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Sabato, 27 Aprile 2024
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La Cgil a Romani: "Il rigassificatore non è una grande risposta ai bisogni di lavoro"

BRINDISI - Gli interventi a percussione inaugurati dall'amministratore delegato di British Gas Italia, Damiano Ratti, e firmati poi il ministro dello Sviluppo, Paolo Romani, e il segretario della Uil, Angeletti, e da alcuni settori locali del sindacato nonché da Confindustria Brindisi certamente non fanno parte di un piano ben congegnato per introdurre la decisione dello stesso ministro Romani a favore del procetto, vale a dire la riattivazione di quell'autorizzazione del gennaio 2003 (governo Berlusconi), poi sospesa per sottoporla a Via nel settembre 2007 dal governo Prodi. Ma lo stesso ministro stamani ha annunciato che il governo avrebbe tenuto una riunione in mattinata sulla questione. E' perciò fuori discussione, invece, che ci sia un pressing dell'azienda sulla politica per ottenere una sorta di corsia preferenziale anche rispetto alla crisi di Fincantieri.

BRINDISI - Gli interventi a percussione inaugurati dall'amministratore delegato di British Gas Italia, Damiano Ratti, e firmati poi il ministro dello Sviluppo, Paolo Romani, e il segretario della Uil, Angeletti, e da alcuni settori locali del sindacato nonché da Confindustria Brindisi certamente non fanno parte di un piano ben congegnato per introdurre la decisione dello stesso ministro Romani a favore del procetto, vale a dire la riattivazione di quell'autorizzazione del gennaio 2003 (governo Berlusconi), poi sospesa per sottoporla a Via nel settembre 2007 dal governo Prodi. Ma lo stesso ministro stamani ha annunciato che il governo avrebbe tenuto una riunione in mattinata sulla questione. E' perciò fuori discussione, invece, che ci sia un pressing dell'azienda sulla politica per ottenere una sorta di corsia preferenziale anche rispetto alla crisi di Fincantieri.

A Brindisi il fronte contrario all'impianto non si incrina. Oggi è la Cgil a rivolgersi a Romani, spiegando le ragioni della propria opposizione, mentre il movimento ambientalista respinge le accuse di lobbismo al contrario e denuncia le contraddizioni presenti nelle posizioni sia della Cisl, che della Uil, che vuole il rigassificatore a Brindisi ma è schierata contro quello di Taranto. Di seguito, la lettera del segretario confederale della Cgil brindisina, Michela Almiento, a Paolo Romani, e il nuovo comunicato degli ambientalisti.

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La lettera della Cgil a Romani

Sig. Ministro, anche noi abbiamo letto con grande attenzione la sua nota inviata al quotidiano “ il sole 24 ore “ riguardante la questione del rigassificatore a Brindisi anche se, purtroppo, non con lo stesso entusiasmo e la condivisione di altri. Non tanto per le considerazioni sui limiti del Sistema -Italia e sui tempi delle Pubbliche Amministrazioni, che complessivamente offrono spunti interessanti di riflessione, anche se nel caso di specie - giova rammentarlo – è intervenuto il sequestro del cantiere da parte della Magistratura per le ben note vicende giudiziarie riguardanti l’iter autorizzativo dell’impianto, quanto perché le Sue dichiarazioni sembrano fondate non su elementi di conoscenza diretta ma  su notizie parziali che strumentalmente Le sono state fornite.

E’ vero che, oggi, il caso Brindisi può apparire simile a tanti altri, ma a nostro avviso sbaglierebbe, sig. Ministro, se non approfondisse come meritano le ragioni per cui le Istituzioni Locali, le associazioni Ambientaliste, che qualcuno per preferisce definire “ pseudo “ e facenti parte di non meglio specificate lobby, i Movimenti, la  Cgil e la stragrande maggioranza dei cittadini dicono NO all’impianto di rigassificazione. Liquidare la questione con una semplice diagnosi di “ Sindrome di Nimby o Nimto “ o, addirittura, facendo proprio il giudizio, a  nostro avviso gratuito e scorretto, di malafede attribuito a quanti, da sempre e con coraggio, esprimono opinioni non in linea con le imposizioni aziendali, significherebbe peccare di superficialità.

