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Domenica, 28 Aprile 2024
Cronaca

Vantaggiato, presto nuovo interrogatorio

BRINDISI – Un passo che i pubblici ministeri Milto De Nozza e Guglielmo Cataldi che conducono le indagini sull’attentato del 19 maggio alla scuola Morvillo Falcone di Brindisi compiranno nei prossimi giorni sarà l’interrogatorio, il terzo, dell’autore della strage Giovanni Vantaggiato. Ciò avverrà la prossima settimana, mentre polizia e carabinieri proseguono nell’acquisizione di altri elementi legati alle attività economiche di Vantaggiato, che hanno assunto un ruolo centrale nell’inchiesta. Arriva anche la notizia che la riapertura del fascicolo sull’altro attentato che assume un ruolo importante in questa vicenda, quello del 24 febbraio 2008 a Torre Santa Susanna a Cosimo Parato (poi condannato per truffa ai danni della società di famiglia dei Vantaggiato, la Carburanti Marchello Sas), non è ancora un atto formale.

BRINDISI – Un passo che i pubblici ministeri Milto De Nozza e Guglielmo Cataldi che conducono le indagini sull’attentato del 19 maggio alla scuola Morvillo Falcone di Brindisi compiranno nei prossimi giorni sarà l’interrogatorio, il terzo, dell’autore della strage Giovanni Vantaggiato. Ciò avverrà la prossima settimana, mentre polizia e carabinieri proseguono nell’acquisizione di altri elementi legati alle attività economiche di Vantaggiato, che hanno assunto un ruolo centrale nell’inchiesta. Arriva anche la notizia che la riapertura del fascicolo sull’altro attentato che assume un ruolo importante in questa vicenda, quello del 24 febbraio 2008 a Torre Santa Susanna a Cosimo Parato (poi condannato per truffa ai danni della società di famiglia dei Vantaggiato, la Carburanti Marchello Sas), non è ancora un atto formale.

A Torre, l’innesco della bomba che dilaniò Parato, scampato per miracolo alla morte, è del tutto simile a quello usato il 19 maggio per fare detonare l’esplosivo collocato all’interno di tre bombole di gpl da Vantaggiato. Un sistema non certo ideato dal commerciante di carburanti di Copertino, che per sua stessa ammissione ha progettato ed eseguito l’attentato per vendicarsi della somma persa nella truffa, 342mila euro circa, colpendo le studentesse pendolari che erano appena scese dai pullman, tesi che non convince anche se la matrice economica è quella che grava sulla bomba del 19 maggio. L’innesco costituito da un collegamento elettrico tra una lampadina priva di bulbo ed un interruttore attivabile a distanza, piazzati sull’ordigno, appartiene anche ad altre categorie.

Proprio mercoledì 13 giugno, nel corso dell’operazione del Ros diretta dalla procura di Perugia contro elementi anarchici del Fai, sono stati sequestrati elementi meccanici ed elettrici, molle, fili e bulbi di lampadine, che – spiegano gli inquirenti - solitamente sono utilizzati per preparare plichi postali esplosivi e altri ordigni molto più potenti. Tutto materiale che secondo gli investigatori fa parte del corredo tecnico del  "manuale dell'anarco - esplosivista", tutti impieghi illustrati nel libro “Mille modi per fare esplodere il mondo”. Per la cronaca, il Ros di Lecce è passato per una perquisizione anche dall’abitazione di un uomo ed una donna di Copertino già coinvolti in un blitz della Digos salentina nel 2005.

Il punto è che Giovanni Vantaggiato avrà pur imparato da qualcuno il suo secondo mestiere, quello del confezionamento di miscele esplosive. Non è detto che i mastri siano stati anarchici, perché quel tipo di innesco è una tecnologia trasversale rispetto alle ideologie ed ai fini. Il fatto che egli sia un autodidatta delle bombe lascia il tempo che trova, perché cimentarsi senza esperienze ed accompagnamento nella preparazione di materiale detonante della potenza del nitrato di ammonio  sarebbe un rischio troppo grosso per Vantaggiato.  E nell’oliveto del padre, scovato martedì dai poliziotti brindisini di Digos e Squadra mobile nelle campagne tra Leverano e Nardò, non molto lontano da Copertino, Giovani Vantaggiato oltre ad altre tre bombole che attendevano solo l’innesco, aveva accumulato parecchio materiale esplodente e sostanze chimiche.

L’oliveto era il suo laboratorio ed insieme il suo poligono. E bisogna vedere se ci andava da solo o in compagnia. A chi erano destinate le altre bombole? Attraverso il suo avvocato Franco Orlando, il commerciante di carburanti si è affrettato a far sapere che si trattava della dotazione per la Morvillo Falcone. Strano che nei 18 giorni di tempo prima di essere scoperto e fermato, egli non se ne sia liberato. Eppure temeva di essere identificato perché cercava di evitare che la sua famiglia seguire i notiziari tv. Dal carcere si è preoccupato di far sapere alla moglie che doveva liberarsi di alcune copie della “Staffetta Petrolifera”. Invece le tre bombole innescate le ha lasciate nell’oliveto. I pm De Nozza e Cataldi stanno decidendo su cosa ascoltare nuovamente il bomber della strage costata la vita a Melissa Bassi,

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