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Domenica, 28 Aprile 2024
Cronaca

Udienza dopo allarme-bomba al processo per le minacce ai politici ostunesi

BRINDISI – Dopo il solito allarme bomba che stamani ha bloccato l’attività in tribunale per una sessantina di minuti, è ripartito il processo nei confronti di Denis Loparco, Alfredo Capone (lo scorso settembre è stato colto da infarto), Giovanni Basile e Pierluigi Cisaria, tutti ostunesi, detenuti dall’1 aprile del 2009, accusati di associazione mafiosa finalizzata a compiere attentati, estorsioni, a minacciare il sindaco di Ostuni Domenico Tanzarella, a vari amministratori, l’avvocato Luca Marzio, i parenti imprenditori del legale, vari imprenditori di Ostuni e dei comuni limitrofi. Il Comune di Ostuni si è costituito parte civile. E così anche gli amministratori, l’avv. Marzio, e gli imprenditori.

BRINDISI – Dopo il solito allarme bomba che stamani ha bloccato l’attività in tribunale per una sessantina di minuti, è ripartito il processo nei confronti di Denis Loparco, Alfredo Capone (lo scorso settembre è stato colto da infarto), Giovanni Basile e Pierluigi Cisaria, tutti ostunesi, detenuti dall’1 aprile  del 2009, accusati di associazione mafiosa finalizzata a compiere attentati, estorsioni, a minacciare il sindaco di Ostuni Domenico Tanzarella, a vari amministratori, l’avvocato Luca Marzio, i parenti imprenditori del legale, vari imprenditori di Ostuni e dei comuni limitrofi. Il Comune di Ostuni si è costituito parte civile. E così anche gli amministratori, l’avv. Marzio, e gli imprenditori.

L’udienza odierna è stata assorbita dall’interrogatorio dall’ultimo teste dell’accusa (i pubblici ministeri Milto De Nozza e Alberto Santacatterina) che ha parlato per circa un’ora sulle intercettazioni effettuate e come nacque l’indagine che poi porto all’operazione “New Deal”, con l’arresto dei quattro ostunesi che, sulla base degli elementi acquisiti dall’accusa, avevano deciso di creare un clima di terrore nella Città Bianca per poter raccogliere a man bassa i proventi delle estorsioni.

Quindi sono stati ascoltati i testi a difesa di Denis Loparco, compresa la moglie. La questione da dirimere è se la sera in cui fu fatta irruzione nel Comune di Ostuni Loparco avrebbe potuto esserci oppure no. Gli investigatori dicono che lui era uno del commando. I testi, compresa la moglie, hanno sostenuto che quella sera stavano tutti assieme a cena e Denis Loparco non si era allontanato un solo istante.

Il collegio, presieduto da Gabriele Perna, ha sciolto la riserva sull’acquisizione di alcune dichiarazioni rilasciate dal teste Schiavone che era stato minacciato dagli imputati, ordinandone l’acquisizione. Quindi ha rinviato al 3 novembre per ascoltare altri testi della difesa e, se resterà tempo, passare all’interrogatorio degli imputati.

Il processo, come già detto, riguarda una serie di attentati, minacce, estorsioni, che furono messe in atto nel giro di alcuni mesi nella Città Bianca. Secondo l’accusa, Loparco&Co pretendevano dal sindaco Domenico Tanzarella una percentuale sugli appalti concessi dal Comune. E gliela andarono a chiedere personalmente. Agli imprenditori chiedevano di essere assunti senza lavorare. E così via. Incendiavano auto, lasciavano lugubri messaggi dinanzi alle porte degli studi professionali, o appesi agli specchietti retrovisori.

A inizio processo, nei mesi scorsi, Loparco dichiarò di essere stato utilizzato da Tanzarella e dagli altri politici per lotte interne, e poi di essere stato scaricato. Disse pure che Tanzarella aveva minacciato ritorsioni nei confronti della figlia. Tanzarella querelò.

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