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Sabato, 27 Aprile 2024
Cronaca

Rigassificatore, al processo giunge l'ora della sfilata del "partito del sì"

BRINDISI - Tutti d’accordo, tutti universalmente favorevoli. Insomma, il rigassificatore lo volevano tutti, dal sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Gianni Letta al presidente della Regione Puglia Raffaele Fitto, dal presidente della Provincia Nicola Frugis a Confindustria, passando per sindacati e apparati burocratici di tutte le istituzioni chiamate in causa. D’accordo tutti tranne uno, il sindaco imputato di corruzione per presunte mazzette incassate in cambio di autorizzazioni facili, Giovanni Antonino. E’ questo il quadro emerso dalle testimonianze su citazione dell’avvocato Giulia Buongiorno, difensore dell’imputato Franco Fassio, ex presidente della Bg Italia. “Erano tutti d’accordo – ha detto, lapidario Frugis – salvo poi cambiare idea. Ho visto sfilare in prima fila nei cortei anti-rigassificatore i primi fan dell’impianto. Per il consenso si fa di tutto”. E’ ancora in corso in queste ore la camera di consiglio per decidere sulla riduzione delle liste testimoniali richiesta dallo stesso collegio giudicante.

BRINDISI - Tutti d’accordo, tutti universalmente favorevoli. Insomma, il rigassificatore lo volevano tutti, dal sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Gianni Letta al  presidente della Regione Puglia Raffaele Fitto, dal presidente della Provincia Nicola Frugis a Confindustria, passando per sindacati e apparati burocratici di tutte le istituzioni chiamate in causa. D’accordo tutti tranne uno, il sindaco imputato di corruzione per presunte mazzette incassate in cambio di autorizzazioni facili, Giovanni Antonino. E’ questo il quadro emerso dalle testimonianze su citazione dell’avvocato Giulia Buongiorno, difensore dell’imputato Franco Fassio, ex presidente della Bg Italia. “Erano tutti d’accordo – ha detto, lapidario Frugis – salvo poi cambiare idea. Ho visto sfilare in prima fila nei cortei anti-rigassificatore i primi fan dell’impianto. Per il consenso si fa di tutto”. E’ ancora in corso in queste ore la camera di consiglio per decidere sulla riduzione delle liste testimoniali richiesta dallo stesso collegio giudicante.

L’attesissima testimonianza di Frugis è arrivata solo alla fine della defatigante udienza, lavori aperti alle dieci e trenta del mattino, proseguiti fino a tardo pomeriggio, partendo con le dichiarazioni rese sotto giuramento di dire la verità, tutta la verità, da Mimmo Consales, giornalista e titolare della  società di comunicazione News Sas. Posizione super partes, naturalmente, né pro né contro l'impianto, a differenza di politici e funzionari che hanno testimoniato subito dopo. Consales ha precisato che le funzioni di addetto stampa per la Lng venivano svolte da Cosimo Corsini di Milano, su diretto incarico dell'azienda. La News sas, invece, fra il 1999 e il 2000 viene incaricata di fornire alla società la rassegna stampa quotidiana. Negli stessi anni assume l'incarico di addetto stampa del Comune di Brindisi, con l'allora sindaco, Giovanni Antonino. Il difensore del primo cittadino, Massimo Manfreda, ha chiesto se il giornalista avesse mai sentito o letto di accordi pregressi fra la British e l’allora sindaco in carica, alla vigilia o immediatamente dopo la presentazione del progetto da parte della società britannica. Il riferimento è a uno dei pilastri dell’accusa formulata dai pubblici ministeri Giuseppe De Nozza e Silvia Nastasia (trasferita nel frattempo alla procura di Lecce, ndr): un presunto accordo segreto fra British e istituzioni, locali e nazionali, siglato già nell’ottobre 1999, assai prima di ogni autorizzazione all’impianto. La prova dell’esistenza di quell’accordo? Un articolo apparso da lì a poco su IlSole24Ore.

