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Sabato, 27 Aprile 2024
Economia

La Santa Teresa naviga in cattive acque, Cobas pronto a mobilitarsi

Il sindacato dopo una riunione a Bari: "La Provincia di Brindisi non ha più fondi residui da dare per le attività, lavoratori a rischio"

BRINDISI - La Santa Teresa naviga in pessime acque. Il sindacato Cobas ha partecipato alla riunione convocata dalla Regione sulla situazione occupazionale della Santa Teresa nel pomeriggio di martedì 27 dicembre 2022. Il Cobas aveva portato le proteste dei lavoratori alla Regione Puglia a Bari il 2 dicembre, nella giornata dello sciopero nazionale promossa dal sindacato. Scrive il Cobas in una nota a firma di Roberto Aprile: "I miseri risultati della riunione ci portano a dichiarare immediatamente lo stato di agitazione e proporre uno sciopero con manifestazione di protesta sotto la presidenza della Regione Puglia a metà gennaio. E' risultato chiaro nel corso della riunione quanto la legge Del Rio, quella che taglia i fondi alle province, colpisca sempre di più".

"La Provincia di Brindisi, ha affermato il presidente Matarrelli, non ha più fondi residui da dare per le attività di Santa Teresa. Lo hanno fatto per questi anni sostituendosi allo Stato, ma oggi non è più possibile. Da qui la crisi di Santa Teresa in modo ancora più accentuato. La Provincia di Brindisi potrà al massimo, per quello che si è capito, assegnare fondi per attività per gli operai fino a maggio/giugno 2023. Mentre non ci sono  attività, come ha riferito l'amministratore di Santa Teresa Pino Marchionna, per 24 dipendenti della Santa Teresa; la società a fronte di questa situazione chiederà la collocazione di questi dipendenti nel Fis (fondo di integrazione salariale, una specie di cassa integrazione) per una durata massima di 6 mesi", prosegue la nota.

Per il Cobas "nella riunione è apparso inoltre in modo molto chiaro come l'Arpal non ha provveduto minimamente ad adoperarsi al salvataggio delle 10 persone della Santa Teresa presenti nei loro uffici per anni, presenze che hanno salvato dal collasso gli uffici. Quattro dipendenti della Santa Teresa che erano stati collocati nel servizio relativo al Covid 19 terminano di lavorare  il 31 dicembre di quest'anno. Tre dipendenti del settore caldaie continueranno a stare a casa, nonostante un progetto della Santa Teresa rigettato dalla provincia prevedeva l'utilizzo per tutti gli otto del settore ,nonostante la Provincia abbia avuto degli ottimi incassi. Tre dipendenti a rotazione del settore delle pulizie continueranno ad essere fermi".

"Unica nota positiva - per il sindacato - è quella relativa al finanziamento per la apertura della biblioteca prevista per aprile; nota positiva che si dice dovuta alle forti insistenze del presidente della Provincia Matarrelli nel corso di una specifica riunione a Bari. La crisi della Santa Teresa è quindi strutturale, a cui bisogna porre rimedio nella stessa maniera; le vecchie e le nuove proposte fatte nel corso della riunione di Bari devono trovare una piena dimensione nelle proteste contro la Regione per la costruzione di una soluzione vera. La Regione insieme alle Province deve inoltre continuare ad insistere in modo forte contro il Governo nazionale affinchè i diritti costituzionali vengano ripristinati, finanziando le province per servizi fondamentali come le strade e le scuole".

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