rotate-mobile
Domenica, 28 Aprile 2024
Cronaca Villa Castelli

"Resort, ma in zona agricola": assoluzioni e prescrizioni per proprietario e tecnici

L'opera è stata comunque confiscata. La sentenza del tribunale di Brindisi riguarda fatti risalenti al 2016. Un imprenditore, il progettista e un dipendente del Comune dovevano rispondere di lottizzazione abusiva, abuso d'ufficio e violazione dei sigilli

BRINDISI - Accusati di abuso d'ufficio e lottizzazione abusiva, sono stati assolti o è scattata la prescrizione. La vicenda processuale ha inquadrato episodi risalenti al 2016 e ha avuto a oggetto un resort in agro di Villa Castelli. La sentenza è stata emessa nella giornata di ieri, lunedì 18 marzo 2024, dal collegio presieduto dal presidente Valerio Fracassi - a latere: Tea Verderosa e Giuseppe Caputo - dopo le arringhe difensive degli avvocati. Erano imputati in questo processo il proprietario dei terreni nonché committente dei lavori, Giovanni Montanaro (64enne di Villa Castelli), l'architetto Francesco Vaccina (57enne di Grottaglie) e l'allora responsabile dello sportello unico per l'edilizia del Comune di Villa Castelli, l'architetto Giuseppe Urgese (62enne di San Vito Dei Normanni). I primi due sono stati difesi dall'avvocato Mario Guagliani, il terzo dal collega Alberto Magli.

Le richieste del pm e la sentenza

Nella scorsa udienza, il pm della procura di Brindisi, Francesco Carluccio, aveva invocato la condanna dei tre imputati: tre anni e due mesi per l'imprenditore Montanaro e per l'architetto Vaccina; tre anni per l'architetto Urgese. Il collegio giudicante ha dichiarato il non doversi procedere per quanto riguarda la lottizzazione abusiva, poiché il reato è estinto per prescrizione. I tre sono stati assolti dalle accuse di abuso d'ufficio, con la formula "il fatto non costituisce reato". L'architetto Vaccina è stato assolto da un terzo capo d'imputazione, riguardante una presunta violazione dei sigilli apposti dai carabinieri forestali, nel dicembre 2016, su un manufatto, sottoposto all'epoca a sequestro probatorio. Per questo capo è stato condannato, invece, l'imprenditore Montanaro a una pena pari a sei mesi di reclusione (pena sospesa e non menzione). Infine, è stata ordinata la confisca di tutte le aree, edifici e opere specificati nel decreto di sequestro preventivo risalente al novembre 2018. L'ipotesi alla base del sequestro era stata proprio quella di lottizzazione abusiva. Le motivazioni della sentenza saranno depositate entro 90 giorni.

L'ipotesi: lottizzazione abusiva

Le indagini sono state condotte dai carabinieri forestali della stazione di Ceglie Messapica. La lottizzazione abusiva, scorrendo i capi d'imputazione, sarebbe consistita in una complessiva trasformazione urbanistica ed ediliza dell'area oggetto dell'indagine e degli edifici, sia quelli preesistenti sia quelli realizzati durante i lavori. Le opere sarebbero state incompatibili con la destinazione prevista per quei suoli dal piano regolatore, approvato nei primi anni 2000 e che classifica quelle aree come zona agricola "E1". Dunque, la progettazione dei lavori avrebbe impresso ai suoli e alle opere realizzate una destinazione complessiva di vera e propria struttura ricettiva turistica alberghiera (e quindi non residenziale) non prevista dallo strumento di pianificazione. Sotto la lente d'ingrandimento, due fabbricati preesistenti, demoliti e ricostruiti: questi, realizzati in zona agricola "E", non avrebbero avuto, dopo la ricostruzione, una destinazione come fabbricati rurali preposti a soddisfare le esigenze abitative di un soggetto collegato all'agricoltura (Montanaro, che non risulta imprenditore agricolo, viene specificato). Sempre oggetto di indagini le volumetrie di un ristorante e anche di due trulli, ampliati, oltre ad altre opere proprie del resort.

Rimani aggiornato sulle notizie dalla tua provincia iscrivendoti al nostro canale whatsapp: clicca qui.

Si parla di

In Evidenza

Potrebbe interessarti

"Resort, ma in zona agricola": assoluzioni e prescrizioni per proprietario e tecnici

BrindisiReport è in caricamento