“No, mai saputo nulla del genere”, ha replicato il giornalista, “come società incaricata della comunicazione ci occupavamo, relativamente alla Lng, di fornire la rassegna stampa. Di tutto il resto, incontri, tavoli tematici, conferenze di servizi, venivamo a conoscenza solo a posteriori, e solo sulla scorta delle indicazioni che ci venivano fornite dai nostri committenti ”. Manfreda ha chiesto anche se il giornalista avesse mai sentito parlare di “paradigma del Bar Betty”. “Sì che ricordo – ha detto Consales -, in un primo momento il sindaco Antonino era decisamente contrario al rigassificatore, e in una intervista rilasciata non ricordo a quale testata disse che l’impianto, in termini occupazionali, avrebbe garantito meno posti di lavoro del Bar Betty”. Altro passaggio: “Ricorda particolari opposizioni all’impianto all’epoca della presentazione del progetto?”. “No – ha replicato Consales – le opposizioni, le proteste sono venute solo dopo. All’inizio non mi pare proprio che ci fossero pareri contrari all’impianto”.

Dello stesso tenore la testimonianza dell’onorevole Pdl Pietro Franzoso, all’epoca dei fatti assessore regionale ai Trasporti. L’audizione dell’onorevole comincia con il chiarire un punto, sollecitato sempre dall’avvocato Manfreda: “No avvocato, mai parlato con Fitto della vicenda rigassificatore a Brindisi. Partecipavo alle riunioni del Comitato portuale di Brindisi in ragione del ruolo che rivestivo, ma nulla di più, ed ho sempre espresso parere favorevole perché ritenevo che il progetto avrebbe avuto una straordinaria ricaduta sul territorio, in termini occupazionali e di sviluppo in generale”. Tocca al pm De Nozza, che incalza: “E’ vero che sua moglie, Dora Giannuzzi, è titolare di una società metalmeccanica, la Iris Srl, che faceva parte del consorzio di imprese per la realizzazione del rigassificatore?”. “Guardi, non so dirle”, risponde il testimone, “è vero che è una società di famiglia, ma non l’ho mai seguita personalmente, quindi non so proprio dirle”.

Di quel comitato faceva parte anche Luigi Giannini, prima commissario poi presidente dell’Autorità portuale di Brindisi,  a partire dal 21 ottobre 2001. L’ex capo dell’Authority è stato interpellato come testimone per parlare, in particolare, di un incontro convocato al termine dell’iter amministrativo per l’autorizzazione dell’impianto, presso la sede dell’ambasciata britannica a Roma. “A quell’incontro parteciparono Gianni Letta in rappresentanza della Presidenza del Consiglio, il ministro per le Attività produttive Antonio Marzano, il ministro delle Infrastrutture Altero Matteoli e poi degli esponenti della British. In quella occasione si chiarì che l’iter autorizzativo si era concluso positivamente, e che dunque l’impianto sarebbe stato realizzato”.

Giannini ha riferito anche di una successiva cena a Roma, dall’atmosfera informale, alla quale partecipò insieme al sindaco Giovanni Antonino, all’allora onorevole della Margherita Gianni Carbonella, al presidente della Brindisi Terminal Italia, Mario Salucci, e “forse, ma non ricordo bene, Luca Scagliarini”. Di certo Giannini ha ricordato che fece notare personalmente ad Antonino che l’imprenditore Scagliarini ce l’aveva fatta “ad entrare nel comitato dell’Autorità portuale, e ricordo bene che Antonino espresse un certo compiacimento”. Ha precisato anche, su domanda della difesa, che Antonino non c’entrava niente con la nomina di Scagliarini, e che fu designato dall’Associazione agenti marittimi.

Favorevole anche Antonio Licchello, segretario Uil. Favorevole al rigassificatore per le conseguenze in termini occupazionali. Ex Dow Evc, circa trecento lavoratori avrebbero potuto essere ricollocati. “E’ a conoscenza dell’esistenza di un comitato ristretto che orientava e condizionava l’Autorità portuale in merito alla questione rigassificatore, di cui lei avrebbe fatto parte?”. “No, assolutamente, mai saputo, partecipato, sospettato nulla del genere”, ha risposto il sindacalista.