E’ per questo che La invitiamo a tener preliminarmente conto che le condizioni progettuali presentate dalla British Gas, con la rigida imposizione del sito, rendevano di per sé l’iter autorizzativo complesso, tanto che si sta indagando sulla malafede ( in questo caso intesa nell’accezione giuridica del termine) aziendale che avrebbe ingenerato malaffare e corruzione.

Nel merito, la Cgil non ha mai condiviso il sito individuato per l’allocazione del rigassificatore e non già l’impianto in sé. Neppure a fronte dei sessanta posti di lavoro a regime, che per quanto importanti nel contesto di crisi dato, non rappresentano certamente una grande risposta ai bisogni dei disoccupati brindisini, cassintegrati e in mobilità o dei tanti giovani in cerca di lavoro, anche perché le professionalità richieste, sempre a regime, potrebbero non essere presenti in loco.

Il nostro è un territorio che per troppo tempo è stato “ zona franca “ per tanti investimenti i quali, purtroppo, non hanno rispettato le sue vocazioni e hanno causato pesanti danni ambientali, usando sempre l’arma del ricatto occupazionale. Un ricatto ancora utilizzato, in spregio ai più elementari principi della legalità, di cui ne é emblema l’ultima vicenda giudiziaria riguardante il settore del fotovoltaico. Fatte queste considerazioni di carattere generale, riportiamo qui di seguito, in sintesi, la posizione che la Cgil ha sempre sostenuto con coerenza, sia riguardo al metodo che al merito, perché anche Lei ne abbia contezza:

  1. l’individuazione dell’area su cui realizzare l’impianto non è stata frutto del processo decisionale del territorio (Comune, Provincia, Autorità portuale, parti sociali, società civile, etc.), bensì della privata iniziativa di un soggetto imprenditoriale, esterno al territorio stesso, che autonomamente ha scelto il sito, gli interlocutori e le modalità per l’acquisizione delle autorizzazioni. Si è generata, così, una evidente alterazione della corretta visione della programmazione dello sviluppo locale  la cui titolarità, di fatto, è stata scippata agli attori naturali;
  2. il sito in cui si vorrebbe allocare il rigassificatore è all’interno di un’area a rischio di incidenti rilevanti, cosa da considerare con la massima attenzione perché non irrilevante ai fini della valutazione sul piano della sicurezza, proprio per gli stessi vincoli posti dalle apposite norme;
  3. in quel sito, inoltre, sorgono problemi di sicurezza durante le fasi di ormeggio / disormeggio delle  navi gasiere e, in particolare, di scarico del gas naturale liquefatto. Infatti, viene ignorato il rapporto tra distanza di sicurezza, traffico e fondale marino effettivamente disponibile al transito. Resta il convincimento che  la disomogeneità della profondità dell’acqua lungo la porta d’accesso renda impossibile il regolare traffico, nell’osservanza della distanza di sicurezza , con inevitabili inibizioni durante l’intero arco temporale delle operazioni;
  4. il continuo richiamo alla “catena del freddo” risulta irrealizzabile poiché avulso dal progetto di polifunzionalità del porto e dalla sua attuale condizione infrastrutturale che hanno già reso impraticabile l’attuazione della cosiddetta “industria del caldo” , la quale avrebbe dovuto attingere alle calorie prodotte da un grande insediamento energetico già operante da oltre 25 anni nel territorio e non , come nel caso in argomento, a produzioni da divenire, poiché subordinate ad un eventuale impianto ex novo. L’impossibilità di realizzare servizi retroportuali adeguati, nella situazione infrastrutturale data, richiede come già evidenziato più volte dalla CGIL, la programmazione tesa a realizzare un porto polifunzionale (e non promiscuo, dove si assommano e si ostacolano i diversi traffici marittimi) più esteso e dotato di comparti specifici e servizi ad esso connessi.
La ringraziamo per la cortese attenzione, che ci auguriamo non sia episodica, certi che saprà valutare con la necessaria serenità ed obiettività, senza pregiudizio alcuno, tutte le voci di un territorio che merita davvero tanta attenzione da parte del Governo prima ancora che delle Istituzioni Locali. I problemi sono enormi e gravi, molti di questi anche antichi perché mai affrontati compiutamente per essere portati a soluzione.

