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Lunedì, 29 Aprile 2024
Politica

Intervista alla commissaria Pd: "A Brindisi perso il senso della politica"

Sandra Antonica, ex sindaco di Galatina e vicesegreterio regionale:“Se queste sono le condizioni, non si può andare avanti. Nessuno può tradire storia e simbolo del Partito democratico: pretendo rispetto”

BRINDISI – “Se queste sono le condizioni, non si può andare avanti: tra conflitti interni al Pd e tensione sociale a Brindisi non è pensabile neppure arrivare sino al mese prossimo. Si è perso il senso della politica, quell’orizzonte comune sul quale adesso bisogna lavorare per ricostruire e per il quale io pretendo rispetto per la storia e per il simbolo del partito, così come per la città”.

Nonostante la premessa, non perde entusiasmo e neppure fiducia nel risultato, il neo commissario cittadino del Partito democratico di Brindisi, Sandra Antonica, vice segretario regionale, 46 anni, già consigliere provinciale di Lecce sotto la presidenza Pellegrino, e soprattutto ex sindaco di Galatina. 

La sottolineatura è d’obbligo dal momento che proprio le vicissitudini patite in qualità di ex primo cittadino sembrano essere state determinanti nella nomina fatta dal numero uno del Pd in Puglia, Michele Emiliano: Antonica è uscita indenne nel 2006 da un periodo a dir poco turbolento scandito, da un lato dalle vicende nazionali che portarono all’allontanamento dell’Udeur e della Democrazia Cristiana (riveduta) dal Pd, dall’altro dalla complessità sociale del comune in provincia di Lecce.

Tanto che l’allora sindaco decise di procedere con l’azzeramento della giunta per poi mettere il punto all’esperienza amministrativa,  in anticipo rispetto alla scadenza naturale del mandato. Una prova di forza e di coraggio, che Emiliano non deve aver dimenticato arrivando alla scelta di Antonica, odontoiatra, che si è affacciata in politica nel 1986 aderendo alla Federazione giovanile comunista italiana, complice anche la residenza in Emilia Romagna per motivi di studio, legato al percorso universitario prima a Modena e poi a Bologna.

Avrà avuto modo di seguire, sia pure a distanza, le vicende interne al Pd di Brindisi: la situazione è a dir poco complessa, cosa ha risposto appena le è stata comunicata la nomina come commissario?

“Non me l’aspettavo, ho avuto qualche attimo di silenzio al telefono e poi mi sono detta ok, ci sono, sono a disposizione del mio partito. La sfida non è impossibile non solo perché lo devo al Pd, che è la mia casa, ma alla città di Brindisi che non conosco, ma che rispetto e alla sua gente che attende risposte e le pretende dalla politica che purtroppo, in questo periodo, ha smarrito il senso delle cose”.

Da dove intende partire per ricomporre il puzzle del Pd a Brindisi?

“Sicuramente verrò a Brindisi con paziente disponibilità: sono due caratteristiche del mio carattere, ma devono anche essere due elementi fondamentali del far politica, per cui già nel fine settimana acquisirò tutti gli elementi utili alla ricostruzione della storia interna al Pd cittadino, quindi dei rapporti del partito con l’amministrazione comunale e degli amministratori nei confronti della città”.

Intende ascoltare coloro i quali sono stati i protagonisti di quella che a Brindisi viene percepita come una sorta di telenovela, tenuto conto del fatto che si trascina da tempo?

“Sì, l’ascolto è il passo immediatamente successivo: voglio incontrare l’ex segretario cittadino del Pd, Antonio Elefante, così come il sindaco Mimmo Consales, gli assessori e i consiglieri e intendo ascoltare anche i rappresentanti di altri livelli del partito, come i parlamentari e il segretario provinciale”.

Cosa pensa sia successo nel Pd di Brindisi? In altri termini, per quale motivo si è arrivati al punto in cui siamo?

“A Brindisi è successo che i toni sono diventati alti, più alti della media, per cui è sfuggito il vero senso delle cose e credo che non ci sia accorti di aver intrapreso una strada che nulla ha a che vedere con il rispetto della gente: si è perso l’ascolto del territorio a cui bisogna corrispondere per comprenderne le necessità e per proporre azioni in grado di raggiungere gli obiettivi. Ma ho fiducia che si possa andare avanti”.

In che modo?

“Intanto mettendo in chiaro alcuni punti che ritengo fondamentali: è vero che il sindaco fa il sindaco e che è stato eletto, per cui occorre rispettare la volontà popolare; così come è vero che la politica deve fare la sua parte, ma voglio sottolineare che le funzioni politiche non si esauriscono in quella di governo. In questo mi aiuta l’essere odontoiatra”.

In che senso?

“I medici dicono che occorre una base eziologica, per poi passare alla diagnosi e arrivare a una prognosi nel pieno rispetto dei protocolli, nel nostro caso diventa essenziale avere rispetto per il galateo e prima ancora per la grammatica della politica. Il che vuol dire che occorre verificare se ci siano o meno le condizioni per continuare a governare e non ne faccio solo un discorso su come gestire i rapporti con l’amministrazione comunale di Brindisi, ma di carattere più generale”.

Allo stato attuale ritiene che quelle condizioni ci siano oppure no?

“Ad oggi, se queste sono le condizioni esistenti e mi riferisco al conflitto interno al Pd e alla tensione sociale che si respira e si percepisce, le rispondo che non ci sono e che così non è possibile andare avanti neanche per arrivare al mese prossimo: serve un orizzonte comune sul terreno della politica da qui al 2017, quando si andrà a votare. Ma mi faccia precisare una cosa”.

Cosa?

“Non sono stata nominata o come ho già sentito dire, mandata o spedita a Brindisi, per punire qualcuno o censurare il comportamento di altri. La questione non è da che parte stare, se con tizio o con caio. Il punto sul quale invito tutti a riflettere è la ricostruzione dello scenario del confronto, partendo dalla storia del nostro partito che oltretutto arriva da lontano e del suo simbolo”.

Qual è l’invito che rivolge agli iscritti del Pd di Brindisi e ai simpatizzanti?

“Il rispetto massimo per il territorio di Brindisi, per la sua gente, per il Pd: non consento a nessuno di tradire questi valori e a nessuno di portare avanti personalismi. Abbiamo necessità di ripartire: il confronto prima di tutto ”.

E poi? A Brindisi le parole vengono spazzate via dal vento.

“Un passo alla volta, è troppo presto per delineare gli scenari futuri. La mia missione è una sola: raccogliere elementi tali per verificare se sia possibile o meno proseguire. Il discorso è prospettico, ma dire quale decisione il commissario adotterà non è possibile ad oggi”.

Intende avvalersi della collaborazione di sub-commissari?

“Ne ho facoltà, ma nel caso in cui dovessi ritenere necessario nominarli, non sarà una questione di rispetto del manuale Cencelli, che sia ben chiaro. Saranno di Brindisi città, questa è l’unica certezza in caso di scelta”.

Potrebbe pescare dal direttorio venuta a galla dall’ultima riunione del Pd, su proposta del capogruppo consiliare Salvatore Brigante, con i voti di 17 presenti?

“Non conosco i componenti di questo direttorio e non so neppure in quali condizioni siano stati nominati”.

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