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Fuoco in zona industriale, città nel fumo

BRINDISI – Ore 15,30. A Brindisi qualcuno comincia a chiedersi se l’incendio del deposito di rifiuti speciali ex Alfa Edile stia nuovamente divampando. Dalla zona industriale arrivano dense spirali di fumo che lo scirocco a 13 nodi sposta rapidamente prima su Punto Franco, poi sul Seno di Levante fino al centro della città. Ma l’origine non è quella. Come alcune settimane fa, Brindisi oggi è nuovamente assediata dagli incendi di erbe secche, macchia, alberi. Brucia tutto, e se non è dolo è negligenza. Ma potrebbe essere dolo, per sfiancare i vigili del fuoco e il debole sistema-Brindisi dove non si riesce a fare prevenzione contro il fuoco. A bruciare è il vasto tratto di terreni dell’Asi tra viale Enrico Fermi e lo stabilimento della Sfir.

BRINDISI – Ore 15,30. A Brindisi qualcuno comincia a chiedersi se l’incendio del deposito di rifiuti speciali ex Alfa Edile stia nuovamente divampando. Dalla zona industriale arrivano dense spirali di fumo che lo scirocco a 13 nodi sposta rapidamente prima su Punto Franco, poi sul Seno di Levante fino al centro della città. Ma l’origine non è quella. Come alcune settimane fa, Brindisi oggi è nuovamente assediata dagli incendi di erbe secche, macchia, alberi. Brucia tutto, e se non è dolo è negligenza. Ma potrebbe essere dolo, per sfiancare i vigili del fuoco e il debole sistema-Brindisi dove non si riesce a fare prevenzione contro il fuoco. A bruciare è il vasto tratto di terreni dell’Asi tra viale Enrico Fermi e lo stabilimento della Sfir.

Le fiamme si mangiano tutto, dal bordo della strada sino a poche decine di metri dalla raffineria di zucchero: alberi di tamerici, macchia, canneto, sterpaglia. Comanda il vento. Quando il fuoco arriva ad un cespuglio di canne s’impenna sino a quattro - cinque metri di altezza, e il fumo vola verso la città. Non è fumo innocuo: si tratta sempre di polveri sottili che è nocivo inalare, che si aggiungono al resto. Al lavoro un’autopompa e un Fauno. I pompieri corrono da una parte all’altra del territorio senza sosta. Sarebbe interessante sapere quante persone sono state multate per aver violato le ordinanze contro gli incendi di stoppie ed erbe secche, quanti piromani sono stati presi con le mani nel sacco.

Tutto ricade sui vigili del fuoco perché questo territorio si è arreso e reagisce solo per spegnere, non per impedire gli incendi diffusi, a macchia di leopardo. Gli incendi  di una giornata estiva nel Brindisino, quest’anno, messi insieme danno l’impressione di spargere nell’aria lo stesso quantitativo di inquinanti di una grossa fabbrica. Le manutenzioni dei suoli edificatori e agricoli sono irrisorie. Ci vorrebbe un po’ di matematica per capire quale sia il costo sociale di tutto questo. Dovrebbe farlo la Protezione civile. Ci si preoccupava dei rifugiati nordafricani e del Corno d’Africa che avrebbero rovinato l’immagine turistica del Brindisino: e queste colonne di fumo che si levano da tutte le parti, e le discariche abusive che aumentano, sono forse medaglie?

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