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La Cgil denuncia ritardi sulle bonifiche, "Per la Sinistra" no al piano A2A

Ieri mattina, martedì, si è svolta, presso il Ministero dell’Ambiente e della tutela del Territorio e delle acque, una sessione della Conferenza nazionale permanente dei servizi sullo stato delle caratterizzazioni, messa in sicurezza e bonifica del Sito di Interesse Nazionale di Brindisi. E sempre in tema di ambiente e bonifiche, resta caldo il tema dell’Autorizzazione integrata ambientale al nuovo piano industriale di A2A per la centrale Edipower di Brindisi

BRINDISI – Ieri mattina, martedì, si è svolta, presso il Ministero dell’Ambiente e della tutela del Territorio e delle acque, una sessione della Conferenza nazionale permanente dei servizi sullo stato delle caratterizzazioni, messa in sicurezza e bonifica del Sito di Interesse Nazionale di Brindisi. E sempre in tema di ambiente e bonifiche, resta caldo il tema dell’Autorizzazione integrata ambientale al nuovo piano industriale di A2A per la centrale Edipower di Brindisi. Su questi due argomenti pubblichiamo un intervento di Antonio Frattini della segreteria della Cgil di Brindisi, e un documento del gruppo “Per la Sinistra”, del Pd brindisino.

La Cgil fa il punto sulle bonifiche dopo sessione al Ministero dell’Ambiente

“Un momento atteso da parte di molte aziende della zona industriale del territorio allocate nel perimetro dell’Area Sin e considerato importante dalla Cgil per fare chiarezza sulle reali condizioni ambientali e per accelerare le procedure per le opere di bonifica”, dice Frattini. “In apertura il Mattm ha relazionato rispetto agli esiti della conferenza istruttoria tenutasi a giugno scorso e ha informato che riguardo la richiesta di un aggiornamento delle sostanze da considerare nell’ambito delle analisi di rischio per tutte le aree Sin, il nuovo elenco sta per essere pubblicato sul sito del Ministero. Ha inoltre comunicato che è stato espresso parere positivo al progetto esecutivo per la bonifica dell’acqua di falda dell’area di proprietà di Edipower e che sta per essere pubblicato il provvedimento definitivo per l’area del parco Cillarese”.

L'area del Petrolchimico di Brindisi e in primo piano un tratto dell'asse attrezzato Enel“Riguardo invece alla caratterizzazione delle aree portuali l’autorizzazione a procedere è vincolata ad alcune prescrizioni: all’utilizzo della nuova check-list e alle attività monitorate dall’Arpa”, riepiloga il dirigente della Cgil. “Non è invece ancora chiusa l’istruttoria relativa alla società Cascione sia per l’avvio dell’analisi di rischio sanitario e sia perché si chiede alla Provincia di procedere rispetto alle caratterizzazioni dell’acqua di falda. E’ stato poi chiesto a Basell di avviare le procedure per l’analisi di rischio sanitario e per il progetto di bonifica dell’area.  Infine è stata data informativa sulla certificazione data dalla Provincia di Brindisi ad Enel per “asse attrezzato e Centrale” per chiusura del procedimento per la matrice “suolo”. (Nella foto, l'asse attrezzato Enel)

La Cgil vorrebbe che fossero però subito superate le divergenze sulle competenze che rallentano i processi: “In riferimento alla discussione che si è quindi  avviata  sugli altri  punti all’ordine del giorno, come Cgil esprimiamo forte preoccupazione riguardo il conflitto  istituzionale, registrato anche oggi, tra i tecnici di  Provincia, Regione e  Ministero,  riguardo ‘chi deve fare che cosa’,  rispetto, cioè, a competenze e responsabilità autorizzative, che significa di fatto per il territorio,  continuare a subire situazioni di stallo che allontanano sempre più le azioni di messa in sicurezza del Sito e qualsiasi nuovo investimento. Nel corso dei lavori – dice ancora Frattini - sono stati presentati i risultati delle analisi e/o validazioni effettuate da Arpa Puglia relative alle società: Ecoservice, Enel, Società Ecologica, polo Petrolchimico, Sanofi Aventis”.

