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Durante lavori di scavo spunta un antico muro. Indagini in corso

I resti di un antico muro in lastre di carparo fermano i lavori dell'opera che deve raccogliere, trattare e smaltire le acque meteoriche della nuova strada di collegamento tra la banchina di S. Apollinare e quella di Punta delle Terrare, nel porto medio di Brindisi

BRINDISI – I resti di un antico muro in lastre di carparo fermano i lavori dell’opera che deve raccogliere, trattare e smaltire le acque meteoriche della nuova strada di collegamento tra la banchina di S. Apollinare e quella di Punta delle Terrare, nel porto medio di Brindisi. La scoperta è stata fatta dall’impresa appaltatrice, nel corso degli interventi di scavo, all’inizio dello scorso dicembre, e il 12 dello stesso mese nel corso di un sopralluogo della Soprintendenza ai Beni archeologici della Puglia è stato deciso di effettuare due saggi di scavo per identificare la natura del manufatto e del suo valore storico.

Il progetto dell'allargamento della strada Sisri 2-2Tutto, come sempre, scorre lungo i carteggi tra i vari enti interessati, e tutto – come spesso è avvenuto – potrebbe finire sepolto nelle pieghe della burocrazia. Forse è troppo presto per porsi il problema, ma la domanda è cosa resta alla città di questi incontri recenti con il suo passato, se ne nascano studi per ricostruire i profili dell’abitato e del porto nelle varie epoche, o se gli iter avviati dopo le scoperte si fermino al rispetto delle procedure. Non sappiamo ancora cosa sia quel muro che attraversa trasversalmente il tracciato stabilito per l’impianto di raccolta delle acque della strada Sisri, allargata per fare da bretella tra le due banchine, ma sappiamo quanto costerà accertarne l’identità.

Una delle lastre di pietra dell'antico muro-2Secondo due decreti del commissario straordinario dell’Autorità Portuale di Brindisi, ente appaltante delle opere di allargamento della strada Sisri, che dovrà perciò farsi carico anche delle spese dei saggi di scavo e di direzione degli stessi, siamo a poco meno di 25mila euro per 15 giorni di attività: 18.300 per pagare l’impresa specializzata Tethys di Roma, che ci metterà uno scavatore e tre operai, e 6500 per l’archeologa che sovrintenderà all’operazione.

L’intervento, dicono i decreti commissariali, sono necessari: la zona costeggiata dalla strada è quella a vincolo archeologico di Punta delle Terrare. Parliamo di insediamenti dell’Età del Bronzo individuati da tempo, ma che i Brindisini non hanno mai visto e che non sono mai stati valorizzati. Non è escluso che il muro scoperto a dicembre appartenga a quel periodo. Ma potrebbe anche essere romano o medievale. Chissà. Certamente, una volta rilevata la sua natura, sarà nuovamente ricoperto di terra. Venticinquemila euro solo per capire di che si tratta, ma non saranno messi a frutto.

Tracce dell'antico muro-2E’ il paradosso di una città che non sa ancora che fine farà il suo pregevole museo archeologico, che potrebbe essere messo in pericolo dalla scomparsa della Provincia, e che non ha un’idea compiuta e un indirizzo per la valorizzazione del suo patrimonio storico, dai castelli alle chiese, alle aree archeologiche interne ed esterne al perimetro urbano, costantemente esclusa dai finanziamenti per i beni culturali per la tardività o l’assenza di progetti (vedi quelli per le torri costiere e quello per il castello e la fortezza dell’Isola di S. Andrea).

Il passato di porto romano strategico, e di approdo frequentato anche in età preromana, la sua storia medievale, sono una ricchezza ignorata e sprecata, anche se grazie al lavoro di ricerca, raccolta e divulgazione di studiosi e associazioni locali quanto meno se ne preservano il Dna e se ne lascia una traccia scritta. Ma si parla di campi da golf, e non di parchi archeologici che potrebbero sostenere una offerta turistica importante.

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