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Lunedì, 29 Aprile 2024
Cronaca Fasano

Pullman della morte, rinvio udienza

FASANO - Sono passati quattro anni dalla “strage dei nonni” e la vicenda giudiziaria va ancora avanti: è infatti iniziato stamani a Lecce il processo d’Appello sull’incidente stradale che si verificò a Fasano, lungo la 172 dei Trulli, il 3 luglio del 2008. Morirono sei persone: il conducente di un Tir e alcuni anziani che viaggiavano a bordo di un pullman e stavano rientrando ad Alberobello dopo aver trascorso la mattinata alle Terme di Torre Canne. Più di quaranta pensionati rimasero feriti.

FASANO - Sono passati quattro anni dalla “strage dei nonni” e la vicenda giudiziaria va ancora avanti: è infatti iniziato stamani a Lecce il processo d’Appello sull’incidente stradale che si verificò a Fasano, lungo la 172 dei Trulli, il 3 luglio del 2008.  Morirono sei persone: il conducente di un Tir e alcuni anziani che viaggiavano a bordo di un pullman e stavano rientrando ad Alberobello dopo aver trascorso la mattinata alle Terme di Torre Canne. Più di quaranta pensionati rimasero feriti.

L’unico imputato era ed è il conducente del pullman, Antonio Sasso, di Mottola (Taranto), dipendente della Travel Sud di Noci, condannato in primo grado a due anni e otto mesi per omicidio colposo e ancora alla sbarra, nella speranza di ottenere la riforma della sentenza di condanna, se non addirittura l’assoluzione dal reato che gli fu contestato.

Le parti civili sono state quasi tutte già risarcite ed è proprio per consentire di trovare l’accordo con le ultime due rimaste, con le quali la transazione non è ancora andata a buon fine, che l’udienza dinanzi alla Corte d’Appello di Lecce è stata rinviata a dicembre per la requisitoria, la discussione della difesa e quindi la sentenza.

Sasso, 45 anni, è difeso dall’avvocato Giancarlo Camassa: secondo i periti dell’accusa, che fu sostenuta in primo grado dal pm Silvia Nastasia (fu invocata una condanna a tre anni e mezzo di reclusione), la condotta del conducente dell’autobus fu caratterizzata da negligenza, imprudenza o imperizia. E fu per questo che ci fu il terribile schianto, lungo una statale maledetta, sulla Selva di Fasano.

Non ci fu nulla da fare per Raimondo Fiume, 36 anni, di Monopoli, alla guida del tir che trasportava legname. E neanche per Angela D’Onchia, Santa Miccolis, Nicola Potenza, Giovanni Ricci e Pasqua Rosa Palmisano: facevano tutti parte di un gruppo di anziani che stava beneficiando, nella nota struttura della costa brindisina, di cure termali messe a disposizione dal Comune di Alberobello.

Fu un frontale disastroso: i due mezzi rimasero a lungo per strada, perché le operazioni di rimozione si rivelarono parecchio complicate. Il guidatore del pullman fu iscritto nel registro degli indagati, dagli accertamenti compiuti in seguito si è cercato di verificare se i mezzi stessero procedendo a velocità elevata e a chi andasse attribuita la responsabilità dell’incidente.

Due anni dopo il dramma, nella primavera del 2010, ci fu la conclusione del primo grado di giudizio, celebrato con rito ordinario. La difesa di Sasso, poi ha presentato ricorso in Appello, nella convinzione di poter dimostrare l’estraneità dell’uomo alle accuse di imperizia che gli sono state mosse. (immagini AG Photo)

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