni, stando al dispositivo, saranno depositate nel termine di 90 giorni.

Asl e Regione Puglia

L'Azienda sanitaria locale di Brindisi era parte civile: l'istanza era stata ammessa in sede di udienza preliminare. La Asl aveva avanzato una richiesta di risarcimento danni pari a tre milioni di euro, facendo riferimento non solo ai danni di natura patrimoniale, ma anche a quelli legati alla lesione dell'immagine.

Parte civile anche la Regione Puglia, con istanza dell'avvocato Francesco Marzullo. In una delle udienze recenti era intervenuto anche il governatore della Regione Puglia, Michele Emiliano.

L'apertura delle buste

Il teste principale dell'accusa era Giovanni Borromeo, condannato in abbreviato alla pena di tre anni e dieci mesi, dopo una serie di ammissioni, precisazioni e chiamate in correità messe nero su bianco in un menoriale di cento pagine. Borromeo, secondo l'accusa, era "l'uomo incaricato di aprire le buste con le offerte per le gara d'appalto indette dalla Asl di Brindisi". In occasione dell'udienza destinata al suo esame, accusò un malore e spiegò di soffrire di alcune patologie dopo l'arresto.

Il troncone dei manager

Si è già definito in primo grado il troncone processuale relativo all'abbreviato scelto da cinque ex manager dell’azienda sanitaria: hanno ottenuto l’assoluzione sia da parte del tribunale di Brindisi che da parte della Corte d’Appello di Lecce, con sentenza l’accusa di associazione per delinquere finalizzata al compimento di atti corruttivi contrari ai doveri d’ufficio che, stando il 10 luglio 2018. 

La difesa

Nel collegio difensivo, gli avvocati: Giuseppe Guastella, Massimo Manfreda, Raffaele Missere, Gianvito Lillo, Dario Budano, Cosimo De Michele, Roberto Cavalera, Rosario Almiento, Albino Quarta, Oreste Nastari.

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