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Riprende la guerriglia degli aeroporti

BRINDISI – Il ministro dei Trasporti del governo Letta, Maurizio Lupi, rivede il piano degli aeroporti nazionali che il suo predecessore del governo Monti, Corrado Passera, aveva ridotto a 31, e vuole portarlo a 36. Il piano deve passare ancora al vaglio del Consiglio dei Ministri.

BRINDISI – Il ministro dei Trasporti del governo Letta, Maurizio Lupi, rivede il piano degli aeroporti nazionali di vario livello che il suo predecessore del governo Monti, Corrado Passera, aveva ridotto a 31 (mai approvato), e vuole portarlo a 36 che include altri scali con specializzazione cargo. Il piano deve passare ancora al vaglio del Consiglio dei Ministri (potrebbe accadere entro la fine di gennaio), che dovrà verificarne le compatibilità finanziarie e logistiche.

Nel piano c’è anche un ripescaggio di Grottaglie “Arlotta”, da molti anni inutilizzato per i voli civili, e sino ad oggi solo aeroporto regionale come quello di Foggia, scalo che la Regione Puglia intende invece destinare al traffico cargo. E questo indirizzo viene mantenuto anche nel piano Lupi, che tuttavia mantiene anche la certificazione per voli civili, qualora qualche compagnia intendesse utilizzarlo.

Ma è bastato il "ripescaggio" operato da Lupi ma non ancora definitivo  e pubblicato, assieme alla presentazione di un piano di voli da parte di Cityline Swiss ad Aeroporti di Puglia, che prevede collegamenti con i turboelica Atr 72-2000 per Roma Fiumicino, Palermo, Catania, Albenga (il famoso aeroporto deserto voluto dall’allora potente Claudio Scajola) e Timisoara in Romania, per ridare slancio al “partito dell’aeroporto di Taranto”, che rilancia il pressing sulla stessa Aeroporti di Puglia e sulla Regione Puglia, che ne è il socio principale (anche i soci di minoranza sono enti pubblici). “Ora non potete tirarvi indietro”, è la parola d’ordine.

Insomma, una parte della politica tarantina riparte con una battaglia che ha poche giustificazioni economiche e logistiche date le risorse a disposizione e la presenza nello stesso bacino di due aeroporti nazionali come quelli di Bari e Brindisi (dimenticando anche il vecchio accordo che assegnò a Grottaglie - Monteiasi la fabbrica di Alenia e a Brindisi lo sviluppo dei voli nazionali ed internazionali), e la generale contrazione dei voli nazionali in Italia come effetto collaterale della crisi economica generale. Ciò accade mentre la nuova gestione di Aeroporti di Puglia opera con un mandato preciso, quello della riduzione delle spese, e Nichi Vendola cerca un partner privato per la società di gestione degli aeroporti, anche se la Regione intende mantenerne il pacchetto di controllo.

Da Aeroporti di Puglia al momento nessuna risposta a Cityline Swiss e Kiss Fly, che ne sostiene il progetto. La compagnia che si fa avanti per Grottaglie dispone di aeromobili ben diversi da quelli delle compagnie che scalano Brindisi e Bari (basta dare un'occhiata al sito), e la vampata di entusiasmo alimentata a Taranto pare sproporzionata alle prospettive. Come anche le reazioni. Si allarma infatti il centrodestra brindisino, che oggi con un documento a firma di tutti i capigruppo consiliari, e per bocca di Mauro D’Attis, si schiera contro l’operazione.

“Dopo che da qualche giorno arrivano notizie di una concreta riattivazione dei voli passeggeri per Roma Fiumicino e Milano dall’Aeroporto di Grottaglie a seguito di accordo con Aeroporti di Puglia, abbiamo ritenuto urgente e necessaria una immediata presa di posizione a tutti i livelli a difesa dell’aeroporto di Brindisi”, scrivono D’Attis e consiglieri comunali dell’opposizione di centrodestra.

“Riteniamo, infatti, che sia ancora più giusto che tale presa di posizione avvenga con il sostegno di tutte le forze politiche presenti in Consiglio comunale e con il coinvolgimento di tutti i rappresentanti nelle istituzioni regionali e nazionali che ritengano di sostenere questa causa. Per questo abbiamo chiesto al presidente del consiglio comunale una urgente riunione della conferenza dei capigruppo alla presenza del sindaco per approfondire il tema e stabilire i percorsi successivi”.

“Negli anni passati fu stabilita una strategia, condivisa tra Regione e territori, attraverso la quale le competenze specifiche degli aeroporti di Brindisi e Taranto venivano, in sostanza, suddivise rispettivamente per il traffico passeggeri (Brindisi) e per il resto e in particolare a servizio del comparto produttivo aeronautico (Taranto)”, ricorda D’Attis.

“Tali specificità hanno ovviamente permesso a Brindisi il raggiungimento di traffici passeggeri notevoli ed a Taranto lo sviluppo di tutte le aziende collegate al settore aeronautico che, aspetto non sottovalutabile, hanno portato livelli di occupazione nuovi e importanti. Oggi scopriamo che si affaccia nuovamente la ipotesi che Grottaglie possa ridivenire scalo poli-funzionale ed in particolare riprendere i collegamenti con i due principali aeroporti italiani”, dice ancora D’Attis, anche se Milano non compare nella tabella proposta da Cityline Swiss.

“Questa iniziativa, che è più di una idea, è sostenuta da tutta la politica locale tarantina, quella che siede anche in Parlamento ed in Regione. E’ la stessa classe dirigente che, per riscattarsi dai problemi derivanti dall’Ilva, rivendica per Taranto qualsiasi scelta. Ora, pare, sia giunto il momento per l’aeroporto di Grottaglie. La scelta suona come una evidente penalizzazione per Brindisi che apparirebbe definitivamente schiacciata tra Bari e Taranto anche nel caso del suo aeroporto”, immagina il centrodestra brindisino. Ma la questione è tutt’altro che definita.

 

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