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Domenica, 28 Aprile 2024
Cronaca Francavilla Fontana

Una "tangente" pagata dal Comune

FRANCAVILLA FONTANA - Più che “truccata” la gara è “su misura” oltre che nata sotto la cattiva stella di una corruzione da 32mila euro “intascati – secondo l’accusa - senza averne titolo” a spese della collettività. Nel mirino c’è sempre lo stesso bando, gestito per garantire interessi convergenti.

FRANCAVILLA FONTANA - Più che “truccata” la gara è “su misura” oltre che nata sotto la cattiva stella di una corruzione da 32mila euro “intascati – secondo l’accusa - senza averne titolo” a spese della collettività. Nel mirino c’è sempre lo stesso bando il redatto da colui il quale se lo sarebbe aggiudicato piuttosto che dall’architetto, dirigente dell’Utc, in favore del quale l’amministrazione comunale ha pure effettuato l’impegno di spesa a diversi zeri.

Va da sé, ed è già stato abbondantemente contestato, che l’incarico di progettazione sia stato poi aggiudicato a Carmelo Dellisanti, l’ingegnere di Crispiano che pare fosse di casa al Comune di Francavilla Fontana. Ma l’oscuro regista che non era saltato fuori nella prima tranche di arresti era secondo gli inquirenti proprio Fulgenzio Clavica, 67 anni, tirato nella mischia da Maria Daniela Camarda, 43 anni, la funzionaria che era stata nominata responsabile del procedimento che in sede di interrogatorio di garanzia.

La Camarda, dopo l’arresto che risale al 27 giugno scorso, ha dettagliatamente ricostruito l’iter dinanzi al gip Paola Liaci e al pm Milto Stefano de Nozza che le ha posto gli interrogativi ancora insoluti, per quanto si trattasse di elementi che risultavano dagli accertamenti della Guardia di Finanza, dai quali però non si era ancora compreso lo spessore della vicenda. Torbida, di sicuro.

Ne deriva un profilo impietoso dell’architetto, fatto dal gip per argomentare la sussistenza delle esigenze cautelari e in particolare del pericolo di reiterazione del reato.

“Clavica è una persona avvezza - scrive il giudice accogliendo la richiesta del pm De Nozza – a gestire affari illeciti, con estrema scaltrezza, non esitando ad avvalersi di propri dipendenti al fine di evitare di apparire in prima persona”. Ma l’indagato, pur nutrendo inquietudine per i possibili sviluppi della vicenda, in questi giorni stava per presentare una lista e concorrere alla riconferma della carica di presidente dell’Ordine provinciali degli Architetti: le elezioni si svolgeranno a settembre, e nella categoria oggi incombono costernazione e preoccupazione.

Clavica secondo il gip avrebbe utilizzato i suoi subordinati come copertura, insomma, atteggiamenti che rendono “attuali” le esigenze cautelari considerato che si è in presenza “di una personalità avvezza ad attuare strategie per conseguire proventi illeciti, avvalendosi del ruolo rivestito nell’ambito dell’ufficio tecnico comunale”.

C’è ancora tanto da lavorare nell’inchiesta sulle strane gare al Comune di Francavilla Fontana. Bisognerà comprendere quale fosse il meccanismo, nelle stanze dei bottoni, per poi ottenere i profitti dai vantaggi offerti a Dellisanti e alla sua Promed Engineering. Ma una tessera in più, anche in questa direzione, la si può aggiungere al mosaico. Si è proceduto step by step ed è chiaro che ci sono ancora altri scalini da lasciarsi alle spalle. La politica è coinvolta secondo gli inquirenti che indagano su Mimmo Ammaturo, allora assessore ai Lavori pubblici, già sindaco democristiano della Città degli Imperiali.

E’ coinvolto il dirigente con il grado più alto nell’Utc, la funzionaria che si era dichiarata incompetente in materia di gare ed era stata “tranquillizzata” da Clavica, rassicurazione che in termini giuridici è stata letta come una istigazione. Quattro i capi di imputazione a carico di Fulgenzio Clavica, per tre dei quali è stato disposto l’arresto.

In concorso con Dellisanti risponde di corruzione per atto contrario ai doveri di ufficio (ipotesi del tutto inedita): Dellisanti, infatti, secondo l’ipotesi accusatoria, avrebbe realizzato su richiesta di Clavica il progetto preliminare generale dei lavori di miglioramento della risorsa idrica dell’area urbana classificata area a rischio ad alta pericolosità di inondazione.

