Quando la "focara" non è ecologica: al Paradiso hanno bruciato anche rifiuti speciali

BRINDISI - Va bene le tradizioni, va bene il rispetto del rito, del cerimoniale che impone il rogo con le cose vecchie, ma senza troppo scomodare le figure sacre, in pochi avrebbero mai potuto azzardare che la tradizionale “focara” di Sant’Antonio potesse diventare l’occasione buona per ardere rifiuti speciali.

Scene da pandemonio: accade nel rione “Paradiso” di Brindisi, e le foto che si vedono in questa pagina sono state scattate prima dell’accensione della “focara”, o “focra” che dir si voglia, tanto in questo caso il senso cambia poco, e ciò che viene mandata veramente al macero è sicuramente ogni regola ecologica, soprattutto alla luce delle recenti norme che impongono la differenziazione della raccolta, partendo da un’apposita classificazione di rifiuti speciali.

E proprio rifiuti speciali sono quelli che si vedono nella foto, qualche ora prima dell’accensione. C’è di tutto: porte divelte, vecchi cassetti. Ma c’è chi ha confuso il credo con la credenza, visto che c’era anche quella tra le cose da bruciare. Rifiuti speciali, che per legge dovrebbero essere sottoposti a ben altra forma di smaltimento, invece nel nome della tradizione si può far tutto, in barba anche alle norme ambientali.

Tradizione vuole che attorno al rogo si ritrovino le famiglie, che trascorrono insieme la sera di Sant’Antonio. Ma il quadro appena illustrato non è certo dei più educativi, soprattutto per i giovani che così facendo giammai potranno davvero imparare sin dall’inizio a differenziare.

“Di quella pira, l’orrendo foco” di verdiana memoria. Orrendo sì, perché in effetti in questa maniera si mandano al rogo, e in fumo, anche le più elementari regole civili.