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Venerdì, 26 Aprile 2024
Cronaca

“Ti spacco la faccia”: brindisino condannato per l’aggressione

Un anno, dieci mesi e venti giorni per Silvio Guadalupi, 24 anni: pena sospesa, dopo l’ammissione degli addebiti

BRINDISI – Un anno, dieci mesi e venti giorni per aver picchiato a sangue un ragazzo che neppure conosceva: la pena è stata inflitta a Silvio Guadalupi, 24 anni, di Brindisi, uno dei due imputati per l’aggressione avvenuta la sera del 16 ottobre 2016.

Il patteggiamento

L’imputato, difeso dall’avvocato Emanuela De Francesco, ha chiesto e ottenuto il patteggiamento della pena con il riconoscimento del beneficio della sospensione: consenso del pubblico ministero Manuela Pellerino e sentenza del gup Stefania De Angelis, dopo l’arresto dei carabinieri eseguito il 26 maggio scorso. L’altro imputato,  Arben Budani, 21, affronterà il dibattimento. Entrambi sono accusati di lesioni personali e minacce aggravate dalla crudeltà e da futili motivi, ai danni di un giovane brindisino che non conoscevano e che aggredirono prima con le parole, poi con calci e pugni, la sera del 16 ottobre 2016.

L'aggressione

Cosa scatenò l’aggressione che i carabinieri definirono da arancia meccanica nella nota stampa per comunicare gli arresti, non è stato chiarito: il movente resta un mistero visto che i tre non si conoscevano e per risalire agli imputati sono risultate determinanti le immagini registrate dalle telecamere poste nella zona di Corso Umberto, in prossimità di una palazzina. La prima udienza del processo ordinario si è svolta nei giorni scorsi davanti al Tribunale di Brindisi, in composizione monocratica. Il giudice ha ammesso la costituzione di parte civile presentata dall’avvocato Francesco Monopoli, per conto del giovane aggredito che riportò feriti giudicate guaribili in 44 giorni, stando al certificato medico acquisito agli atti di indagine.

La sospensione della pena

Secondo il giudice che ha pronunciato il patteggiamento, la personalità di Guadalupi e la circostanza che egli ha ammesso gli addebiti consentono di ritenere che, da un lato lo stesso si asterrà in futuro dal commettere ulteriori reati e di concedere pertanto il beneficio della sospensione condizionale della pena.  Oltre che del riconoscimento delle attenuanti generiche equivalenti sulle aggravanti contestate.

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