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Porto Verde e Smart City: risparmio energetico e innovazione nei porti e nelle città. Brindisi è fuori

BRINDISI – Enel presenta alle imprese ed ai sindacati brindisini il progetto del carbonile coperto, una struttura fondamentale per conseguire dal ministero l’Autorizzazione integrata ambientale per la centrale “Federico II” di Cerano, e per eliminare definitivamente gli effetti collaterali del gigantesco deposito scoperto utilizzato sin dall’entrata in funzione della termoelettrica. Negli utili giorni, inoltre, Enel ha inaugurato il primo impianto pilota in Italia (ed uno dei più grandi in Europa) per la cattura della Co2, ed ha firmato con Confindustria Brindisi e con l’Università del Salento un protocollo per la ricerca sui possibili usi industriali delle ceneri e dei gessi prodotti dai processi di combustione e di filtraggio della centrale.

BRINDISI – Enel presenta alle imprese ed ai sindacati brindisini il progetto del carbonile coperto, una struttura fondamentale per conseguire dal ministero l’Autorizzazione integrata ambientale per la centrale “Federico II” di Cerano, e per eliminare definitivamente gli effetti collaterali del gigantesco deposito scoperto utilizzato sin dall’entrata in funzione della termoelettrica. Negli ultimi giorni, inoltre, Enel ha inaugurato il primo impianto pilota in Italia (ed uno dei più grandi in Europa) per la cattura della Co2, ed ha firmato con Confindustria Brindisi e con l’Università del Salento un protocollo per la ricerca sui possibili usi industriali delle ceneri e dei gessi prodotti dai processi di combustione e di filtraggio della centrale.

Tutto ciò avviene mentre il confronto tra gli enti locali, la Regione Puglia ed Enel per un nuovo accordo sugli impatti ambientali della centrale di Cerano si è ormai fermato proprio in attesa dell’Aia, in una grande confusione attorno ai tagli da apportare ai quantitativi di carbone che la centrale deve utilizzare, anche se in più sedi è apparso chiaro che il carbone è un combustibile considerato ancora strategico dall’Unione Europea e dall’Italia, anche a causa di instabilità geopolitiche che si riflettono sul mercato del petrolio e del gas, spostando evidentemente altrove le decisioni sugli assetti delle centrali termoelettriche.

Bari più “smart” di Brindisi - Una querelle infinita che intanto fa mancare a Brindisi occasioni cui avrebbe pieno diritto di accesso, e che riguardano il miglioramento della qualità dell’ambiente urbano e dei porti, l’ottimizzazione delle risorse energetiche, la governabilità dei sistemi urbani e persino l’abbattimento della Co2. Ora non è chiaro se le amministrazioni locali brindisine abbiano già valutato l’opportunità di partecipare o meno a questi progetti, ma se lo hanno escluso dovrebbero spiegare perché, visto che invece sono già in lizza da tempo in Italia Civitavecchia, La Spezia e Venezia per quanto riguarda “Porto verde”, e in Spagna recentemente Barcellona; Genova e Malaga per quanto riguarda “Smart City”, e presto anche Bari, dove è già avviato un confronto a tre Comune, Autorità Portuale ed Enel. Non a caso il sindaco Michele Emiliano è stato relatore in uno degli eventi di  “Italian Smart City Forum: Verso nuovi modelli di città ecosostenibile", promosso lo scorso ottobre a Roma da Business International SpA in collaborazione con Enel.

Abbattere le emissioni dei porti, più servizi agli armatori – Cosa sia “Porto verde”, un percorso di ambientalizzazione dei porti fondato soprattutto, ma non solo, sulla possibilità di far spegnere le macchine alle navi in sosta e di fornire loro energia elettrica in banchina abbattendo fumi e Pm10, lo si può intuire meglio attraverso l’accordo tra l’Autorità portuale di Barcellona (APB), la società elettrica Endesa controllata al 92,06 per cento da Enel, e la stessa Enel,  per sviluppare in Spagna – si legge nei comunicati relativi a questo progetto - un modello di “porto verde” sulla falsariga di quello in via di realizzazione nei porti italiani di Civitavecchia, La Spezia e Venezia. Sono previsti lo studio e lo sviluppo di soluzioni per l'efficienza energetica di tutto il porto catalano e per la fornitura di energia elettrica da terra alle navi ormeggiate nello scalo.