Penultima l’attesissima testimonianza dell’ex presidente della Provincia, in carica dal 1995 al 2004, Nicola Frugis. Inizialmente indagato per presunta corruzione, la posizione del presidente dell’ente provinciale è stata stralciata prima della conclusione delle indagini: “per mancanza di prove sufficienti a sostenere l’accusa in dibattimento”, scrissero i pm due anni fa.   “Ero favorevole – ha chiarito in primissima battuta Frugis, incalzato dal collegio difensivo -, l’unica opposizione era quella riguardo alla posizione in cui si voleva realizzare l’impianto, secondo me era preferibile che si facesse nell’area interna al Petrolchimico, piuttosto che a Capobianco, ma ero comunque sostanzialmente favorevole come lo erano tutti”.

Frugis ha anche parlato di due viaggi, uno organizzato dalla British, l’altro dall’Enel, in cui le società si accollarono le spese di viaggio e soggiorno di tutte le istituzioni invitate, alle quali si volevano mostrare nel primo caso un rigassificatore in funzione in un isolotto del Sud America, vicino al Venezuela, Trinidad&Tobago (capitale degli omicidi dei Caraibi), nel secondo caso a visitare i giacimenti di carbone in Indonesia. Insomma, i viaggi illustrativi, per così dire, pare fossero prassi consolidata, non solo per British Gas. E Frugis, Antonino, oltre all’allora presidente dell’Autorità portuale, rispose con solerzia e favorevolmente all’invito. Lo ha confermato in aula: “Ci portarono sul posto, vedemmo l’impianto, dopodiché nient’altro”.

“Lei è stato componente del comitato portuale – ha chiesto il legale Massimo Manfreda -, quando se ne parlò per la prima volta, quale fu l’atteggiamento di Antonino?”. “Se non ricordo male fu favorevole – ha risposto Frugis -, i rapporti istituzionali con il sindaco non erano i migliori”, ma non ha spiegato perché.

Favorevoli erano però tutti gli altri, a cominciare dal governo centrale. Anche l’ex presidente della Provincia ha parlato del celebre incontro a Roma: “Andammo a Palazzo Chigi, c’era anche Raffaele Fitto, il sottosegretario Gianni Letta, c’era anche Antonino e c’erano i rappresentanti della British, non ricordo altri. Parlammo della bontà del progetto, facemmo una verifica delle volontà, sulla opportunità del progetto. La verifica sulle volontà ebbe conclusione rapida, e netta: all’epoca nessuno era contrario, tutti eravamo d’accordo sul fatto che avrebbe portato numerosi benefici al territorio. Poi, solo poi abbiamo assistito a sfilate in cui chi era favorevole è diventato improvvisamente contrario. Per il consenso si fa tutto”. Nicola Frugis, curiosamente, non ricordava la cena all’ambasciata britannica a Roma.

Ultimo a parlare il capostipite della famiglia di rimorchiatori brindisini Domenico Barretta, classe 1925, componente pro tempore del Comitato portuale: “Ho votato a favore del rigassificatore e anche alla localizzazione a Capobianco – ha detto il patron -, era il posto più idoneo, demmo immediatamente il consenso”. Per Confindustria Brindisi è stato ascoltato il direttore Angelo Guarini. Gli industriali sono sempre stati favorevoli al progetto, è stato confermato in aula.

Il colpo di scena finale è stato quello riservato dal tribunale, che ha chiesto la riduzione delle liste testimoniali già approvate, a cominciare da quella di Antonino che conta ottanta testimoni sui 209 iniziali, richiesta che ha coinvolto tutto il  collegio difensivo, provocando reazione unanime e naturalmente contraria. Il collegio giudicante si è quindi riunito in camera di consiglio, riunione ancora in corso.

Se la differenza vale: molti dei reati sono già abbondantemente prescritti. Da 225 a ottanta.

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