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Cronaca

Droga da Torino a Brindisi, patteggiano in quattro

Dopo il giudizio immediato concordano la pena Giovanni Cannalire, Piero Corsano, Orlando Carella e Daniele Camon, tutti arrestati nell'inchiesta Last travel partita dalla scoperta di 85 chili di hashish in una Croma

BRINDISI – Quattro brindisini hanno patteggiato la pena dopo essere stati arrestati nell’inchiesta Last Travel sulla rivendita della droga che in città arrivava da Torino, viaggiando nel portabagagli di una Fiat Croma.

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La strada processuale del concordato della pena è stata scelta da Orlando Carella, per il quale il conto è stato chiuso a tre anni e quattro mesi su richiesta del difensore Giuseppe Guastella; da Giovanni Cannalire a tre anni, su richiesta dell’avvocato Ladislao Massari; da Pietro Corsano, detto Chiavolla, a due anni, su richiesta della penalista Laura Beltrami e infine da Daniele Camon a un anno, su richiesta dell'avvocato Giacomo Serio. La pronuncia è del giudice per l’udienza preliminare Tea Verderosa di fronte al quale gli imputati sono comparsi nelle scorse settimane dopo il giudizio immediato ottenuto dal pubblico ministero Valeria Farina Valaori, titolare dell’inchiesta che lo scorso ottobre portò a sette arresti.

CARELLA Orlando, classe 1969-2Giovanni Cannalire-2Le indagini partirono da un inseguimento nei pressi del centro commerciale Ipercoop di Brindisi, avvenuto il 9 agosto 2016: in quella occasione i carabinieri del Norm riuscirono a bloccare una Fiat Croma, alla cui guida c’era Antonio Di Giovanni, residente a Torino, accanto a lui Giovanni Cannalire, il suocero il quale riuscì a fuggire a piedi. Nei palloncini erano stati nascosti quasi 85 chili di hashish, sistemati in cartoni stipati nel portabagagli. Nell’auto furono trovate undici banconote false del taglio di 50 euro ciascuna, per un valore complessivo di 550 euro.

Dal capoluogo piemontese, stando ai risultati degli accertamenti, arrivavano stock di droga destinati a Brindisi e smistati tra diverse persone alcuni delle quali avrebbero potuto contare su nascondigli ricavati nelle vecchie gubbie usate per occultare le sigarette di contrabbando ai tempi di Marlboro city. Dalle intercettazioni ambientali in auto, fonti di prova, è emerso che gli incontri per la consegna della droga avvenivano in contrada Muscia, alle porte del rione Sant’Elia.

Pietro Corsano-2CAMON Daniele, classe 1983-2Determinanti si sono rivelate le conversazioni nella Opel Meriva in uso a Orlando Carella, panettiere, arrestato il 24 agosto 2016: nel motore della Opel Meriva furono trovati due chili di hashish, altri tre erano stati nascosti nella lavatrice.

Carella venne fermato a un posto di blocco in via Sant’Angelo: sembrava un controllo ordinario, si è poi scoperto che i militari lo stavano monitorando avendo il sospetto che fosse coinvolto nell’attività di spaccio della droga, dopo aver accertato legami con Giovanni Cannalire. Quanto, poi, alla mappa degli incontri, i contatti vis à vis avvenivano tra i rioni Sant’Elia, Commenda e in particolare tra via Seneca e via Romolo, Paradiso e Perrino.

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