L'Autorità Portuale di Barcellona ha sottolineato che il progetto “Porto verde” ha l'obiettivo prioritario di ridurre le emissioni inquinanti in atmosfera, e di contribuire al raggiungimento degli obiettivi stabiliti nel “Piano per il miglioramento della qualità dell'aria nell'area metropolitana di Barcellona”, sviluppato dalla Generalitat della Catalogna con il coinvolgimento dell'Autorità Portuale di Barcellona. Una strategia che ricorda molto quella in via di pianificazione a Bari tra Enel, Authority e Comune.

A Civitavecchia, ad esempio – area sede di un’altra centrale termoelettrica – Enel ha progettato  Onshore Power Supply (OPS), o anche “cold-ironing”, per la fornitura di energia elettrica della rete terrestre alla navi da crociera all'ormeggio. Percorsi analoghi sono allo studio a Venezia e La Spezia, altre città portuali e industriali che non si possono permettere incrementi dell’inquinamento dell’aria con l’aumento dei traffici marittimi. E Brindisi? Brindisi non ha alcuna programmazione su questo piano, né l’Autorità portuale, né il Comune. O almeno non risulta che ne abbia, mentre il mondo orienta l’innovazione verso il “più ecologico e sostenibile” (basti pensare alle direttrici di ricerca e ai nuovi progetti dell’aeronautica nell’Unione Europea e nel mondo verso motori a consumi ed emissioni più basse).

Le “Smart City”: Malaga – Porti che si preoccupano di fare spegnere i motori alle navi e di alimentarle durante la sosta con l’energia elettrica offerta in banchina, porti che puntano sull’illuminazione a led, molto più economica. Porti, come Barcellona, che partecipano ai programmi di miglioramento della qualità ambientale della città. Non esiste a Brindisi un progetto del genere, pur tra prove di sinergia tra Comune e Authority per la cosiddetta “Città d’Acqua”. Che però non può essere solo un recupero urbanistico di spazi, architetture e beni monumentali, ma anche una finestra sull’innovazione. Cosa offre oggi Brindisi di innovativo? Nulla. Gli altri invece hanno cominciato a ragionare velocemente sfruttando le risorse che può mettere a disposizione una società come Enel.

A Malaga, nel cuore dell’Andalusia intrisa di cultura araba,  è stata avviata sotto il coordinamento di Endesa, come nel caso di Barcellona,  la più grande sperimentazione europea di “città energeticamente intelligente” (è questo il senso di “smart city”). Il progetto, nello specifico, interessa un intero quartiere della città con 300 forniture industriali, 900 di servizi e oltre 11mila utenze domestiche. La potenza elettrica impegnata è di 63 megawatt,  per una domanda di energia che è stimata in circa 70 milioni di kilowattora l’anno. Qui gli ambientalisti dovrebbero alzare la soglia di attenzione e di proposta: il progetto punta a dimostrare la possibilità della migliore integrazione dei piccoli impianti a fonti rinnovabili nella rete elettrica cittadina. Ma anche riuscire ad ottenere ciò con un risparmio di energia (e quindi anche di emissioni di Co2 e di inquinanti locali in atmosfera) di circa il 20 per cento su quel milione di kWh.

