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Domenica, 28 Aprile 2024
Politica

Pochi intimi per i candidati del Pd

BRINDISI – Tre aspiranti segretari provinciali, due giornalisti a porre le domande, e solo 30 cittadini (più un cagnolino) ad ascoltarli. Di certo la campagna per il congresso provinciale del Pd non è iniziata nel migliore dei modi, ieri sera, nella sala Mario Marino Guadalupi del Comune di Brindisi.

BRINDISI – Tre aspiranti segretari provinciali, due giornalisti a porre le domande, e solo 30 cittadini (più un cagnolino) ad ascoltarli. Di certo la campagna per il congresso provinciale del Pd non è iniziata nel migliore dei modi, ieri sera, nella sala Mario Marino Guadalupi del Comune di Brindisi.

Assenti parlamentari, assessori, sindaci, consiglieri comunali. Il segretario provinciale uscente Corrado Tarantino arriva in ritardo, quello cittadino Antonio Elefante non arriva proprio. Il sindaco Mimmo Consales si fa vedere e resta una mezz’ora, sul finire si affacciano il presidente del consiglio comunale di Brindisi, Massimo Loiacono, e Salvatore Brigante.

Peccato, perché i tre candidati dicono cose interessanti e le dicono anche bene, e alla fine si ha l’impressione che facciano parte non solo dello stesso partito, ma anche della stessa corrente. E invece Maurizio Bruno è il candidato di Renzi, Anna Maria Scalera di Pittella e Giuseppe Tagliente, il più giovane (28 anni), quello di Cuperlo.

Ecco cosa hanno detto.

 

Scusate ma il partito dov’è?

BRUNO: Il partito non c’è, e non solo stasera. È per questo motivo che parliamo di congresso fondativo. Dobbiamo tornare a dare più importanza ai circoli.

SCALERA: Il partito non c’è e non c’è mai stato perché nessuno lo ha costruito. Siamo diventati il partito dei segretari, dei sindaci e dei parlamentari. Non abbiamo mai discusso di problemi ma solo di poltrone.

TAGLIENTE: La situazione è evidente e gli iscritti sono stanchi. Eppure c’è una classe dirigente già pronta, dobbiamo incentivarla ad emergere, a farla uscire dall’ombra.

 

Le ultime primarie non state un esempio di lealtà, e ora sentiamo parlare di mercato delle tessere. Sono queste le basi del cambiamento?

BRUNO: Io sono contrario al sistema delle tessere e spero che questo sia l’ultimo congresso fondato sulle tessere.

SCALERA: Dissento da Bruno e credo ancora nel valore della tessera, chiedo a tutti di iscriversi al partito, ma non offro nulla in cambio, a parte il progetto politico. Non dico “iscriviti perché mi serve un voto”, ma “iscriviti perché ho bisogno della tua mano”.

TAGLIENTE: La tessera ha un valore enorme, se vuoi appartenere ad una società devi tesserarti Il problema è che poi gli iscritti devono essere coinvolti nelle scelte. Invece finora non è mai stato chiesto loro cosa pensassero cu temi come il turismo, l’ambiente, l’industria.

 

La Regione a guida Vendola prevede la combustione di rifiuti speciali nelle centrali brindisine, proprio mentre il Comune di Brindisi dice di no. Come giudicate questo paradosso?

BRUNO: È il frutto dello scarso peso dei nostri rappresentanti e della mancata discussione sui problemi veri: i rifiuti, il registro tumori, la sanità, al cultura.

SCALERA: Se vogliamo evitare questi problemi, il partito regionale dovrebbe raccogliere le istanze delle segreterie provinciali. Cosa che finora non è avvenuta.

TAGLIENTE: Non è l’unico caso di scarso dialogo. Anche sul gasdotto Tap non abbiamo fatto una bella figura, e si tratta di una stria che mi ha fatto incazzare tanto, perché evidentemente c’è gente, anche nel nostro partito, che forse pensa che Brindisi sia una pattumiera in cui si possa continuare a buttare di tutto. A mio avviso c’è un modo per risolvere questi problemi, ed è l’aprire le nostre liste a rappresentanti di più mondi diversi, non solo ai portatori di voti.

 

Qual è il vostro progetto per riavvicinare la gente al partito e alla politica?

BRUNO: Innanzitutto le primarie delle idee. Scegliamo insieme ai cittadini 2-3 punti fondamentali su cui basare la nostra attività politica. Partiamo da lì.

SCALERA: Dare più forza ai circoli, recuperare la loro “funzione sociale”. Non possiamo tornare quello che eravamo 20 anni fa, ma qualcosa dobbiamo inventarcela. Purché lo si faccia, finalmente. Così come si deve intervenire contro i doppi e tripli incarichi. Su queste cose non servono proclami, dobbiamo fare!

TAGLIENTE: Servono coraggio, coscienza, umiltà. Finora sono mancate la capacità e la voglia di decidere. È mancata la coscienza dei problemi del territorio, perché non si interloquiva con i cittadini. La politica non deve più atteggiarsi a maestrina: c’è tanta voglia di discutere e partecipare. Basta dare uno sguardo ai social network per capirlo.

 

Come giudicate le tante illustri conversioni al Renzismo da parte di personaggi che fino a ieri lo osteggiavano? Citiamo un nome tra i tanti, quello di Nicola Latorre, che è quello a noi più vicino, per esempio.

BRUNO: Renzi non ha chiamato nessuno, sono gli altri che stanno venendo da lui, finalmente. Lo avessero fatto prima, non ci ritroveremmo in queste condizioni. Una cosa deve però essere chiara: chi, come Latorre, ha già fatto due incarichi, dovrà tornare a casa. E sarà così anche alla Regione, ai Comuni, ovunque. Del resto è quanto è previsto dallo statuto del partito.

SCALERA: Di conversioni ne vedo tante, e c’è tanta gente che oggi dice il contrario rispetto a quello che ha sostenuto per una vita. Tutti sappiamo che Renzi è favorito, e sappiamo anche che c’è tanta gente che proprio in minoranza non riesce a stare. Io invece penso che le minoranze producano ricchezza.

TAGLIENTE: Ci sono due tipi di conversione. Quelle per convenienza e quelle per convinzione. C’è chi ritiene legittimamente di voler cambiare passo e chi semplicemente non vuole cambiare il posto. Gli elettori sapranno rendersi conto del valore di queste persone. Io voglio essere coerente: siccome auspico che non mi si chieda chi ho alle spalle e chi mi sostiene ma si guardi al mio progetto politico, allo stesso modo non giudico le conversioni o chi sta dietro ai candidati, ma solo il loro progetto politico.

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