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Lunedì, 29 Aprile 2024
Politica Francavilla Fontana

"Le mie dimissioni? E' stata una consigliera di opposizione a invitarmi a votare"

La nota dell'assessore Sergio Tatarano, che specifica quanto accaduto durante le votazioni per la presidenza della commissione Pari opportunità: "Chi ha chiesto la mia testa non ha verificato quanto realmente accaduto"

Dopo che le opposizioni, a Francavilla Fontana, hanno chiesto le dimissioni dell'assessore Sergio Tatarano (leggi l'articolo) per quanto accaduto durante le elezioni della presidenza della locale commissione Pari opportunità, riceviamo e pubblichiamo una nota dello stesso Tatarano. Nell'articolo pubblicato ieri sera (27 ottobre), BrindisiReport ha dato spazio a entrambe le versioni, partendo dal comunicato stampa delle opposizioni. In questa nota, l'assessore precisa meglio quanto accaduto nella fase di votazione contestata.

Gentile redazione, 

è vero, forse chiedere le dimissioni del proprio avversario politico non costa nulla, ma ciò non significa che una simile iniziativa non abbia conseguenze in termini di credibilità di chi le invoca in mancanza dei presupposti minimi e soprattutto quando manchi un approfondimento della situazione che si intende denunciare. 

Il gruppo di consiglieri e consigliere che ha chiesto la mia testa - firmando una nota con contenuti apocalittici e frasi roboanti - non si è infatti nemmeno preso la briga di verificare cosa sia realmente accaduto in commissione, ha agito sostanzialmente al buio: il che mi pare un fatto politico indice non solo di superficialità ma anche di grande cinismo, un gesto persino umanamente discutibile. Provo a ricostruire.

La votazione sulla presidenza si svolgeva con la mia iniziale esclusione dettata dall’errato e generale convincimento che io non dovessi prendere parte al voto.

Chiusasi la votazione in parità tra le due persone candidate, veniva da me coinvolto il segretario nel momento in cui sorgeva il dubbio sull’interpretazione del regolamento dalla cui lettura emergeva che nulla era previsto in caso di parità di voti tra più candidati; sarebbe stato pertanto opportuno rivotare, questa volta consentendo anche al sottoscritto di partecipare a norma dell’articolo 6 che nel frattempo appuravamo prevedesse espressamente che “il presidente, al pari degli altri componenti, ha diritto di voto”.  

Ciò che la consigliera Ferreri, rimasta vittima della mia gestione asseritamente antidemocratica, ha omesso di riportare è che in realtà è stata lei che a quel punto si è opposta al mio invito a rivotare e ha chiesto che si procedesse informalmente alla votazione solo da parte del sottoscritto, essendo - a suo dire - inutile una ripetizione delle operazioni anche da parte della restante commissione che avrebbe riproposto lo stesso esito.

Non solo. Superata la votazione del presidente e dovendo procedere a quella della vicepresidente, ero io a invitare la commissione a votare per una rappresentante dell’opposizione (malgrado la disponibilità avanzata da una di maggioranza). Veniva così proclamata Aurora Pezzuto per acclamazione in un clima molto distesso. Ecco perché la nota mi ha molto meravigliato, per non dire altro. 

Vi ringrazio dello spazio concessomi.

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