Il progetto sarebbe stato solo “apparentemente” elaborato da Clavica, ma effettivamente redatto da Dellisanti. L’amministrazione comunale aveva disposto per lo stesso un impegno di spesa pari a 32mila euro a fronte del quale l’architetto capo dell’Utc “compiva o prometteva di compiere, avvalendosi della collaborazione della Camarda (che nella gerarchia degli indagati scende di un livello), diversi atti contrari ai doveri di ufficio”.

Avrebbe “predisposto il contenuto (cioè i requisiti oggettivi, la modalità di partecipazione, i termini e gli importi delle cauzioni, la percentuale del massimo ribasso, il criterio della aggiudicazione indicato, il termine, l’ammontare della penale e così via) del bando di gara indetto con determina dell’agosto 2010 al fine di consentire a Dellisanti di partecipare alla gara certo della sua aggiudicazione”.

Avrebbe inoltre firmato l’affidamento dei lavori, poi, anche in assenza di regolarità contributiva della società di Dellisanti, la Promeed Engineering che non aveva presentato il Durc. Il reato di turbativa d’asta è stato invece attribuito a tutti e cinque gli indagati (Ammaturo, Camarda, Dellisanti, Clavica e Vinci). Avrebbero indotto alla desistenza quasi tutti i professionisti invitati alla procedura per la redazione del progetto definitivo dei lavori di miglioramento della risorsa idrica della zona Pip di Francavilla.

Quindi il falso in atto pubblico per induzione, reato il cui istigatore è Dellisanti, ma che è contestato anche a Clavica e a Maria Daniela Camarda per il Durc che non c’era agli atti, e infine l’abuso d’ufficio per aver affidato l’incarico a una società che non ne aveva i requisiti di legge. La funzionaria ha collaborato. Scrive il gip Liaci che in occasione dell’interrogatorio di garanzia Maria Daniela Camarda, sia spontaneamente che rispondendo alle domande del pm Milto Stefano De Nozza, emergeva che “il bando era stato concordato con Dellisanti, su espressa dichiarazione di Clavica”.

Andò così: l’architetto comunicò alla sua sottoposta che avrebbe dovuto aiutarlo a predisporre sotto la sua definizione e in tempi rapidissimi la determina di indizione della gara e la lettera di invito. Lei manifestò le proprie difficoltà, perché fino a quel momento non si era mai occupata da sola di gare. Il capo la tranquillizzò dicendole che avrebbe potuto contare sull’aiuto di Dellisanti, indicato come “professionista di fiducia dell’ufficio, che vantava esperienze di settore e che aveva collaborato con l’ufficio tecnico proprio alla redazione del preliminare”.

Per il pm si tratta di una “chiamata in correità” a tutti gli effetti, confermata dai numerosi riferimenti che vengono fatti, nelle telefonate tra gli addetti ai lavori il nome di Clavica è piuttosto ricorrente. Naturalmente le conversazioni sono state intercettate. E’ il “vero artefice” , per il pm, dell’intera vicenda. “Clavica – si legge – intasca 32mila euro senza averne titolo (perché il progetto non lo ha redatto lui, ndr)” tanto per cominciare. Poi c’è tutta la questione del bando preconfezionato, che è già nota.

“Dellisanti e Clavica hanno escogitato un modo di scaricare il costo del rapporto corruttivo direttamente sulla collettività, ma con modalità quasi ininvestigabili, in quanto il denaro che finisce nelle tasche di Clavica è denaro pulito, in quanto erogato da una pubblica amministrazione. E il costo che deve sostenere Dellisanti è praticamente inesistente, perché vengono recuperate con l’illecita aggiudicazione”.

Così è:  “Una fatica immane – diceva al telefono Dellisanti parlando con una collaboratrice – prima devi parlare con, abbiamo fatto noi il progetto, abbiamo sistemato l’accordo, ho concordato con la Regione, ho fatto avere il finanziamento, dopo che hai fatto tutto questo devi fare gli imbrogli per poterti portare a casa una cosa che ti spetta”. Gli spettavano sul serio? Di vero c’è che per l’architetto Clavica il procedimento in questione era stato sollecitato “come priorità assoluta”. E secondo gli inquirenti non si trattava di una sollecitazione fatta senza una contropartita.

 

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