“Riguardo alle aree di proprietà del Comune di Brindisi sono stati presentati i risultati delle attività di caratterizzazione di alcune aree, tra cui quella di Fiume Grande in cui è stata rilevata la presenza di inquinanti non riconducibili agli insediamenti produttivi esistenti, condizione che ha portato il Ministero a chiedere l’apertura di un’istruttoria alla Provincia di Brindisi. Sono state infine date notizie sullo stato dell’arte di procedimenti riguardanti altre aziende e lo stesso consorzio Asi”, fa sapere la Cgil.

Un particolare del Seno di Ponente del porto di Brindisi-2Preoccupazione rinnovata per i ritardi, in conclusione delle dichiarazioni di Antonio Frattini: “In conclusione preme evidenziare che non è più tollerabile che il processo di bonifica del sito Sin si trascini da anni senza arrivare a concrete soluzioni, che significano chiusura definitiva dei procedimenti, con progetti esecutivi realmente rispondenti alle migliori soluzioni tecniche e ai conseguenti impegni economici da parte di tutti i soggetti interessati”.

“E rispetto alle risorse economiche sappiamo che ci sono somme già versate dalle aziende attraverso le transazioni sottoscritte con il Ministero, ci sono invece aziende che devono ancora pagare, così come vorremmo sapere quali siano realmente le somme impegnate per Brindisi da parte dei diversi livelli istituzionali, e quanto si è riusciti a recuperare delle somme già distratte dalla destinazione d’uso legittimo da parte del Ministero dello Sviluppo Economico. Nell’immediato, intanto, è importante capire ciò che è stato definito per l’area di Micorosa, su cui diventa necessario chiedere un aggiornamento puntuale al Comune di Brindisi”, a proposito della gara bloccata su offerte al ribasso fortemente anomale.

Per la Sinistra sulla centrale Edipower

“La questione della Centrale di Brindisi Nord è un problema che viene da lontano. Da quando si è presa coscienza che era ed è una centrale ormai obsoleta tecnologicamente e devastante da un punto di vista ambientale. Un “cancro” nel cuore della città, pensata più di quarant’anni fa secondo modelli di sviluppo arcaici e insensibili alle questioni ambientali. Già prima del 2000 si discuteva, anche animatamene, della necessità di ambientalizzarla” si legge nel documento del gruppo “Per la Sinistra”.

“Oggi, che l’energia prodotta da fonti rinnovabili ha la preferenza e precedenza rispetto a quella da fonti fossili, tanto da costringere l’Enel a ridimensionare la produzione di Brindisi Sud, la nuova proprietà della vecchia centrale, la A2A, vorrebbe, con un piano industriale giudicato lacunoso anche dai sindacati, convertire l’impianto per bruciare carbone e derivati dei rifiuti. Questo a poche centinaia di metri dalla città”.

La centrale Edipower-A2A di Costa Morena“Ogni livello di responsabilità, politica ed amministrativa, durante questi lunghi anni si è omologata ad un modello di sviluppo teso al raggiungimento della piena occupazione unicamente – si afferma nel documento - attraverso lo sviluppo dell’industria, trascurando l’aspetto vocazionale del territorio, senza porsi alcun problema dei danni ambientali e sanitari che un siffatto modello di sviluppo avrebbe provocato nel tempo”

“E si continua ad ignorare l’appello accorato dell’Ordine dei Medici, di quei dottori che in prima linea hanno il polso della drammatica situazione sanitaria di Brindisi e che hanno sottolineato la necessità di una drastica riduzione delle emissioni nocive e chiedono che, per ragioni sanitarie, si impediscano ulteriori insediamenti che emettono sostanze tossiche. Un’emergenza sanitaria ed ambientale che si accompagna ad un’emergenza sociale”.

“Sono quasi ventimila i disoccupati a Brindisi, una città incapace di ripensare il proprio modello di sviluppo, che vede il Porto, ormai servitù industriale, in eterna crisi; mentre Turismo ed Agricoltura, due vocazioni del territorio, non decollano. In questo quadro i grandi interessi economici cercano di aprire una nuova stagione di industrializzazione altamente impattante: dopo la stagione della Chimica e dell’Energia con il carbone, si vorrebbe programmare la stagione dei Rifiut”i.

