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Sabato, 27 Aprile 2024
Economia

Puglia, gli aiuti alle imprese hanno arginato la crisi e mantenuto aperto il credito

BARI - Le imprese impossibili non esistono, se per impresa si intende un’azienda di qualsiasi dimensione, dalla micro alla grande, e se per impresa si intende una politica mirata ad accrescere la competitività. La Regione Puglia investendo su innovazione, ricerca e sviluppo, è riuscita a contenere gli effetti devastanti di una delle più imponenti crisi economiche mondiali. L’ha fatto pubblicando nel biennio 2009-2010 ben 18 bandi. Gli interventi dovevano immettere nel sistema economico 820milioni di euro e muovere prestiti per 1 miliardo. Le previsioni di allora portavano ad ipotizzare uno sviluppo di investimenti di circa 1,5 miliardi di euro. Oggi ci sono i riscontri di questa imponente operazione.

BARI - Le imprese impossibili non esistono, se per impresa si intende un’azienda di qualsiasi dimensione, dalla micro alla grande, e se per impresa si intende una politica mirata ad accrescere la competitività. La Regione Puglia investendo su innovazione, ricerca e sviluppo, è riuscita a contenere gli effetti devastanti di una delle più imponenti crisi economiche mondiali. L’ha fatto pubblicando nel biennio 2009-2010 ben 18 bandi. Gli interventi dovevano immettere nel sistema economico 820milioni di euro e muovere prestiti per 1 miliardo. Le previsioni di allora portavano ad ipotizzare uno sviluppo di investimenti di circa 1,5 miliardi di euro. Oggi ci sono i riscontri di questa imponente operazione.

I progetti ammessi a finanziamento sono quasi 3.500 e valgono oltre 1,851 miliardi di euro, cioè il 3,4% del Prodotto interno lordo della Puglia. I nuovi posti di lavoro previsti dai progetti (una volta entrati a regime) superano le 4.500 unità. Ma il dato forse più sorprendente è rappresentato dai tempi che intercorrono dalla presentazione della domanda alla deliberazione dell’ammissibilità al finanziamento. L’aiuto – si sa – è efficace se arriva in un arco temporale contenuto. Quelli della Puglia hanno richiesto un tempo di istruttoria che oscilla dalle 4 settimane (del bando destinato ai Consorzi Fidi) ai 6-8mesi (del Titolo II).

L’impegno che ha richiesto l’intera operazione è stato rilevante sia per la politica che per l’amministrazione e non è finita perché, di quei 18 bandi, 7 sono ancora aperti in quanto a sportello, dunque attivi fino all’esaurimento delle risorse. Infatti, le agevolazioni pubbliche ammesse fino ad oggi superano i 603milioni di euro, quindi sono a disposizione delle imprese altri 217milioni. Se poi guardiamo allo scenario generale del lavoro sui bandi vediamo che, nel 2009, mentre venivano pubblicati i nuovi avvisi, si provvedeva alle erogazioni per i vecchi.

IlSole24Ore di alcuni giorni fa scatta una foto di quell’anno visto nell’ottica degli incentivi alle imprese. Una tabella che ha come fonte la Commissione Europea mostra che la Puglia nel 2009 è la prima Regione in Italia per le erogazioni alle aziende. In quell’anno destina aiuti per più di 524 milioni; al secondo posto c’è la Campania con 481,89 milioni. Nello stesso anno, l’Italia compare all’ultimo posto dei Paesi dell’Unione con un ammontare di fondi pubblici alle imprese che coincide con lo 0,6% del suo Pil; al primo posto c’è il Regno Unito con un’incidenza di aiuti sul Prodotto interno lordo del 7,9%, mentre la media dei 27 Paesi Ue è del 3,5%.

Quali sono stati i vantaggi di questa iniezione di risorse per le imprese pugliesi?  A rispondere a questa domanda è un report del gruppo Bancario Intesa San Paolo, pubblicato il 14 aprile di quest’anno. Secondo il Servizio Studi e Ricerche del Gruppo, nell’anno più drammatico della crisi, il 2009, il 25% delle imprese manifatturiere pugliesi concludeva i 12 mesi con un fatturato in aumento, in alcuni casi addirittura del 10%, in altri persino del 20%. Siamo nel 2009, lo stesso anno nel quale – dice la Commissione europea – la Regione eroga alle imprese più di 524 milioni di euro.

Molti incentivi regionali non potrebbero funzionare tuttavia senza i mutui bancari. Per questo la battaglia del credito rappresenta uno degli obiettivi delle politiche economiche regionali. Il bando destinato ai Confidi mette in campo 50 milioni di euro che svilupperanno a regime 1 miliardo di prestiti, attraverso l’erogazione di garanzie, mentre l’incentivo che dispensa aiuti alle piccole e micro imprese, chiamato Titolo II, si attiva solo se le banche concedono un mutuo. Com’è cambiata oggi la situazione del credito in Puglia?

