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Domenica, 28 Aprile 2024
Cronaca Ostuni

Scarpe false, arriva pure l'arresto

OSTUNI – Dopo la scoperta del deposito di capi di abbigliamento e calzature contraffatte in un deposito di sua pertinenza, l’ostunese Giacomo Errico si vede revocare anche il beneficio degli arresti domiciliari, che aveva ottenuto in seguito alla sentenza del 12 ottobre 2010, quando era stato condannato a due anni ai sensi della normativa del 1956 che colpisce le persone ritenute socialmente pericolose, e le violazioni delle misure di prevenzione imposte. Ha continuato a marcare male, Errico, e il presidente della prima sezione penale del tribunale di Brindisi, Domenico Cucchiara, sulla base della relazione del commissariato di Ostuni, ha dato disposizioni per il trasferimento in carcere del l’interessato.

OSTUNI – Dopo la scoperta del deposito di capi di abbigliamento e calzature contraffatte in un deposito di sua pertinenza, l’ostunese Giacomo Errico si vede revocare anche il beneficio degli arresti domiciliari, che aveva ottenuto in seguito alla sentenza del 12 ottobre 2010, quando era stato condannato a due anni ai sensi della normativa del 1956 che colpisce le persone ritenute socialmente pericolose, e le violazioni delle misure di prevenzione imposte. Ha continuato a marcare male, Errico, e il presidente della prima sezione penale del tribunale di Brindisi, Domenico Cucchiara, sulla base della relazione del commissariato di Ostuni, ha dato disposizioni per il trasferimento in carcere del l’interessato.

La misura restrittiva è stata eseguita oggi dal personale diretto dal vicequestore Francesco Angiuli, ma la faccenda non si chiude qui, fa sapere la polizia. Nell’attività di commercio di prodotti dai marchi contraffatti Giacomo Errico non era affatto solo, ma aveva dei complici di cui vi traccia certa proprio nel corso del blitz del 22 settembre scorso, che ha condotto alla scoperta di un deposito con 300 paia di scarpe falsificate e numerosi jeans di marca, situato in un garage con cui in un primo momento Errico aveva negato di avere a che fare, salvo poi ammettere di fronte all’evidenza dei fatti, quando la polizia trovò in casa sua le chiavi per accedere al locale.

Ciò è bastato per chiudere il cerchio intanto attorno alla posizione del personaggio (i due anni di reclusione gli erano stati confermati anche in appello proprio a giugno). E’ chiaro che un detenuto agli arresti domiciliari non può approfittare di tale beneficio per continuare a delinquere. Inevitabile la decisione del giudice che aveva firmato la sentenza di primo grado e l’assegnazione alla detenzione domiciliare. La polizia ha prelevato oggi Giacomo Errico dal mobilificio dove gli era concesso di soggiornare, e lo ha scortato alla casa circondariale di via Appia a Brindisi.

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