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Lunedì, 29 Aprile 2024
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Parabole personali e dubbi su chi governa l'agricoltura pugliese. La Xylella festeggia

Mi piacerebbe capire di più su questa cosa della Xylella. Mi conforta scoprire che quasi tutti gli esperti non ci hanno capito una mazza. A meno a giudicare dalle parole degli esperti di diverso avviso. Se non fosse una tragedia per gli agricoltori, per i consumatori, per la Puglia, sarebbe una bella piece teatrale

Mi piacerebbe capire di più su questa cosa della Xylella. Mi conforta scoprire che quasi tutti gli esperti non ci hanno capito una mazza. A meno a giudicare dalle parole degli esperti di diverso avviso.  Se non fosse una tragedia per gli agricoltori, per i consumatori, per la Puglia, sarebbe una bella piece teatrale. Però è una tragedia e in questa tragedia si stanno inserendo elementi surreali che fanno pensare e vociare di complotti.

Lascio perdere quelli attorno al vettore che ha portato il batterio e sto all’ultimo che ho letto, tra le righe ma in grande evidenza, nelle parole di un un’intervista di oggi al commissario incaricato dal governo, Silletti, che ha stigmatizzato la decisione del dr. Cataldo Motta a nome della tutela dei produttori della Puglia del Nord e del Tarantino facendo intendere che in questo momento magistratura e vertice regionale siano occupati solo dalla tutela degli ulivi salentini.

La prima cosa da fare sarebbe quella che tutti gli attori di questa vicenda, scienziati, magistrati, burocrati, politici ci pensassero su due volte prima di dire frasi che possono essere più dannose della Xylella. Quello che appare alla luce dei fatti insostenibile è l’accertata prevedibilità di un fenomeno che non è stato affrontato per tempo. Eppure stiamo parlando del “petrolio” pugliese. Olio, farina-pasta  e uva-vino sono la nostra ricchezza e anche il simbolo della nostra regione. Pensate se i francesi si distraessero sui loro splendidi rossi o sui formaggi.

Sono anche  un po’ stupito che il magistrato Cataldo Motta, il cui valore è indiscutibile, abbia atteso tanto prima di emettere un provvedimento che blocca le eradicazioni. Devo confessare che io, da perfetto profano, sono stato molto turbato dalla decisione di eliminare gli ulivi secolari. Erano come parenti. MI stupisce ancora che in una terra di esperti veri o presunti tutti si siano fatti prendere dal panico di decisioni imposte con frettolosa ferocia dalla Ue.

Eppure nella mia memoria gli esperti di cose agrarie sono una tribù che ammiro. Ho provato ad entrarci ma non ci sono riuscito. Ho provato due volte: la prima quando costruii la prima cellula comunista della facoltà di Agraria dell’Università di Bari con una ventina di giovanissimi e giovanissime che erano fra i migliori della loro facoltà.

La seconda volta quando il segretario provinciale del Pci barese, il compianto Tommaso Sicolo, si trovò di fronte alla necessità di nominare il nuovo segretario del partito della città di Bari. Mi chiamò e mi disse pressappoco così: “Non c’è dubbio che il posto è tuo, te lo sei meritato e i compagni ti vogliono, ma tu non hai alcuna esperienza delle campagne, e un buon dirigente comunista se la deve fare”. Così accadde che io finii alla commissione agraria e il compagno della commissione agraria divenne segretario cittadino.

Per perfidia, i “quadri “ comunisti si costruivano mettendoli alla prova subito e senza paracadute, dopo quindici giorni venne convocato un Comitato federale, il massimo organo decidente del partito, proprio sui temi delle campagne. Mi dissero che avrei dovuto fare la relazione. Io nulla sapevo ma in quei quindici giorni studiai tutta le teoria marxista sulla questione agraria, a partire da un testo fondamentale del “rinnegato” Kautski (sono della genia degli anarco-comunisti!).

Parlai per due ore tenendo una lezione teorica eccellente ma disorientando tutti i compagni e le compagne del Comitato federale. La riunione si sciolse senza dibattito e dopo pochi messi tornai alla “Stampa e propaganda”.  Vi ho raccontato questo episodio per dire che a governare l’agricoltura pugliese in questi anni forse sono arrivati quelli come me e la Xylella ha festeggiato. 

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