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"Centro storico: esentare da Tosap 2015. E dalla fiscalità locale le nuove iniziative"

L'associazione Left Brindisi lancia una proposta per cominciare ad arginare la crisi in cui versa il centro cittadino, in caduta libera dal punto di vista commerciale e della vita sociale

L’ Associazione “Left” con questo intervento sul declino del centro urbano e sui provvedimenti che possono essere immediatamente adottati, come farà con altri in fase di approfondimento, intende contribuire a sviluppare un dibattito su questioni e scelte strategiche  per il futuro della città. Lo vogliamo fare  con senso civico e, se necessario, con spirito critico, all’interno  di  una logica di confronto costruttivo e di proposta , pur nella legittima diversità di idee e opinioni, avendo come riferimento la crescita e la vivibilità  del nostro territorio.

 La riflessione di questi giorni ritorna sul declino del centro storico della nostra città, che  è sotto gli occhi di tutti. Sotto gli occhi di chi ci vive o ci lavora e dei sempre più rari cittadini e turisti che ancora trovano un motivo per andarci. Sempre che ci riescano e trovino parcheggio. E’ una situazione che si aggrava di anno in anno. Quello che era il cuore pulsante della città, il centro della vita sociale, degli affari, della produzione artistica, artigianale e del divertimento è in agonia da tempo, quasi non esiste più. Nell’indifferenza di chi avrebbe potuto nel corso di questi ultimi anni intervenire per arginare e invertire la deriva negativa.

Un veliero da crociera nel Canale PigonatiSolo qualche timido e flebile segno di vitalità negli orari di apertura delle attività commerciali ancora esistenti,  poi il deserto, la desolazione di una città che appare senz’anima, nella quale diventa difficile recuperarne l’identità. E’ sufficiente farsi una passeggiata in centro per rendersi conto che il processo di desertificazione è andato avanti, che la situazione peggiora ogni giorno di più e nessun intervento è risultato efficace, in grado di invertire la tendenza. Anzi!

Sempre meno residenti e ragazzi, sempre meno uffici pubblici e privati, sempre meno banche ed attività professionali e commerciali. Giardini pubblici deserti ad ogni ora del giorno. Mercato ortofrutticolo in agonia, soffocato da una continua movimentazione veicolare abusiva, che non si riesce a contrastare efficacemente.  E’ deprimente la scena dei tanti buchi determinati dal numero esagerato di abitazioni ed edifici  abbandonati e dai locali delle attività dimesse, scandite dalla penosa sequela di cartelli “affittasi”, “vendesi” o “cedesi attività” e dal degrado sempre più marcato dei luoghi, che ormai fanno parte integrante dell’arredo urbano.

Qualche temerario sporadicamente apre una nuova attività, ma sono sempre di meno. Molti di più sono quelli che hanno abbandonato, perché non ce l’hanno fatta o più semplicemente perché hanno pensato a trasferirsi in luoghi più accessibili, più vitali, dove oltretutto gli affitti sono senz’altro più contenuti, o nei centri commerciali dove si è spostato il cuore del commercio cittadino. Non aiutano certamente le sofferenze determinate dai problemi mai risolti di accessibilità del traffico e della carenza di parcheggi, che scoraggiano la frequentazione e la permanenza nel centro urbano, che per questo  vive un rapporto difficile e conflittuale con tutto ciò che si trova fuori le  mura antiche.

corso garibaldi rimozione fioriere-2Nei residenti , nei commercianti, nei professionisti rimasti,  non c’è rassegnazione o voglia di arrendersi. C’è la determinazione a resistere  nella speranza  di tempi migliori,  ma anche nell’ intervento finalmente efficace  dell’amministrazione per far rivivere il centro, per riportarci la vivibilità, la vita delle persone e delle famiglie. Sanno bene però che da soli non ce la possono fare.  Negli ultimi due lustri è sempre venuta meno la componente politica deputata alla pianificazione e realizzazione di un progetto di città,  che purtroppo è rimasto sempre confinato  nelle carte programmatiche, nel pensiero, nelle parole e non anche in  quello dei fatti concreti.

Si sono inariditi tutti  gli elementi nobili di quell’impegno programmatico,  che dovevano rappresentare  il  dato di discontinuità e di reale  novità, rispetto allo scarso impegno  della precedente  inconcludente e rissosa maggioranza di governo della città. Anche le iniziative programmate  nei mesi scorsi sono rimaste semplici, ancorché costose, testimonianze del solito interesse episodico, perché  non interfacciate con una rinnovata e partecipata visione della città , che l’amministrazione ha dimostrato di non avere. E sufficiente recarsi in viale Regina Margherita per accertarsi quali effetti abbia prodotto l’interesse e l’impegno dimostrato dall’amministrazione per quella parte della città.

Manca purtroppo la freschezza di idee, il progetto complessivo, l’entusiasmo in grado  di pensare e realizzare il  rilancio. Bisogna fare presto. Non può essere infatti sottovalutato o ignorato,  nella sua dimensione negativa, il grido di allarme dei commercianti e delle loro associazioni sulla    probabile ulteriore chiusura a breve,  di molte altre attività esistenti, di quelli che costituiscono punti importanti di aggregazione sociale. Nel frattempo, considerata l’attuale congiuntura economica, l’amministrazione comunale nelle more dell’attuazione di iniziative di rilancio del centro storico, potrebbe attivare una forma di sostegno al commercio esistente, esentando dal pagamento della Tosap relativa al 2015 tutte le attività esistenti, così come sembra sia stato concesso  a tutte le attività che hanno partecipato al Negramaro Wine Festival.

Ma anche favorire  la nascita di nuove attività e nuove imprese in centro,  con la concessione della completa esenzione della fiscalità locale alle attività commerciali e professionali di nuovo insediamento nel centro storico,  per i primi 3/5 anni, che oltretutto non comporterebbe minori entrate. Su questo terreno si misura  l’effettiva   capacità della politica di poter reggere il peso della propria responsabilità.  C’è un pezzo della nostra città che ha bisogno di risposte concrete.

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