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L’Arneo chiude i rubinetti: agricoltori a secco. Scatta la protesta

BRINDISI - Il Consorzio di Bonifica dell’Arneo chiude i rubinetti, in un periodo in cui è crescente la necessità di acqua nei campi. Così tra gli agricoltori monta la protesta. E le associazioni di categoria annunciano battaglia. “Si tratta dell’ennesima beffa ai danni del settore agricolo. A fronte dei quantitativi irrisori di acqua a disposizione dell’agricoltura, con un evidente rischio per gli investimenti avviati per la nuova annata agraria, non si può non denunciare il costo che gli imprenditori agricoli devono pagare per poter irrigare (e soltanto parzialmente) i propri terreni". E’ quanto denuncia il Presidente della Coldiretti di Brindisi, Sergio Botrugno, duro con l’Arneo.

BRINDISI - Il Consorzio di Bonifica dell’Arneo chiude i rubinetti, in un periodo in cui è crescente la necessità di acqua nei campi. Così tra gli agricoltori monta la protesta. E le associazioni di categoria annunciano battaglia. “Si tratta dell’ennesima beffa ai danni del settore agricolo. A fronte dei quantitativi irrisori di acqua a disposizione dell’agricoltura, con un evidente rischio per gli investimenti avviati per la nuova annata agraria, non si può non denunciare il costo che gli imprenditori agricoli devono pagare per poter irrigare (e soltanto parzialmente) i  propri terreni". E’ quanto denuncia il Presidente della Coldiretti di Brindisi, Sergio Botrugno, duro con l’Arneo.

“L’agricoltura brindisina (e la sua affermazione sui mercati internazionali)  non può prescindere - spiega Botrugno - dalla disponibilità di acqua ad uso irriguo. Gli effetti negativi della mancanza di acqua sono incalcolabili sia in termini di perdita produttiva che, soprattutto, di mancati investimenti. Oltre a provocare un forte abbattimento del reddito delle imprese agricole determinano un’elevata perdita di economia indotta: si registra, infatti, una diminuzione secca delle giornate lavorative offerte dall’agricoltura, ma anche una decisa contrazione della spesa a monte e a valle del settore primario. In sintesi, l’acqua è poca e quella concessa costa in maniera spropositata”.

Tutto ciò mentre il mondo agricolo attende la Legge di Riforma dei Consorzi di Bonifica da decenni e la Regione Puglia ipotizza di far ricadere gli oneri pregressi, anche quelli non imputabili al mondo agricolo,  proprio sui consorziati. “I nostri imprenditori hanno pagato a caro prezzo - attacca anche Francesco Carbone, Direttore della Coldiretti di Brindisi - i ritardi nella gestione del ‘bene acqua’. I costi  incidono direttamente sulle voci di spesa delle imprese agricole e, quindi, ne influenzano pesantemente il grado di competitività rispetto a quelle europee, competitività che l’agricoltura locale riesce molto spesso a sostenere, grazie all’elevata professionalità e qualità raggiunte. Ma l’acqua diviene uno strumento imprescindibile: l’obiettivo primario resta la certezza della disponibilità”.

Per questo la Coldiretti Puglia ha chiesto che il tavolo interassessorile istituito dalla Regione continui il suo lavoro, al fine di avviare la realizzazione degli interventi immediati oltre a quelli strutturali, per far fronte alle esigenze delle imprese agricole e della collettività, consapevoli del ruolo che i consorzi di Bonifica hanno anche in materia di tutela ambientale, ma altrettanto consci della necessità di una immediata riforma delle strutture consortili.

A far sentire la sua voce è anche la Cia (Confederazione italiana agricoltori), che ammonisce: “A rischio interi raccolti a causa della mancanza di acqua. È quanto sta accadendo in provincia di Brindisi, e soprattutto nella zona di Ostuni, dove gli agricoltori temono di restare con i rubinetti degli impianti irrigui a secco.

Il Consorzio Speciale per la bonifica Arneo, infatti, nei giorni scorsi con una nota ha comunicato di non poter assicurare la distribuzione irrigua per l’annata corrente perché impossibilitato ad effettuare assunzione di personale. Una situazione che rischia di creare pesanti danni al comparto agricolo brindisino, già alle prese con una crisi economica senza precedenti".  Gli agricoltori che operano nel comprensorio irriguo “Refrigerio – Martano”, in agro di Ostuni, intanto sono già in stato di mobilitazione, perché preoccupati di perdere i propri raccolti. Vi sono aziende orticole e vivaistiche, che rischiano in pochi giorni di perdere tutte le produzioni, vista anche la mancanza di precipitazioni.

E la Cia annuncia manifestazioni di protesta per i prossimi giorni, nei confronti del Consorzio Arneo e della Regione Puglia, qualora la situazione non dovesse sbloccarsi: “Non si può comunicare agli agricoltori – dichiara il presidente provinciale della Cia di Brindisi Luigi D’Amico - l’interruzione del servizio irriguo quando gli stessi hanno già effettuato i trapianti in pieno campo di ortaggi o le semine di leguminose da baccello, o quelli che hanno dotato gli impianti di uliveto di irrigazione localizzata, quindi con grossi investimenti finanziari, e comunque l’interruzione di un servizio su un impianto che dà acqua in zone del territorio di Ostuni dove è vietato l’emungimento dalla falda acquifera in quanto inquinata da infiltrazioni di acqua salmastra”.

“Gli agricoltori – conclude Luigi D’Amico - non possono continuare a subire ingenti danni col rischio anche di perdere interi raccolti, frutto del lavoro di un intero anno, solo per problemi di natura burocratica e sol perché ad oggi non si prendono decisioni nette in merito alla ristrutturazione o meno dei Consorzi di Bonifica. La Cia di Brindisi è al fianco degli agricoltori e attuerà tutto quanto possibile, anche le vie giudiziarie,  per scongiurare perdite di produzioni e inutili contrapposizioni”.

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