Risponde ancora una volta il report del Servizio studi e Ricerche di Intesa San Paolo. Da oltre due anni – si legge –  il totale dei prestiti cresce più della media nazionale. (6.9% a gennaio rispetto a +5,7% del sistema nazionale). “I prestiti alle imprese – dice - sono in accelerazione (7,2  a gennaio 2011) e l’andamento è migliore della media italiana. Il totale dei prestiti segna una crescita costante (6,9% a gennaio 2011, 6,6% nel secondo semestre 2010), con la ripresa delle imprese che compensa il rallentamento delle famiglie.

Lo studio sottolinea inoltre come “i prestiti alle imprese siano in crescita nel 2010 in tutti i comparti, inclusa l’industria (+2,5% a settembre) dove il credito è comunque più debole rispetto a servizi e costruzioni” e – continua – “a settembre 2010 la performance pugliese era migliore rispetto al sistema Italia in tutti i comparti”. Quindi gli incentivi hanno contribuito a non far chiudere i rubinetti del credito.

Ci sono poi gli esempi che si toccano con mano sul territorio. La Getrag senza gli incentivi regionali forse non sarebbe rimasta in Puglia. Il gruppo Bosch dopo un terribile 2009, è tornato in attivo. La Magneti Marelli, del gruppo Fiat, ha moltiplicato gli investimenti nella componentistica auto più innovativa.  In generale il tessuto produttivo ha risposto in modo eccezionale a quei 18 bandi, se si pensa che le manifestazioni di interesse, cioè l’ammontare degli investimenti attraverso tutte le domande pervenute, è di circa 4miliardi.

Questo dinamismo delle aziende pugliesi fa sperare in un’uscita dalla crisi migliore rispetto al resto d’Italia. Ora però si è aperta una seconda fase: quella degli aiuti anche le imprese che hanno scelto di investire sugli aiuti occupazionali attraverso il Piano straordinario per il Lavoro, una strada in salita perché i dati sull’occupazione sono tutt’altro che confortanti.

“Le nostre politiche economiche – ha spiegato la vicepresidente e assessore allo sviluppo economico Loredana Capone – fanno parte di un unico disegno strategico che è un vero e proprio Piano per lo Sviluppo. In questo programma gli ingredienti principali sono rappresentati dall’attenzione all’innovazione e alla ricerca che deve entrare in tutte le imprese, nelle grandi come nelle piccole. Questo metodo ci ha fatto notare sui mercati esteri dove sono cresciute le esportazioni di oltre il 20%, mentre l’Istat ci dice che le imprese piccole e medie che innovano in Puglia sono tra il 27 e il 33,9%".

"Adesso stiamo lavorando - ha proseguito la vicepresidente - perché gli stessi riscontri si vedano nell’occupazione. L’innovazione è il nostro marchio di fabbrica e il tratto distintivo di questo governo regionale. Solo così le imprese impossibili non esistono”.

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I 18 bandi

Avvisi  aperti

  1. Contratti di Programma (risorse pubbliche: 230 milioni).
  2. Programmi Integrati di Agevolazione (PIA) (risorse pubbliche: 168 milioni).
  3. Aiuti per Programmi di Investimento di Micro e Piccole Imprese (definito per brevità “Titolo II”) (risorse pubbliche: 100 milioni).
  4. Aiuti alle Piccole Imprese Innovative di Nuova Costituzione (detto “Nuove Imprese Innovative”).  (Risorse pubbliche 5 milioni).
  5. Titolo II - Turismo (chiamato per intero “Aiuti agli investimenti iniziali alle piccole imprese operanti nel settore turistico”). (Risorse pubbliche: 25milioni).
  6. PIA Turismo (per esteso Aiuti alle medie imprese e ai consorzi di PMI per Programmi Integrati di Agevolazione). (Risorse pubbliche: 20milioni).
  7. Start up (“Sostegno allo Start up di microimprese di nuova costituzione realizzate da soggetti svantaggiati”). (Risorse pubbliche: 43milioni).
Bandi chiusi

1.  Aiuti agli investimenti in ricerca per le PMI       (Risorse pubbliche: 48milioni).

2.         Promozione internazionale dei Consorzi agro-alimentari. (Risorse pubbliche:

3milioni).

3. Promozione internazionale dei Consorzi turistico-alberghieri. (Risorse pubbliche: 3milioni).

4. Promozione internazionale dei Consorzi Export per l’internazionalizzazione delle PMI manifatturiere. (Risorse pubbliche: 3milioni).

5. Contrasto all’usura per Fondazioni e Cofidi (Risorse pubbliche: 0,77milioni).

6. Fondo di garanzia per Cooperative di garanzia e Consorzi Fidi. (Risorse pubbliche: 50milioni).

7. Iniziative per le infrastrutture di supporto degli insediamenti produttivi. (Risorse pubbliche: 100milioni).

8. Prevenzione del fenomeno dell’usura. (Risorse pubbliche 0, 95milioni).

9. Concessione di contributi destinati alla costituzione di fondi rischi dei consorzi fidi e delle cooperative artigiane (Artigiancredito). (Risorse pubbliche: 0,5milioni).

10.       Aiuti alla diffusione delle tecnologie dell’informazione e Comunicazione nelle reti di PMI.  (Risorse pubbliche: 10milioni).

11.        Aiuti alle piccole imprese innovative operative. (Risorse pubbliche: 10milioni).

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