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Crisi: il "laboratorio” fa scena muta

BRINDISI - La maggioranza fa scena quasi muta: nel dibattito interviene solo il capogruppo del Pd Salvatore Brigante, ma solo per una difesa d'ufficio e per dire che al Comune «non c'è stata nessuna crisi». I consiglieri di Udc e Noi Centro restano impassibili come mummie: nessuna motivazione del ritiro degli assessori, nessuna difesa dell'ex vicesindaco Paola Baldassarre. Niente di niente. In consiglio comunale una condotta del genere non si era mai vista. Giovanni Brigante (Sviluppo e Lavoro) la definisce vergognosa. Per Giampiero Pennetta, invece, «è indecorosa». Tanto che alla fine del Consiglio le opposizioni di destra e sinistra firmano un documento unitario contro il comportamento del laboratorio Pd-Centristi.

BRINDISI - La maggioranza fa scena quasi muta: nel dibattito interviene solo il capogruppo del Pd Salvatore Brigante, ma solo per una difesa d'ufficio e per dire che al Comune «non c'è stata nessuna crisi». I consiglieri di Udc e Noi Centro restano impassibili come mummie: nessuna motivazione del ritiro degli assessori, nessuna difesa dell'ex vicesindaco Paola Baldassarre. Niente di niente. In consiglio comunale una condotta del genere non si era mai vista. Giovanni Brigante (Sviluppo e Lavoro) la definisce vergognosa. Per Giampiero Pennetta, invece, «è indecorosa». Tanto che alla fine del Consiglio le opposizioni di destra e sinistra firmano un documento unitario contro il comportamento del laboratorio Pd-Centristi.

La seduta si era aperta con l'approvazione della delibera sulla Brindisi Multiservizi: una bomba disinnescata, almeno per qualche mese. La soluzione è quella di rimandare il tutto nel tempo: due esperti saranno scelti per individuare advisor e ipotesi di ristrutturazione della società, che secondo la legge dovrebbe essere privatizzata. Voto all'unanimità, come da accordi siglati in conferenza di capigruppo. Gli operai che anche oggi erano presenti in massa, se ne vanno in assoluto silenzio. Poi si apre il dibattito sulla crisi dell'amministrazione Consales. E a non parlare è qualcun altro.

Il primo cittadino prende la parola e legge il bilancio di quasi dieci anni di lavoro. Fa ripetuti riferimenti ai sette anni di mancata amministrazione del centrodestra, senza però mai citare Mennitti o l'opposizione.

«Spesso sono stato decisionista, ma l'ho fatto in assoluta buona fede, e mi assumo per intero ogni responsabilità, anche quando ho difeso scelte indifendibili di alcuni colleghi di giunta per difendere la mia squadra. Spero che la magistratura faccia il suo corso e dichiari la mia estraneità ai reati ipotizzati». Poi ringrazia l'ex assessore in quota Sel Dolores Fiorentino, «che ha lavorato bene ma ha pagato colpe non sue, perché la politica è fatta di numeri».

Si apre il dibattito, ma nella maggioranza tutti tacciono: è evidente che è stato deciso di fare scena muta.

Allora prende la parola Mauro D'Attis (Pdl) e respinge al mittente alcune insinuazioni: «Siamo una opposizione responsabile. Lo siamo stati anche in occasione delle delibere più contestate e finite nel mirino della procura. Eppure constato che ogni volta che avete un problema ci rimandate a cose del passato. Il messaggio che date è questo: "non parlare, perché se parli posso parlare anche io”. Allora vi dico che se non siete andati in procura è stata una vostra omissione. E se oggi minacciate di farlo, vi comportate in maniera minacciosa e intimidatoria».

Poi l'ex vicesindaco ironizza: «Dalle parole del sindaco ho capito che la "città d'acqua” è diventata "città di mare”, e che molte cose fatte dalla vecchia amministrazione sono il pane di cui si nutre l'attuale maggioranza. State seguendo i nostri indirizzi programmatici, ma lo fate adombrando sospetti su chi ha governato prima. Ebbene, vi faccio presente che la nostra giunta non è scivolata su nessuna macchia d'olio. Voi invece in queste settimane vi siete rimangiati la questione delle donne in giunta, e poi avete messo in scena il balletto delle deleghe speciali richieste e poi rinnegate. È evidente che la vostra rivoluzione copernicana si ferma allo spostamento di qualche impiegato e al cambiare nome alla città d'acqua. Non avete progetti. Tanto è vero che per il PalaEventi state pensando di riprendere il nostro vecchio progetto di ampliamento».