“Nel progetto di massima presentato dalla A2A si prevede di bruciare prevede sin da subito 75.000 tonnellate di ecoergite prodotta da oltre centomila tonnellate di rifiuti in co-combustione con oltre 600.000 tonnellate di carbone. Un impianto in grado di chiudere il ciclo dei rifiuti della Puglia e candidarsi per la sua capacità a gestire tutte le prossime emergenze rifiuti che vi saranno nel Meridione”.

“E’ giunto, invece, il tempo di avviare i lavori di smantellamento e bonifica degli impianti della Brindisi Nord per consentire che quel sito sia dedicato allo sviluppo delle attività portuali, che devono necessariamente divenire volano di uno sviluppo nuovo e sostenibile”, sostiene “Per la Sinistra”.

La termoelettrica Edipower-A2A nel porto di Brindisi“E’ indispensabile chiedere subito (siamo già in notevole ritardo) l’immediato coinvolgimento di Governo e Regione per trovare tutte le possibili soluzioni, dai prepensionamenti all’impiego nei lavori di smantellamento e bonifica al passaggio presso la centrale Enel Federico II, per salvaguardare i lavoratori della Centrale di Brindisi Nord che non possono pagare il conto di queste scelte scellerate”.

“In questo quadro così compromesso in cui crisi economica e disagio sociale, crisi ambientale e disoccupazione viaggiano sullo stesso binario, è importante scegliere di scommettere sul futuro, sulla conoscenza, sulla ricerca, sull’innovazione connesse ai temi ambientali, sulla green economy; una sfida trasversale che coinvolge le imprese di molti settori, dalla tecnologia al risparmio energetico, alle fonti rinnovabili, dal settore dell’edilizia a quello dei trasporti, dal turismo all’agricoltura, dal riciclo dei rifiuti all’industria aeronautica”.

“Un filo verde che non attraversa i settori tipicamente e tradizionalmente ambientali ma che porta innovazione anche in quei settori maturi della nostra economia rendendo possibile una riconversione in chiave ecosostenibile. Lo sviluppo dell’economia verde può e deve avere nel territorio brindisino una declinazione che sappia guardare al passato nel senso della nostra peculiare identità territoriale. Esistono già esperienze di successo che dimostrano che è possibile far convivere la modernizzazione ecologica dei processi produttivi e del sistema produttivo con le vocazioni territoriali ed i punti di forza del nostro territorio”.

“Ed in questo scenario di desertificazione produttiva e lavorativa, da una parte si mette sul piatto della bilancia il problema occupazionale risultato di un modello di sviluppo, fondato sui grandi impianti di produzione di energia e della chimica di base e che si vuole perpetrate incondizionatamente; dall’altra si contrappone il diritto alla salute di una popolazione che come dimostrano diversi studi ha già ampiamente pagato ed ancora continua a pagare il suo triste contributo”.

La centrale Edipower-A2A di Brindisi Nord Costa Morena“Purtroppo invece di cercare una soluzione che riesca a trovare una sintesi tra diritto alla salute e diritto al lavoro si ergono muri di sterili contrapposizioni, che poco hanno a che fare con il bene comune e che invece attengono all’incapacità di trovare soluzioni o peggio ancora alla volontà di trascinare lo status quo sino a quando uno dei contendenti non ceda per ko”.

“Ed a testimonianza di questa sterile contrapposizione si inseriscono attori politici locali che anziché prodigarsi, in funzione del proprio ruolo politico nazionale, si insinuano nel confronto al solo scopo di destabilizzare e delegittimare chi si sforza di dare risposte e soluzioni a due problemi, salute e lavoro, ormai incancreniti, e per legittimare la propria campagna elettorale sulla testa di chi si impegna quotidianamente per cercare di rispondere alle legittime istanze di chi cerca di tutelare l’occupazione e di chi è sensibile alla questione ambientale”.

“La direzione verso cui cercare le soluzioni c’è; manca la volontà e l’onestà intellettuale di perseguirla con determinazione. Tecnologia, nuovi modelli di sviluppo, vocazioni, settori produttivi in crescita ci sono; è necessario articolarli in un nuovo modello di crescita sostenibile”, conclude il documento.

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