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Venerdì, 26 Aprile 2024
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C'è chi crede che Satyricon racconti cose reali, e c'è chi fa di tutto per finire su Satyricon

È inutile precisare, sottolineare che si tratta di satira o di notizie da confermare: ormai qualsiasi cosa si pubblica su Facebook viene presa per oro colato, e tutti si sentono in dovere di emettere la propria sentenza

È inutile precisare, sottolineare che si tratta di satira o di notizie da confermare: ormai qualsiasi cosa si pubblica su Facebook viene presa per oro colato, e tutti si sentono in dovere di emettere la propria sentenza. Volete qualche esempio? Eccovene tre.

1) Incendiano l’auto a Consales? Le reazioni sono immediate: «Chissà che cosa ha combinato!», scrivono i più solidali. «Hanno fatto bene, quel Suv di merda inquinava più di Cerano», aggiunge qualche ambientalista. «Solidarietà al sindaco, ma sicuramente se l’è cercata», scrivono i soliti cerchiobottisti, senza mai precisare come se la sia cercata. Per arrivare ai più famigerati, quelli pronti a fare voli pindarici per dare sempre in testa al politico di turno: «Quello se l’è incendiata da solo, così ora potrà usare l’auto blu».

2) Scrivi un articolo di satira su Antonio Elefante e titoli che è stata affidata la scorta anche a lui, perché minacciato dagli insegnanti di italiano? Botte anche ad Elefante, chi se ne fotte se è satira: la notizia diventa vera, perché “è uscita su Facebook”: «Tanto lo sapevamo che era uguale agli altri!». Antonio Melcore, segretario di giovani del Pd, prova a precisare: «È solo satira, nulla di vero». Ma non serve a nulla: «Tanto se non ha la scorta ruberà in qualche altro modo». «Perché sono tutti uguali». «È solo satira!», scrive Melcore, sempre più preoccupato. «Altro che satira, tanto sappiamo come andrà a finire, e noi poveri cristi che moriamo di fame. E poi si vede lontano un miglio che ‘sto Elefante non ha la faccia pulita». «Ma è solo satira!!!», scrive ormai in lacrime Melcore, e per tutta risposta il popolo di Facebook lo minaccia: «Ma perché te lo difendi tanto, sto mangia-bambini-comunista? Vuoi la scorta pure tu?».

3) Ora occupiamoci di un caso ancora più serio e delicato, quasi senza speranza, quello di Massimo Ferrarese. Se state già sorridendo, siete pregati di ricomporvi, perché stiamo parlando di un problema serio, che oggi riguarda lui, ma domani toccherà a qualche altro politico.

È notorio che dopo le dimissioni da presidente della Provincia, l’iscrizione al Partito Inutile e l’addio al basket, Massimino trascorra molto tempo su Facebook, ma purtroppo non ha ancora capito che è meglio usare i social per farsi due risate piuttosto che per lanciare editti politici. E infatti ogni volta che scrive parte l’attacco mediatico dei suoi critici. Un attacco che si fa sempre più duro, frontale, a volte giustificabile ma a volte patetico, tanto da far venire voglia a Satyricon di lanciare una petizione per salvare “il fu patron”.

Ferrarese scrive: «Diciamo la verità, del Sud non se ne occupa più nessuno e tanti fondi destinati a noi si stanno dirottando al Nord». Si potrebbe rispondere “forse hai ragione”, oppure “secondo me sbagli”, e invece si opta per messaggi più espliciti.

«Ferrarese ci siamo rotti ad ascoltare le vostre stronzate...», scrive Mario, mentre Alessandro rivela un particolare che perfino a noi era sfuggito: «Sono 25 anni che sentiamo sempre le stesse cazzate», come a dire che Ferrarese ha iniziato a sparare cazzate ben prima di diventare popolare. Potrebbe anche essere, per carità, ma perché accanirsi così...

Salvatore la prende con filosofia e tende la mano: «Ferrarese, io non volevo commentare. Ma non sei migliore di quelli che critichi», e conclude con uno dei grandi interrogativi della storia dell’umanità: «Ora che cazzo vuoi?». Marco però batte tutti: «Ferrarese queste barzellette ce le raccontate dagli anni ‘80, da quando col terremoto dell’Irpinia Voi politici ci avete mangiato lasciando la gente meridionale nelle baracche».

Ora, va bene che l’ex presidente di puttanate potrebbe averne fatte e dette tante, come tutti, ma sicuramente avrà fatto anche qualcosa di buono (le dimissioni, per esempio, sono state unanimemente apprezzate), ma accusarlo di essere un politico di lunga data e ricondurlo al terremoto dell’Irpinia ci sembra davvero troppo. Negli anni ’80 Ferrarese era un ventenne, e al massimo avrà compiuto gli errori tipici di quell’età, come l’andare a messa la domenica, oppure il vestirsi da paninaro.

E così, per una volta (e solo per una volta) Satyricon aveva deciso di accorrere in aiuto dell’ex presidente-patron, scrivendo un post di solidarietà sulla sua bacheca Facebook. Avevamo iniziato a scrivere, ma proprio in quegli istanti è comparso un altro post di Massimo, scritto in diretta dallo storico “family act” di piazza Farnese (non chiedeteci cos’è, preferiamo non sapere).

«È appena terminata la nostra manifestazione "family act" in piazza Farnese. Quest'uomo è stato applaudito tanto e sapete perché? Ha avuto sei figli con sua moglie!!! In effetti non ci avevo mai pensato ma ciò che una volta era la normalità oggi è diventata un'eccezione e ti fanno anche salire sul palco. Nulla contro i gay e coppie di fatto ma, se al Sud non vogliamo scomparire, credo sia arrivato il momento di rilanciare la vera famiglia». Massimo, ma allora te le vai cercando!

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