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Domenica, 28 Aprile 2024
Politica

La metamorfosi di Consales

BRINDISI - Di certo durante la campagna elettorale non aveva scaldato i cuori dei brindisini. Del resto Mimmo Consales non è Vendola né somiglia a Emiliano: niente poesia, niente trasporto, niente eccessi. Ma non è neanche quel tipo che prima del voto, davanti alle telecamere, sembrava più un ragioniere che un candidato sindaco: sempre pronto a fare l’elenco dei problemi, con accanto le sue idee per risolverli o affrontarli. Mai una scossa, mai un’emozione. Ottenuta dai brindisini la fascia di primo cittadino, Consales è cambiato. Ha assunto più sicurezza, ha iniziato a parlare alla sua gente in maniera diversa. Più coinvolgente.

BRINDISI - Di certo durante la campagna elettorale non aveva scaldato i cuori dei brindisini. Del resto Mimmo Consales non è Vendola né somiglia a Emiliano: niente poesia, niente trasporto, niente eccessi. Ma non è neanche quel tipo che prima del voto, davanti alle telecamere, sembrava più un ragioniere che un candidato sindaco: sempre pronto a fare l’elenco dei problemi, con accanto le sue idee per risolverli o affrontarli. Mai una scossa, mai un’emozione. Ottenuta dai brindisini la fascia di primo cittadino, Consales è cambiato. Ha assunto più sicurezza, ha iniziato a parlare alla sua gente in maniera diversa. Più coinvolgente.

I suoi primi tre atti da sindaco sono stati: una contestazione alla ditta che si occupa della manutenzione degli impianti sportivi, il blocco dei lavori su lungomare Regina Margherita (poi ripresi) e l’annuncio della riapertura di corso Garibaldi al traffico. Quest’ultima decisione, impopolare, o comunque non apprezzata da tutti, gli ha procurato la prima contestazione, arrivata proprio sul palco su cui era salito per festeggiare l’investitura a sindaco. È stato proprio in quel momento che si è avuta la conferma che il “Consales ragioniere” non c’era più. Il sindaco prima ha alzato la voce, poi ha chiamato sul palco uno dei suoi contestatori, per ascoltarne le idee e ribattere punto su punto.

«Sono anni che non facciamo che riflettere, ora bisogna agire», ha gridato al microfono. In quel tardo pomeriggio del 12 maggio il primo cittadino ha raccolto gli applausi che fino a quel momento non aveva ancora ricevuto: calorosi e convinti, carichi di speranza. E provenienti anche da chi non lo aveva votato. In realtà i segnali evidenti della metamorfosi di Consales erano già arrivati cinque giorni prima, quando ha imposto ai partiti che lo sostengono di fare entrare in giunta quattro donne, e soprattutto di non mettere nell’esecutivo personaggi a lui sgraditi, seppure stravotati. Il segnale dunque era duplice: da una parte tentava di chiudere le porte del Palazzo a qualcuno, dall’altra le apriva anche a chi lo criticava.

Sabato 19 maggio, ancora sul palco di piazza Vittoria, al sindaco è toccato gettare acqua sul fuoco delle polemiche e delle contestazioni, e alla gente ancora scossa dall’attentato alla scuola Morvillo-Falcone, e a quanti fischiavano Talucci e qualche politico e rappresentante istituzionale, Consales ha detto: «Non abbiamo bisogno di gesti di intolleranza. Dobbiamo rimanere uniti, perché tutti abbiamo il cuore a pezzi. E di fronte ai morti non si contesta». È seguita una settimana in giro per redazioni di trasmissioni che lo hanno messo di fronte spesso a luoghi comuni e sensazionalismi. ma anche in questo caso Consales è piaciuto per come ha difeso la città da certe patacche del carrozzone mediatico.

Se non fosse stato per l’autogol della moglie di Vito Gloria messa in giunta per far posto a Sel, la partenza del primo cittadino sarebbe stata perfetta. E invece, proprio a causa dello sgarbo fatto a Carmelo Palazzo e al suo “Impegno sociale”, il primo cittadino rischia di dover lavorare con una maggioranza già divenuta meno solida. Che per ora (ma non si sa fino a quando) potrà contare sull’appoggio di Francesco Renna, il repubblicano non voluto in giunta.

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