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Venerdì, 26 Aprile 2024
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Più sms e meno abbracci, così è cambiata la comunicazione fra i ragazzi

Fate una passeggiata sul lungomare e guardate ai tavolini: vedrete decine di ragazzi (e adulti) soli in mezzo alla folla. Dialogano solo con lo smartphone. Perché oggi i ragazzi comunicano più attraverso gli sms che con i gesti e le parole.

Serata d’estate, una semplice passeggiata “giù alla marina” ad osservare la bellezza del panorama da una parte e i tanti, tantissimi tavoli di bar e pizzerie dall’altra. Tanti i ragazzi seduti ad aspettare un gelato, una pizza, una bella bibita fresca da gustare in un posto così poetico.

Se ci si ferma meglio ad osservare, ci si rende conto di una costante comune: ad ogni tavolo c’è almeno una persona che “chatta”, con uno di quei moderni telefonini che a pensarci bene l’unica cosa che non fanno è il caffè! C’è da rimanere perplessi nel vedere che spesso il dialogo  è sostituito dalla “chat”! Si dialoga poco, ma si ride tanto davanti al piccolo schermo del telefonino ed è un generale tintinnìo di sms che arrivano da una parte e dall’altra.

Ormai si “chatta” dappertutto. I ragazzi, ma non solo loro, comunicano così! Siamo nell’epoca del “Mi piace”, del “Condivido” e degli sms, e persino degli Emoticon: mandare una faccina che sorride, vuol dire felicità. Una faccina che piange significa che “tragedia” imperversa!

La psicologa americana Sherry Turley ha lanciato uno slogan: “Condivido quindi sono” proprio per indicare come la tecnologia ha influenzato e modificato il modo di comportarsi di ognuno, il modo di relazionare e comunicare con gli altri. Senza ombra di dubbio la tecnologia ha fatto enormi progressi in questi ultimi tempi e questo ha reso le comunicazioni più veloci ed efficaci, consentendo a chiunque di comunicare con persone che si trovano dall’altra parte del mondo.

Essa è riuscita ad avvicinare la gente tramite il web ed è davvero strano sentire ogni tanto qualche nonnino dire orgoglioso “Ho visto il mio nipotino con la webcam!”, nipotino che magari prima poteva solo sentire per telefono. Però, bisogna anche considerare il fatto che l’uso e a volte l’abuso di questi strumenti ha creato un fenomeno avverso: ha rotto gli schemi della comunicazione umana più intima, quella fatta di gesti, di abbracci, di socializzazione reale.

Oggi, soprattutto i ragazzi, non comunicano più tra loro come un tempo: a loro basta un sms per dire ad un amico che gli si vuole bene e spesso il messaggino è questo: “tvb”,  semplici lettere messe insieme, ma che vogliono dire tanto. Con Facebook, basta un “click” per diventare “amici”, “fan” “seguaci”, ma è un’amicizia virtuale, che poco ha da condividere con l’amicizia reale, perché magari due sono amici sul social, ma se si incontrano per strada neppure si salutano. Magari nemmeno si riconoscono.

Nel web è più facile controllare e distillare le proprie emozioni, nascondendosi dietro allo schermo si possono dire tante cose, condividere stati d’animo, mettere un “mi piace” sotto ad un link o ad una fotografia, che poi magari, non piace sul serio!

La tecnologia è magia, è progresso, è fortuna, ma è anche “pericolo di sterilizzazione dei rapporti”!

Se al ristorante o al bar, invece di dialogare, di socializzare si vedono persone vicine fra loro che sono, invece, intente a scrivere, chattare o prestare più attenzione al proprio telefonino piuttosto che alla persona di fronte, perdendosi così la bellezza e la magia del contatto diretto, degli occhi dentro agli occhi, di un sorriso vero, c’è da chiedersi quanto la tecnologia ci abbia dato e quanto ci abbia tolto.

L’era del computer e dei social network hanno segnato una svolta nella vita di ognuno di noi, ma sarebbe bello se ogni tanto ci si ricordasse che dentro al nostro corpo batte un cuore che non è una macchina e che si scalda molto di più con una stretta di mano, piuttosto che con una faccina che ti manda un bacio, arrivata sul telefonino come sms!

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