Quindi installazione di micro turbine eoliche e pannelli fotovoltaici sugli edifici pubblici, oltre ad altri tipi di impianti. La produzione finirà in rete garantendo la regolarità della fornitura anche per mezzo di sistemi di accumulo per la notte o i momenti di minore produzione degli impianti rinnovabili. Contestualmente sarà introdotto l’uso di auto elettriche, con l’installazione di una rete di stazioni di rifornimento di energia per non scaricare tutto sulle utenze domestiche o aziendali, e l’introduzione di una flotta di nuovi veicoli. I cittadini disporranno di contatori “intelligenti”, in grado di essere gestiti a distanza e di contribuire a razionalizzare i consumi. E’ il sistema delle “smart grid”, le reti intelligenti su cui stanno lavorando anche Enel e Regione Puglia. Quanto costerà tutto ciò? Per la prevista durata di quattro anni, occorreranno 31 milioni di euro, ma il progetto è sostenuto dall’Unione Europea e dal Ministero spagnolo della scienza e dell’innovazione, con la partecipazione di 11 società, fra cui l’Enel, che contribuisce direttamente, oltre che tramite la controllata Endesa.

Le “Smart City”: Genova e Bari – A Genova l’operazione “Smart City” è partita a fine ottobre 2010 con una associazione che si pone l’obiettivo di fare del capoluogo ligure una città che non solo risponda ai requisiti di risparmio energetico richiesti dalla Commissione Europea, ma raggiunga e superi l’obiettivo di una riduzione del 40% delle emissioni di anidride carbonica. L’associazione è nata il 26 ottobre con la firma del sindaco Marta Vincenzi, del direttore della Divisione Infrastrutture e Reti di Enel, Livio Gallo, e della preside della Facoltà di Ingegneria, Paola Girdinio, aperta però ad altri soggetti pubblici e privati. Anche qui come a Malaga, gli strumenti saranno l'utilizzo di fonti rinnovabili, le smart grid, la mobilità elettrica, l'edilizia sostenibile e l'uso razionale dell'energia. Enel Distribuzione farà la propria parte mettendo a disposizione del progetto le proprie tecnologie, ricerche mirate e progetti innovativi come le smart grid, settore nel quale la società è leader in Europa grazie all’innovazione sulla sua rete elettrica e al contatore elettronico.

Onde fugare i dubbi circa il futuro delle “Smart City”, va aggiunto che esse rientrano nel progetto European Industry Initiatives (eolico e solare, Carbon capture and storage come l’impianto pilota di Brindisi, smart grid, nucleare da fissione, rinnovabili, bio-energie) per il quale la Commissione Europea ha stimato un investimento complessivo necessario, pubblico e privato, di 11 miliardi di euro nei prossimi 10 anni. E mentre Brindisi, intesa come città ed amministrazioni locali, è soggetto passivo di tale progetto – è infatti Enel che ha scelto il Centro ricerca di Cerano e la centrale “Federico II” per giungere all’impianto pilota di cattura della Co2 – Bari si è lanciata con grande intelligenza e prontezza su questa strada. Come già detto all’inizio dell’articolo, il sindaco Michele Emiliano non casualmente ha partecipato ad una tavola rotonda il 21 ottobre a Roma nell’ambito del Forum sulle città energeticamente intelligenti, sul tema “Il percorso verso la Smart City: l’integrazione tra regolazione, tecnologie, sistemi energetici e modelli di governo urbano per un nuovo paradigma ecosostenibile”.

Il Comune di Bari, assieme all’Autorità del Levante che ne governa il porto, ed Enel hanno avviato anche il percorso preliminare che condurrà la città a candidarsi ai finanziamenti europei, cominciando intanto a studiare  l’avvio di alcuni percorsi di risparmio energetico, utilizzo delle reti intelligenti, pubblica illuminazione, “porto verde” ed altro. Di fronte a tutto ciò la capitale pugliese, meridionale e forse nazionale della produzione di energia elettrica, Brindisi, è in forte ritardo di ideazione e di programmazione. Basti pensare al fatto che nessuno ha chiesto ad Enel neppure un incontro per ridiscutere il progetto del molo combustibili per spostare il carbone nel porto esterno. Altro che “Porto verde”.

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