Una situazione ormai insostenibile che non si può affrontare con approcci semplicistici, poiché il territorio brindisino merita risposte adeguate, a partire dall’immediata disponibilità delle risorse economiche per le bonifiche previste dall’apposito Accordo di Programma sottoscritto a suo tempo presso il Ministero dell’Ambiente. Brindisi ha bisogno di sentire la presenza del Governo a sostegno  delle rivendicazioni nei confronti dei grandi gruppi industriali ( es. Finmeccanica ) affinché  pianifichino ulteriori investimenti in loco, piuttosto che depauperare gli attuali insediamenti.  Tutto ciò nella giusta considerazione  di quanto questa provincia ha dato e continua a dare per lo sviluppo in generale e per il fabbisogno energetico dell’intero Paese. Distinti saluti. Michela Almiento

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La replica degli ambientalisti a Cisl e Uil

L’offensiva di interessi che hanno fatto scempio del nostro territorio e che sono in linea con le logiche della Brindisi Lng (espressione societaria locale della potentissima multinazionale British Gas) vede ora l’intervento degli esponenti provinciali Corradino De Pascalis (Cisl), Antonio Licchello (Uil) e Ercole Saponaro (Ugl) i quali, in una lettera inviata al Ministro Romani, se la prendono con i veti e le pressioni di “lobby-pseudo ambientaliste” che avrebbero ostacolato la realizzazione dell’impianto.

Una sortita davvero paradossale che suscita alcune domande. Quali sarebbero queste lobby? La Regione Puglia e le Amministrazioni locali che si oppongono al rigassificatore sulla base di delibere assunte sostanzialmente all’unanimità dai rispettivi consigli? La Cgil ed un vasto arcipelago di associazioni sociali, professionali e culturali? Le migliaia di cittadini che hanno partecipato alle riuscitissime manifestazioni pubbliche di protesta contro l’impianto, l’ultima delle quali (svoltasi il 19 giugno scorso) ha visto l’intervento del Presidente regionale Vendola e del Sindaco di Brindisi Mennitti e di numerosi esponenti politici bipartisan?

E poi qualche domanda più specifica: il segretario della Uil, Licchello, come mai parla di lobby? Dimentica, forse, che il 26 febbraio 2010, intervenendo al Congresso provinciale della Cgil (Gran Hotel Masseria Santa Lucia) affermò pubblicamente di essere sempre stato contrario al rigassificatore di Brindisi per il sito prescelto. E come mai il segretario nazionale della Uil Angeletti definisce “scandaloso” il caso del rigassificatore di Brindisi quando il suo sindacato, a livello locale e nazionale si oppone alla costruzione di un rigassificatore a Taranto in presenza di una incompatibilità ambientale notoriamente grave quanto quella di Brindisi?

Osserviamo poi che i firmatari della lettera, quando parlano di “lobby-pseudoambientaliste”, riferendosi al fotovoltaico,  offendono e mentono sapendo di mentire dal momento che le nostre associazioni si sono espresse ripetutamente e duramente contro la selvaggia proliferazione di tali impianti definendola un’ “invasione barbarica”.

Il recente passato ha dimostrato in modo assolutamente chiaro che le lobby ci sono state sul versante di chi ha voluto e assecondato il progetto del rigassificatore: lo si desume agevolmente dalle irregolarità e dagli abusi che hanno determinato la riapertura del procedimento autorizzativo tuttora in corso, e dalle inchieste penali che con accuse assai gravi hanno dato luogo al sequestro dell’area interessata, ad arresti di manager ed amministratori ed ad un procedimento penale oggi in fase dibattimentale. Un’esperienza questa che può giustificare il timore che quelle lobby si stiano riproducendo e che ancora una volta possono mettere in atto comportamenti e operazioni tali da provocare l’attenzione e gli accertamenti dell’autorità giudiziaria penale.

Italia Nostra, Legambiente, WWF Brindisi, Fondazione”Dott. Antonio Di Giulio”, Fondazione “Prof. Franco Rubino”, A.I.C.S., ARCI, Acli Ambiente, Forum ambiente salute e sviluppo, Medicina Democratica, Salute Pubblica, Lipu, Comitato per la Tutela dell’Ambiente e della Salute del Cittadino, Comitato cittadino “Mo’ Basta!”, Comitato Brindisi Porta d’Oriente.

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