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Lunedì, 29 Aprile 2024
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I giovani, l'adolescenza, e una bella esperienza al rione Bozzano

BRINDISI - Il periodo dell'adolescenza è sempre il più delicato. Quello in cui c'è bisogno dei giusti aiuti. Come quello offerto da don Francesco Caramia al rione Bozzano. Dove il suo "gruppo giovani”...

BRINDISI - Max Pezzali in una sua canzone l’ha definita “lo strano percorso”, riuscendo con alcuni versi a spiegare l’imprevedibilità e le contraddizioni dell’adolescenza: “Lo strano percorso, di ognuno di noi, che neanche un grande libro, un grande film potrebbero descrivere mai, per quanto è complicato e imprevedibile, per quanto in un secondo tutto può cambiare, niente resta com’è… c’è un tempo per qualcosa sul viso, come un sorriso che non c’era ieri ed oggi c’è…”.

Secondo i più, questa fase della vita che ti prende bambino e ti lascia adulto, inizia intorno ai 10-12 anni. Una fase in cui si abbandonano i giochi infantili e si rompe lo stretto guscio familiare per intessere relazioni più ampie e spesso, in questo periodo, più appaganti.

Nessun protagonista riesce a comprendere appieno perché mamma e papà non bastano più, ma si sente l’esigenza di evadere, di stare con gli amici, di avere un confidente in più che non sia la mamma.

“Io voglio bene alla mia mamma”, dice Simona F., 14 anni, “Ma voglio anche stare con le mie amiche ed i miei segreti li voglio confidare alla mia amica del cuore!”.

Come mettere in dubbio queste parole? Basta farsi una passeggiata nel centro cittadino nelle lunghe serate d’inverno per vedere schiere di ragazzini tutti insieme e dietro, un po’ nascosti, genitori passeggiare perché fra quelle schiere c’è il proprio figlio/a e proprio ancora non ci si riesce a non controllarlo.

Quella è l’età in cui ci si vergogna a farsi vedere in giro con i propri genitori, perché si vuole dimostrare al mondo di essere ormai grandi, ma è anche l’età in cui, non appena rientrati nel ristretto guscio familiare, si sente ancora il bisogno di una coccola o di una carezza dalla mamma o da papà.

Quella è l’età in cui si cercano le scarpe alla moda, quelle che portano i compagni o gli amici, perché non averle è da “sfigati”, così come si dice oggi quando non si ha l’oggetto dei desideri: jeans simili, magliette, zaini, cappelli… tutto uguale per essere al pari degli altri, e non di rado si sente qualche genitore brontolare “Sti piccini si vestono tutti uguali!”. Il tutto finché non si raggiunge quell’età in cui ormai si è capito finalmente il proprio ruolo nella società e si ha una personalità ben definita, più o meno intorno ai 18-25 anni, età in cui il pensiero è diventato più autonomo e personale perché l’individuo è ben definito anche nel proprio io.

Per capire ad esempio il discorso dell’essere tutti simili di questi adolescenti, basta riflettere su una cosa: quest’anno a scuola quasi tutti zainetto Eastpack, diario Comix  e scarpe AirMax. “È la moda, è come far parte di un gruppo e ti senti del gruppo se ci si assomiglia un po’ tutti !”, dice Francesco G., 15 anni. Così come simile è il linguaggio di questi ragazzini, che troppo spesso preferiscono comunicare con SMS o in chat e con frasi o parole contratte del tipo “ti lovo”, “tvttb”, “=)”, linguaggio in cui anche le parentesi hanno un loro significato, a volte anche profondo!

Questo volersi assomigliare a tutti i costi, racchiude in realtà il desiderio di essere confuso nel gruppo, di non distinguersi, perché in quest’età ci si sente diversi in quanto cambiamenti fisici e psicologici importanti stanno avvenendo troppo in fretta, e non ci si sente né carne, né pesce; in alcuni momenti ci si sente felici come una pasqua, in altri si sente di odiare il mondo; in alcuni giorni si cerca il calore e l’affetto di mamma e papà, in alcuni momenti si ha l’impressione di non sopportarli.

È a questo punto che un ruolo importante lo svolgono la famiglia stessa e la scuola, la Chiesa, la società.

Trovare un gruppo, un ente, un’associazione che ti aiuta in questo “strano percorso” diventa a volte di fondamentale importanza.

Al rione Bozzano, per esempio, coadiuvato da don Francesco Caramia, c’è un “Gruppo Giovani” formatosi ormai da diversi anni. I ragazzi sono entrati in prima età adolescenziale in questo gruppo e vi sono cresciuti piano piano, negli anni, aiutati nei loro problemi, tramiti dibattiti e discussioni dalle educatrici, e non di rado da esperti del settore. Dibattiti in cui si sono sempre esposti problemi personali, si è parlato delle difficoltà e dei problemi che ogni singolo ragazzo ha incontrato ed incontra. Il gruppo, le educatrici, la collaborazione delle famiglie è stato un connubio importante e fondamentale per questi ragazzi. Insieme sono cresciuti, insieme hanno dialogato, giocato, hanno spesso litigato per poi capire i propri errori, le proprie contraddizioni, hanno fatto esperienze importanti, spesso educative e divertenti allo stesso tempo, come i campi-scuola o i concerti cantando insieme a Linda, a Mietta, a Ivana Spagna. Indimenticabile la loro esperienza quando hanno lavorato per mesi al musical “Forza Venite Gente” e poi si sono esibiti innanzi a tante persone. Un modo per crescere tutti insieme, per fare gruppo, per diventare cittadini di questa società oggi un po’ contorta, arrivandoci carichi di fiducia e di speranza nel futuro.

Quindi in questa difficile fase della vita, quella in cui si abbandona il mondo infantile fatto di giochi e di spensieratezza, per percorrere quello più tortuoso che ti conduce ad essere adulto, è importante avere dei punti di riferimento, che siano sì la famiglia e gli amici, ma che vadano anche oltre. Trovare un altro porto sicuro, nella società che ti aiuti a crescere e ad esprimere tutto il vulcano di emozioni che si prova nel proprio essere adolescenti, sicuramente è un incentivo in più per diventare un uomo sicuro di sé e pronto a tessere la tela del proprio futuro nella società!

A rione Bozzano don Francesco Caramia si prodiga anche per questo!

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