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Domenica, 28 Aprile 2024
Economia

Autorithy, doppio rischio di commissariamento

BRINDISI - L'Autorità portuale rischia un nuovo commissariamento per due motivi: il primo è lo scontro furibondo sulla nomina del segretario generale, il secondo la mancata approvazione del bilancio consuntivo.

BRINDISI - Mario Sommariva, uno dei candidati alla poltrona di segretario generale dell’Autorità portuale di Brindisi, si è fatto da parte: vista l’aria che si respira e la decisione del presidente Iraklis Haralambidis di perseverare con il muro contro muro, meglio rinunciare. Del resto, può tranquillamente continuare a fare il segretario generale all'Autorità portuale del Levante, a Bari, in un porto che funziona. Di Manlio Guadagnuolo, l’uomo che il greco vuole tenacemente fare segretario, non si hanno invece notizie: chissà se anche lui pensa di compiere il nobile gesto, visto che lo scontro è avvenuto, oltre che sui metodi del presidente, anche sul suo nome. Da fonti a noi vicine, però, né Haralambidis né Guadagnuolo hanno la minima intenzione di fare un passo indietro. E dunque si andrà, non si sa quando, al prossimo Comitato portuale, in un clima ancora incandescente, che sarà reso ancor più infuocato dal fatto che la legge prevede l’approvazione del bilancio consuntivo entro il 30 aprile, pena il commissariamento.

Cosa potrà accadere in Comitato? Se, come sembra, il presidente riproporrà Guadagnuolo, ed il fronte-Brindisi dovesse ribadire il suo no, bocciando la proposta a maggioranza, il ministro dei Trasporti Maurizio Lupi, pur essendo del Pdl (parte politica che ha espresso il professore greco) dovrebbe prendere atto che l’Autorità portuale di Brindisi è paralizzata, e dunque procedere al suo nuovo commissariamento.

Potrebbe accadere però che i componenti del Comitato portuale chiedano ad Haralambidis di poter visionare i curricula di quanti hanno manifestato interesse a ricoprire la poltrona di segretario, e decidere di far confluire i loro voti su una personalità diversa da quella di Guadagnuolo. In questo modo il presidente, oltre che essere sfiduciato dalla città, si potrebbe ritrovare tra i piedi un segretario non gradito. Sarebbe un boccone indigesto, ma servirebbe al docente per conservare la poltrona fino alla fine del mandato (sempre che i giudici amministrativi non decidano diversamente prima della scadenza naturale...).

In ogni caso la situazione sarebbe insostenibile.

Quanto alla mancata approvazione del rendiconto generale, i regolamenti che disciplinano l’amministrazione e la contabilità delle Autorità portuali prevedono che “il Rendiconto generale è deliberato dal Comitato portuale entro il mese di aprile successivo alla chiusura dell’esercizio finanziario ed è trasmesso entro dieci giorni dalla data della deliberazione al Ministero Vigilante (Infrastrutture e Trasporti) ed a quello dell’Economia e delle Finanze, corredato dei relativi allegati, per l’approvazione dei dicasteri competenti”.

Il termine di approvazione del rendiconto generale (o bilancio consuntivo) è dunque da ritenersi perentorio in quanto la legge istitutiva prescrive che sia disposta “la revoca del presidente e lo scioglimento del Comitato portuale qualora il conto consuntivo evidenzi un disavanzo (art.7, comma 3, lett. c) della legge n.84/1994)”.

Ebbene, ad oggi non si ha notizia né della predisposizione di tale documento  né della convocazione della seduta del Comitato portuale che avrebbe dovuto esaminare ed approvare il Conto consuntivo entro il 30 di aprile. Né tanto meno sono state chiarite le ragioni ( che dovrebbero essere solo di estrema gravità) che hanno impedito la predisposizione e l’approvazione del documento nei termini prescritti.

Il che costituisce un secondo innegabile presupposto per l’esercizio dei poteri di vigilanza del Ministero competente, che potrebbero sfociare nella revoca dell’incarico presidenziale e nello scioglimento del Comitato portuale.

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