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Cronaca

Spari a piazza Sapri: arrestato un 21enne brindisino

BRINDISI – E’ stato arrestato ieri sera il responsabile della sparatoria dello scorso 31 maggio in piazza Sapri. Si chiama Davide Pepe e, nonostante i suoi 21 anni, vanta già un lungo curriculum di arresti e indagini per i reati di furto, truffa e detenzione di sostanze stupefacenti. I colpi di fucile esplosi al quartiere Santa Chiara gli sono invece costati un arresto per detenzione e porto illegale di arma da fuoco e spari in luogo pubblico. Il motivo del contendere, che coinvolge un altro pregiudicato brindisino, Eugenio Isidoro, è una ragazza.

BRINDISI – E’ stato arrestato ieri sera il responsabile della sparatoria dello scorso 31 maggio in piazza Sapri. Si chiama Davide Pepe e, nonostante i suoi 21 anni, vanta già un lungo curriculum di arresti e indagini per i reati di furto, truffa e detenzione di sostanze stupefacenti. I colpi di fucile esplosi al quartiere Santa Chiara gli sono invece costati un arresto per detenzione e porto illegale di arma da fuoco e spari in luogo pubblico. Il motivo del contendere, che coinvolge un altro pregiudicato brindisino, Eugenio Isidoro, è una ragazza.

La ventenne, ex fidanzata di Pepe, avrebbe infatti deciso di trocare la relazioni per alcune informazioni riferite da Isidoro. Informazioni che quest'ultimo si era rifiutato di smentire, come gli avrebbe chiesto Pepe. I due contendenti, quel 31 maggio, si erano dati appuntamento a piazza Sapri per un chiarimento: la discussione però è sfociata in lite e Isidoro, secondo la ricostruzione della questura, avrebbe anche schiaffeggiato Pepe davanti ai tanti giovani appena usciti dagli istituti superiori vicini alla piazzetta.

Pepe, offeso e umiliato dal gesto, avrebbe quindi deciso di tornare sul posto armato di un fucile che non è ancora stato ritrovato, e di sparare quei colpi. Scappando via a bordo della sua Fiat 500 grigia. Proprio attraverso la descrizione dell’auto, gli inquirenti sono riusciti a risalire alla sua identità e a ricostruire in parte la dinamica di quanto accaduto.

“Nessuno ha voluto collaborare – ha amaramente constatato il dirigente della questura Francesco Barnaba – un particolare che dispiace e ritengo di dover sottolineare”. Per risalire al colpevole infatti, la polizia ha dovuto eseguire molti interrogatori – c’erano almeno trecento persone al momento della sparatoria – che però sono risultati inutili. Nessuno degli ascoltati sarà incriminato per favoreggiamento ma, gli inquirenti hanno tenuto ad evidenziarlo, certamente il segnale lanciato con questi comportamenti omertosi, non è positivo.

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