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Un'altra opera non prevista dal piano regolatore: 31mila euro per sapere se conviene farla

Aveva sessanta giorni di tempo per consegnare il lavoro commissionatogli con affidamento diretto dall'Autorità Portuale di Brindisi, il professor Giuseppe Tomasicchio, già candidato alla segreteria generale dello stesso ente

BRINDISI – Aveva sessanta giorni di tempo per consegnare il lavoro commissionatogli con affidamento diretto dall’Autorità Portuale di Brindisi, il professor Giuseppe Tomasicchio, già candidato alla segreteria generale dello stesso ente. Era il termine concessogli con il decreto presidenziale numero 80 del 26 maggio scorso, firmato da Iraklis Haralambidis, quindi l’elaborato dovrebbe già essere sul tavolo del responsabile dei servizi tecnici dell’authority, l’ingegnere Francesco Di Leverano, se il disciplinare di incarico è stato firmato dall’incaricato nei giorni immediatamente successivi all’ordinanza, atto da cui decorrevano i due mesi. Ma non è questo il problema.

Il punto è un altro: la realizzazione di una banchina d’attracco per unità navali presso la base Onu di Brindisi, vale a dire nell’area dell’ex idroscalo dove si trovano i capannoni occupati dal materiale logistico della base, nel perimetro dell’aeroporto militare di Brindisi, è un’altra delle opere non previste dal Piano regolatore portuale vigente, quindi siamo nuovamente nel campo dei lavori che richiedono una variante, della serie : la nuova stazione marittima a Punta delle Terrare, operazione per la quale il pm ha inviato otto avvisi di conclusioni indagini; il terminal crociere di Punta Riso; il terminal crociere di Costa Morena Est.

I capannoni Alenia Aeronautica di BrindisiQuanto danaro pubblico è stato investito in queste progettazioni o non realizzabili senza variante, o al centro di attività di indagine penale, con l’effetto da un lato di allungare i tempi di soluzioni di esigenze immediate del porto di Brindisi, e in parte di metterle in secondo piano rispetto a progetti di cui non si è discusso neppure in Comitato portuale?  A chi servirebbe una nuova banchina nell’area in concessione alla base delle Nazioni Unite a Brindisi? Quante sono le navi che ogni mese imbarcano o sbarcano materiali di competenza della base? Non è nota alcuna richiesta di realizzazione di una infrastruttura portuale dedicata da parte delle Nazioni Unite, né vi fa cenno l’ordinanza del presidente Haralambidis (nella foto, ancora il tratto del porto medio con gli hangar della base Onu).

Hercules HaralambidesNella premessa dell’ordinanza numero 80 del 26 maggio scorso si parla di impegno “Assunto nei confronti dello Stato Maggiore della Difesa” di elaborare uno studio di fattibilità tecnico-economica per la realizzazione di una banchina di attracco per unità navali presso la Base Onu, nel porto medio di Brindisi. In teaoria, anche unità militari, perché da quanto si deduce l’area resterebbe di competenza della Difesa. L’incarico affidato al professore Giuseppe Tomasicchio, ordinario di Costruzioni idrauliche e marittime presso il Dipartimento di Ingegneria dell’Innovazione dell’Università del Salento, è proprio questo: uno studio preliminare alla progettazione, e più precisamente l analisi scientifica delle caratteristiche funzionali, tecniche, gestionali nonché economico-finanziarie e verifica della sostenibilità ambientale, nell’ambito di uno studio di fattibilità (nella foto, Iraklis Haralambidis).

La valutazione affidata all’ingegnere Giuseppe Tomasicchio dunque servirà per decidere se dal punto di vista tecnico e finanziario vale la pena procedere con uno studio di fattibilità. Questo costerà, stando all’ordinanza di affidamento dell’incarico e allegati, 31 milioni e 200mila euro. L’opera, invece, ha un costo stimato di 30 milioni di euro. Che dovrebbe sborsare, par di capire (se si dovesse passare alla fase autorizzativa, progettuale e realizzativa), l’Autorità Portuale di Brindisi.

Che dice di non avere danari per la progettazione dell’allargamento del Canale Pigonati, e formalmente non ne ha neppure per rimpiazzare la grave perdita dei circa 50 milioni del Cipe per i nuovi accosti di Sant’Apollinare, che farebbero molto comodo non solo per le navi traghetti e ro-ro, ma anche per quelle da crociera. Non sono pochi i membri del Comitato portuale perplessi, che attendono la prima convocazione utile per chiedere spiegazioni al presidente Haralambidis. 

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