Giampiero Pennetta associa a Consales l'immagine del comandante Schettino: «La maggioranza non ha parole, oppure si vergogna. Eppure non è mai avvenuto che una crisi scoppiasse in maniera così dirompente in piena campagna elettorale. Parlavate di una rivoluzione tra i dirigenti, e vi siete fermati a qualche impiegatuccio». Il consigliere tira in ballo «un partito degli affari», adombra il sospetto «su soci di senatori del centrosinistra interessati ai lavori per il collegamento ferroviario porto-Tuturano». E chiude con il paragone sindaco-comandante: «Consales-Schettino naviga ancora perché l'abbiamo lasciato andare in mare aperto. Ma quando troverà il primo scoglio farà un botto enorme».

Tocca all'opposizione di sinistra, con Riccardo Rossi (Brindisi Bene Comune): «Sarebbe bello capire le ragioni della crisi da chi l'ha aperta, e cioè da Noi Centro e Udc. Ma a sentire il discorso del sindaco sembra che la crisi non ci sia stata. Il suo è apparso più un discorso di investitura, che di chiusura di una crisi. Noto con piacere che non parlate più del Palazzetto, quindi penso che sia stato de rubricato dal dibattito politico in città. In quanto agli immigrati e al dormitorio avete detto che la situazione è risolta, ma abbiamo ancora 23 migranti lasciati senza dimora in pieno inverno».

Rossi chiede di sapere se si sta facendo tutto il possibile per recuperare i soldi di Ici e Imu, oltre che dall'Enel, anche dagli altri grandi gruppi industriali. L'assessore Carmela Lomartire accenna una risposta: «Stiamo facendo tutto il possibile e anche di più», ma Salvatore Brigante e il segretario cittadino del Pd Antonio Brigante la bloccano, invitandola a non dare spago all'opposizione.

Il consigliere torna alla crisi: «I partiti di maggioranza hanno imposto le pre-giunte, svuotando la giunta ed il sindaco delle loro prerogative. Sembra che l'azione del primo cittadino sia stata messa sotto tutela da parte dei gruppi consiliari. Avete chiesto le deleghe speciali, come se un consigliere comunale non potesse fare il suo lavoro senza avere una delega speciale, come è normale che sia». Poi accenna ad un elemento abbastanza preoccupante: «La Baldassarre ha fatto avere ai capigruppo il piano del commercio così come proposto dalla maggioranza e quello che era stato rimodulato da lei, lasciando intendere che ci fossero forti divergenze sulla lottizzazione dei terreni. Cosa è successo?».

Giovani Brigante ribadisce: «La maggioranza ha provocato la crisi. Sarebbe bello capire perché è stata modificata la giunta e perché è nata la crisi. Sarebbe bello anche capire qual è il profilo professionale e quali sono le competenze dei nuovi assessori. Invece rimanete in silenzio. Un anno fa avete messo insieme tutto ed il contrario di tutto. Ed ecco i risultati. Ancora non ho visto quel cambiamento epocale che era stato annunciato e i soldi recuperati dall'Enel sono solo un atto dovuto, non un atto rivoluzionario». Il consigliere regionale conclude così: «La maggioranza che non parla è un fatto vergognoso. I consiglieri del centrosinistra sarebbero dovuti intervenire a difesa non del sindaco, ma di ciò che il sindaco rappresenta. E invece restano muti».

È solo a questo punto che Salvatore Brigante, forse perché stimolato da qualche provocazione del cugino, prende la parola e «parla a nome di tutta la coalizione», come se quelli dell'Udc/Noi Centro non sapessero parlare: «C'è stima e fiducia nella maggioranza e nei confronti del sindaco. Non c'è stata nessuna crisi ma solo un confronto dialettico. Questa è una maggioranza seria».

Sarà pure seria, ma oggi non lo ha proprio dimostrato.

 

 

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